Quando Priebke scappò da Miramare

    Rimini come non l’avete mai vista? Sembra un controsenso, ma spesso, per osservare la nostra città da una diversa angolazione, basta poco. Per farlo, ad esempio, basta affidarsi a Google, da cui ci si può lasciar condurre per la Rete, alla ricerca di quanto siti, quotidiani e periodici esteri dicono di noi. E i risultati non sono praticamente mai scontati…

    Priebke in fuga da Miramare
    Un esempio? La prima notizia in cui ci imbattiamo, tratta da un quotidiano di lingua spagnola, Nuevo Mundo Israelita, quotidiano al servizio della comunità giudaica del Venezuela, è tutt’altro che nuova, eppure sconosciuta a molti. Da essa apprendiamo che proprio da Rimini, da un campo di prigionia istituito presso l’aeroporto di Miramare, fuggì, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Erich Priebke, tristemente noto per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione della strage delle Fosse Ardeatine. Magari da queste parti non lo si ricorda più, ma in Venezuela ancora lo scrivono sui giornali.

    L’atto eroico del Maggiore
    Ancora di Seconda Guerra Mondiale a Rimini e dintorni si parla nelle pagine, questa volta in lingua inglese, del quotidiano britannico Daily Telegraph, che dedica uno dei propri famosi necrologi alla figura del Maggiore David Gay, morto lo scorso agosto all’età di 90 anni, in Nuova Zelanda. Tra le azioni più eroiche per le quali il Maggiore è ricordato sulle pagine del «Telegraph», il salvataggio di un intero battaglione di propri compagni, di cui era al comando, il 20 settembre 1944, nei pressi di Coriano, vicino al fiume Marano, a soli 24 anni, con un’azione definita «di estremo coraggio», nel corso della quale più volte si lanciò tra il fuoco nemico per liberare i compagni intrappolati in un carro armato deragliato. Da ricordare quando si passa vicino al Cimitero degli Inglesi o, come lo chiamano loro, il Coriano Ridge War Cemetery.

    Quelle spie del Rubicon
    Fortunatamente, il nome di Rimini è ricordato anche per motivi più leggeri, e così, continuando a spulciare tra le pagine della stampa anglosassone, ci si imbatte in una miriade di notizie che fanno della città dell’Arco d’Augusto la propria protagonista: si va dalla squadra di calcio scozzese, citata dall’Independent, che si allena nei pressi della città e i cui giocatori raccontano di essersi dovuti alzare alle 7 per gli allenamenti, giurando di «non sapere come faccia la gente del posto», alla menzione di una nuova serie televisiva statunitense dedicata al mondo delle spie e dell’intelligence su scala mondiale chiamata, guarda caso, Rubicon. Esatto, proprio il fiume che Cesare attraverso nel 49 a.C. E poco importa se, oggi, non sappiamo più esattamente dove si trovi, perché il suo corso mutò un corso più importante: quello della storia del mondo. Sarà questo il motivo per cui un uomo politico russo, Joachim Ritu Kabi Crima, originario della Guinea-Bissau e conosciuto nella sua nazione anche come «l’Obama di Volgograd» ha dato al proprio figlio il nome Rimini? Ce lo comunica la Pravda. Ora, chi lo dice all’intraprendente politico che Rimini, in Italia, è un nome femminile?

    La cucina, uhm che bontà!
    Ma, suvvia, basta parlare di politica e cerchiamo di tornare a parlare, ancora una volta, di argomenti più umili e leggeri. Quali altri argomenti fanno parlare della nostra città? Sicuramente due dei più quotati sono la spiaggia e i piaceri della buona tavola. Della prima si parla a volte bene, come nel caso di un articolo dell’edizione di Toronto del quotidiano free press Metro, secondo cui è una delle 5 più belle d’Italia, o in un pezzo del belga Het Nieuwsblad, secondo cui Rimini sarebbe una spiaggia mondana alla pari di Monaco o Saint-Tropez; a volte meno bene, come nel caso, invece, del Telegraph inglese, che tuona: «Vedi Rimini e poi muori»! La città adriatica fa sembrare Torremolinos un piccolo, incontaminato e sonnecchiante villaggio di pescatori. Tra l’altro, c’è una fantastica corrente che risucchia tutta la spazzatura dalla Croazia per poi «sbolognarla sulla costa orientale della penisola italiana». Dalla cucina arrivano per fortuna notizie più confortanti, se è vero che quel che scrive il New York Daily News, secondo cui uno chef riminese andrà a preparare pizza presso un ristorante del Queens, Il Bacco. E ancora, un cuoco georgiano di 32 anni, Kakha Tsikolia, 32, dopo aver studiato per anni nella nostra città, è tornato nella propria nazione, a Tbilisi, per lavorare in un ristorante italiano, Piano, scrive Georgia Today. Passateci la pubblicità, ma almeno, se passate da quelle parti, saprete dove trovare un po’ di sapori di casa!

    La Perla, la modella e quel rapimento
    Avrà forse meno voglia di passare da queste parti Katrin Bowen, regista canadese 40enne con un passato di modella per Versace, che sta girando un film, «Off Course», ambientato tra Riccione e le Cinque Terre, nel quale narra la storia, fortemente autobiografica, di una vita al limite nella Perla Verde di 20 anni fa, in cui fu oggetto di un vero e proprio rapimento. Il film, attualmente in lavorazione, costerà tra i 3 e i 5 milioni di dollari ed è una coproduzione tra partner italiani e canadesi. Di esso ci informa Screen Daily.

    Un report «irregolare»
    Molto interessante anche il reportage fotografico, pubblicato dal sito internet francese VSD, e dedicato al fenomeno dei venditori irregolari che, d’estate, affollano le spiagge dell’Adriatico. Tra le molte foto dedicate ai diversi mestieri che popolano le spiagge del nostro mare, definite «un teatro all’aperto, votato al dolce far niente e profumato di olio solare, con famiglie numerose, giocatori di beach volley e ragazzi nascosti dietro le lunette dei loro occhiali da sole». Di questo teatro, secondo il reporter d’Oltralpe, fanno ormai parte anche i venditori extracomunitari, in cui vede «con il loro carico di oggetti vari – cappelli, gioielli, borse, cinture, gadget, e persino spazzole per la pulizia dei ponti delle barche – vere e proprie opere d’arte dedicate al consumo di massa».
    Chissà che ne penseranno i commercianti locali… Impara l’arte e… mettila da parte!

    Fabio Parri