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Ponte e a capo

Un Consigliere Comunale, non senza un fondo di ragione, ha lamentato il fatto che venerdì 2 maggio gli uffici pubblici a Rimini fossero tutti chiusi causa ponte. E non erano solo i cittadini a non poter accedere ai pubblici servizi, ma anche gli ospiti, essendo chiusi anche quelli di informazione turistica. Con buona pace di quella vocazione turistica del territorio tanto sbandierata per promuovere le aperture a oltranza dei negozi, anche quelli ben lontani dalla spiaggia. Del resto, oggi va così: l’unica attività garantita tutti i giorni, e quasi a tutte le ore, è quella dell’acquistare.
Lo conferma anche internet, il luogo dove sempre di più la nostra realtà si sta spostando. Lì si può acquistare qualsiasi cosa in ogni momento, basta un semplice clic. Mentre la tanto decantata informatizzazione dei servizi pare ancora indietro. Mi è capitato di provare a espletare una pratica su un sito di un certo ente e di vedermi rispondere che il servizio era accessibile solo in orario di ufficio. Insomma, da casa uno alle 2 di notte potrebbe comprarsi il giro del mondo, volo e alberghi compresi, ma non farsi registrare un cambio di indirizzo. Se dall’altra parte non c’è la commessa, poco importa: basta che la carta di credito sia valida. Ma se non c’è l’impiegato, oppure fa il ponte (consapevoli che a volte i ponti sono decisi dall’alto), il problema potrebbe invece esserci: e allora bisogna attendere che il portale, o il portone dell’ufficio, riapra. Ed è inutile bussare, neanche con una connessione a 8 mega.

Maurizio Ceccarini