Home Attualita Quante cose da fare in casa!

Quante cose da fare in casa!

C’è chi ha improvvisato una palestra in salotto e chi ha trasformato una stanza in studio di registrazione. C’è chi ha trovato il tempo di leggere e chi viaggia virtualmente tra i musei del mondo. C’è anche chi si è trasformato in cuoco provetto e chi è diventato un abilissimo falegname.

Insomma, i diversivi in tempi di quarantena sono molti, grazie, soprattutto, alla Rete, che accorcia le distanze e fa sentire tutti più vicini.

Luca, operaio 40enne di Riccione, ama la fotografia e ha creato un video dove mostra la sua costruzione perfetta di una villetta composta dai Lego di quando era bambino. E che dire di Matteo, 46enne riminese, dirigente di azienda, che per passare il tempo ha iniziato a postare su Facebook dei tutorial su come fare pane, pizza, crostate, pasta.

“Ho iniziato per scherzo. Un pomeriggio mi sono messo la parananza e ho fatto questo video che ho mandato agli amici. Qualcuno lo ha condiviso e alla sera mi sono ritrovato con più di duecento like. Mia moglie, e soprattutto i miei figli, mi hanno sfidato scherzosamente e così il giorno dopo ho postato un’altra ricetta. Altra valanga di like. E adesso l’attesa cresce, va a finire che mi licenzio e apro un blog di cucina (ride)”.

Gino, invece, è un musicista 53enne di San Marino, con l’aiuto di una fisarmonica elettronica compone brani di vario tipo che poi registra e invia agli amici. Dalla polka alla mazurka, dal tango al cha cha cha, sono tanti i tipi di musica che riesce a riprodurre.

“Quando suono non penso a nulla – racconta Gino – mi distacco dalla realtà in una sorta di relax totale che spero di trasmettere a chi ascolta i miei brani”.

Un regalo fatto con il cuore è anche quello di Gabriella, 80 anni, che dona mascherine ad amici e parenti. Ha tirato fuori quella macchina da cucire impolverata, ha infilato il filo e si è inventata mascherine di stoffa, fatte con una grossa tela di lino che aveva in casa, che “non saranno come quelle della farmacia – dice sorridendo ma per chi non ne trova, sono sempre meglio di niente”.

Se Gabriella regala mascherine, Nicoletta da Viserba dona parole di conforto.

“Ricevo molte telefonate dalle mie amiche perché riesco a comunicare facilmente e sto cercando di esorcizzare questa paura facendo coraggio alle persone che sono preoccupate per la propria salute, per quella dei loro cari e per il lavoro, cerco di valorizzare le piccole cose”.

Da quando è costretta a casa, Nicoletta, trova il tempo per fare mille cose: dal pilates alle recensioni nel campo della moda.

“Mi scrivono anche alcune ragazze di 16 anni per avere consigli su abbinamenti di abiti visto che da sempre questa è una mia passione e sono attiva su Instagram”.

Un’altra che non si annoia quando è a casa è Daniela.

Sportiva da sempre, riminese, 38 anni frequentava palestra e piscina “ora sul profilo della mia palestra i vari istruttori postano ogni giorno gli allenamenti da fare a casa: yoga, pilates, alcuni sono video già registrati, altri in diretta, io seleziono, mi vesto da palestra e faccio gli esercizi”.

Poi c’è Marina, riminese 53enne, che partecipa al giro nonni della Caritas.

“C’è da portare il cibo a chi vive solo ed è molto bello quando, ovviamente a distanza, le persone ti chiedono di scambiare due parole. A me è capitato con una signora anziana. Poi devo dire che in questo periodo si sono aggiunti volontari, prima si faceva fatica a trovare le persone, ora ci sono uomini e donne che vogliono rendersi utili”.

E che dire di Gigi. Ottant’anni ben portati, di Rimini dove vive con la moglie Gabriella, da quando in uno dei primi giorni di questo periodo è partita l’iniziativa di suonare tutti alla stessa ora nei balconi, ha preso in mano il suo clarinetto e ha intonato una splendida melodia. Lo hanno sentito in tanti, una vicina lo ha ripreso e il video ha fatto il giro di parenti e amici che si sono inteneriti per quell’uomo anziano che pregava suonando per il futuro di figli e nipoti.

“Suono da quando avevo 8 anni, ho iniziato con l’aiuto del maestro e di mio fratello maggiore, Giuseppe, andavo a scuola e contemporaneamente a scuola di musica, poi da ragazzo suonavo nella banda del paese, in provincia di Roma, dove sono nato. In seguito, quando mi sono trasferito a Rimini, una volta in pensione ho suonato il clarinetto nella Banda di Rimini”.

Ora Gigi avendo meno fiato ha abbandonato il clarinetto e si diletta con una tastiera musicale elettronica. Con suo fratello, che vive ancora a Roma e ha 90 anni, si scambiano tramite Skipe, partiture di musica classica e leggera oltre che informazioni o recensioni sui direttori di orchestra e compositori. Un modo per mantenere la mente attiva tramite l’arte della musica unita alla tecnologia, tanto che Gigi fa un appello: “Provate ad ascoltare qualsiasi brano di Mozart, Rossini, Verdi, Bach e vi accorgerete che vi rallegra il cuore”.

Insomma, i consigli per trascorrere in maniera produttiva il tempo libero vengono snocciolati ogni giorno, durante trasmissioni televisive, sui social, nelle riviste: dal giardinaggio ai giochi da tavolo, dagli audiolibri al disegno.

Soprattutto chi ha bambini piccoli deve sempre inventarsi qualcosa.

Ascoltare una favola, disegnare con i pennarelli messaggi di speranza. Sono in tanti ad aver appeso in terrazza un lenzuolo con un arcobaleno colorato portante la scritta: Andrà tutto bene. Ed è davvero questa la speranza che fa alzare le persone al mattino. Quella di un futuro migliore, per cui si sopporta ora la reclusione forzata. Perché il mondo ritorni un posto sano in cui vivere. E anche noi, con i nostri gesti nuovi, le passioni ritrovate, sempre pensando a chi a casa non ci può stare, a chi lavora per gli altri in una corsia di ospedale o in un supermercato. A chi rischia e dona il proprio lavoro per far star bene gli altri. Così se passare il tempo in casa e inventarsi qualcosa è difficile, tutto diventa più facile stando vicini a chi a casa non può stare, pregando per loro, per i malati, con un sorriso nel cuore, un piccolo gesto, che sia un lumino alla finestra, un lenzuolo colorato con le proprie mani. Mani che lavorano, che continuano a creare. Perché non può finire qui. Ecco la speranza delle cose fatte in casa in un momento di noia. Ecco la speranza del futuro che arriverà. Speriamo presto.

Anche se non è ancora il tempo della libertà.

Silvia Ambrosini