Home Attualita QUANDO LA BONTÀ DEL CIBO CONQUISTA CON IL SUO SAPORE E LA...

QUANDO LA BONTÀ DEL CIBO CONQUISTA CON IL SUO SAPORE E LA SUA STORIA

Il profumo della piadina appena cotta, l’aroma dolce e penetrante dell’aceto balsamico, il sapore deciso del Parmiggiano Reggiano. Tre simboli dell’Emilia-Romagna che, partiti dalle botteghe e dai laboratori artigianali di provincia, oggi viaggiano per il mondo, conquistando i palati da New York a Berlino. Parliamo di export: è la Romagna che parla al mondo con il linguaggio universale del gusto, intrecciando storia, qualità e innovazione. Immaginate un ristorante all’ultimo piano in un grattacielo nel cuore di Manhattan: è qui che si è tenuto dal 29 giugno al 1 luglio il Summer Fancy Food Show, al Jacob K. Javits Convention Center di New York, la più grande manifestazione americana dedicata al cibo e all’innovazione gastronomica. Ed ecco che tra il brusio della città e la luce che rimbalza sui grattacieli, si è creato un piccolo angolo d’Italia, dove i profumi di casa incontrano la skyline americana. Durante l’evento centinaia di operatori, giornalisti e food blogger internazionali hanno potuto scoprire e degustare i sapori autentici della Romagna. Ma non si è trattato di una semplice esposizione: dai laboratori dedicati all’abbinamento tra gelato e aceto balsamico, ai cooking show sulla pasta fresca, le aziende emilianoromagnole hanno mostrato come la tradizione possa dialogare con la creatività contemporanea. Come ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi: “Gli americani apprezzano la qualità, la storia e la passione dei nostri prodotti.

L’Emilia-Romagna ha tutte le carte in regola per conquistare il mondo”.

I dati dei primi sei mesi

Scendendo ancora più nel particolare, alla nostra provincia, in base agli ultimi dati Instat elaborati dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di Commercio della Romagna, nel primo semestre del 2025 le esportazioni riminesi hanno raggiunto 1.494 milioni di euro: un lieve calo rispetto all’anno precedente (-1,2%), ma con un balzo del settore alimentare (+19,2%). I numeri registrati lo

confermano: mentre altri comparti, come quello dell’abbigliamento o la metallurgia, risentono delle tensioni dei mercati globali, il settore agroalimentare riminese continua a correre.

Gli Stati Uniti restano il principale mercato di riferimento (11,8% dell’export), seguiti da Germania e Francia, con trend positivi verso Spagna e Polonia. A spiegare il fenomeno è anche Lucio Miranda di Export Usa: “I prodotti di qualità vengono sempre acquistati, anche a prezzi più alti. La domanda americana per le eccellenze alimentari italiane, come quelle riminesi, è solida e resistente ai dazi”. Una testimonianza che fotografa perfettamente la forza del ‘made in Rimini’: una realtà fatta di piccole e medie imprese capaci di unire sapori artigianali e visione globale.

Ma la qualità da sola, oggi non è sufficiente A fare la differenza è la capacità di raccontarla. Le imprese del territorio hanno compreso che il digitale è il nuovo canale del gusto, e che dietro ogni confezione, ogni logo, ogni etichetta, c’è una storia da condividere.

Sempre più aziende romagnole, infatti, investono in e-commerce internazionale e strategie di storytelling digitale.

Attraverso questi strumenti, il territorio si promuove in modo autentico e contemporaneo: il racconto diventa marketing, e l’identità si trasforma in valore aggiunto. Esempi di strategie di percorsi di digitalizzazione per promuovere le proprie eccellenze all’estero, possono essere il Caseificio Comellini, produttore storico dello Squaquerone di Romagna Dop, che ha avviato una campagna digitale articolata, comprendente video pre-roll, Dem e attività di social advertising con l’obiettivo di aumentare la visibilità del prodotto e raggiungere nuovi consumatori; oppure ancora l’azienda noc Si n Ar c mv e pa CSac Dl dc ortofrutticola Sipo di Bellaria Igea Marina che ha adottato un approccio innovativo per promuovere i propri prodotti collaborando con la food blogger Azzurra Gasperini per creare ricette stagionali con ortaggi locali, condivise sui social media. Insomma la Romagna, così, entra nelle case di tutto il mondo non solo per il suo sapore, ma per la storia che quel sapore

porta con sé. Dunque il digitale non è un semplice accessorio, ma un ponte che collega il territorio con i mercati globali.

Nonostante le turbolenze geopolitiche e le oscillazioni dei mercati, i dati parlano chiaro: il food riminese cresce, si adatta e si rinnova.

Dalla Piadina Romagnola Igp alle specialità casearie, passando per l’olio e i vini locali, ogni prodotto è ambasciatore di un sapere collettivo che unisce tradizione e futuro.

In sintesi, la Romagna dimostra come la tradizione possa diventare motore di innovazione e leva per il successo globale. I suoi prodotti non conquistano solo per la qualità, ma anche per la capacità di raccontare storie autentiche, di creare esperienze e di dialogare con mercati sempre più esigenti. Tra laboratori artigianali, fiere internazionali e strategie digitali, il nostro territorio mostra di saper unire passato e futuro, gusto e narrazione, locale e globale. In questo equilibrio, la Romagna non esporta solo cibo: esporta cultura, passione e un’identità che continua a farsi riconoscere e apprezzare in ogni angolo del mondo.

Martina Bacchetta