Home Cultura Plautus 2016, un Festival tra classico e moderno

Plautus 2016, un Festival tra classico e moderno

Plautus-2016

Si colloca tra le più longeve manifestazioni della Romagna e trasforma Sarsina in una capitale estiva del teatro: meta ideale di chi vuole sfuggire la calura estiva e raggiungere, dalla Riviera, una località dell’entroterra a un’oretta di auto. Il Plautus Festival, arrivato quest’anno alla sua cinquantaseiesima edizione, inaugura il 9 luglio una serie di tredici appuntamenti ravvicinati, che arrivano fino al 21 agosto. La scelta dei titoli, operata dal direttore artico Cristiano Roccamo, spazia a tutto campo: dall’antichità classica alla drammaturgia contemporanea.
L’apertura, sabato 9 è in occasione della quindicesima festa romana – con ingresso gratuito – che si tiene nel Piazzale Santarelli, dove Jacopo Costantini interpreterà Le orazioni, che sono ovviamente quelle di Marco Tullio Cicerone. Il giorno dopo, domenica, tocca a Corrado Tedeschi – con la direzione di Luca Cairati e dello stesso Roccamo – rendere omaggio al grande cinema attraverso L’uomo che amava le donne, (sottotitolo L’amore secondo Truffaut), forse il film più emblematico del regista francese.
Sabato 16 – ma l’ingresso al Museo Archeologico Nazionale è a invito – la compagnia Coturno 15 (formata da attori tutti al di sotto dei trentacinque anni) presenta Il complesso di Antigone: una rivisitazione, guardando un po’ a Eschilo e un po’ a Sofocle, del celebre mito, messa in atto da Johannes Bramante con la  collaborazione registica di Sarah Nicolucci. Nei panni della protagonista c’è Francesca Accardi e in quelli di Ismene, la sorella minore, Beatrice Messa. Si passa a Pirandello con Il berretto a sonagli, tra i suoi titoli più memorabili (17 luglio). A riprendere la vecchia regia di Mauro Bolognini sarà Sebastiano Lo Monaco, che vestirà anche i panni dell’impiegato Ciampa, una delle figure più riuscite dell’universo pirandelliano. Nel cartellone non poteva ovviamente mancare il grandissimo commediografo e genius loci Tito Maccio Plauto. La scelta quest’anno è caduta su due titoli: Miles gloriosus (domenica 24), forse il suo lavoro più divertente, eMostellaria, ossia La commedia del fantasma, in prima nazionale il 21 agosto. Nel primo caso si tratta di uno spettacolo collaudato: interprete ancora Tedeschi, affiancato da Ettore Bassi e Justin Mattera, per la regia di Roccamo; il secondo, che è anche lo spettacolo conclusivo del festival, vedrà invece impegnati i giovani attori del laboratorio teatrale ospitato a Sarsina.
Uno dei massimi capolavori, Re Lear di Shakespeare, sarà proposto sabato 30 luglio da Giuseppe Pambieri, con la regia di Giancarlo Marinelli. A interpretare l’Edipus scritto da Giovanni Testori nel 1977, ossia la disastrosa vicenda umana di un capocomico che si trova a ricoprire tutti ruoli dell’omonima tragedia, è l’attore Eugenio Allegri diretto da uno dei registi oggi più acclamati: Leo Muscato (il 31 al Museo Archeologico, ingresso a invito). Nel cartellone c’è posto pure per il genere comico (2 agosto). È il caso del curioso esperimento di cinecabaret dal titolo Siccome l’altro è impegnato: unico interprete, Renato Pozzetto. Il 4 si torna al classico, ma in una personale lettura di Moni Ovadia: Le supplici di Eschilo in prova, che alterna il dialetto siciliano al greco e, nello stesso tempo, guarda al musical. Il polare cantante-attore sarà affiancato da Mario Incudine, autore delle musiche.
Appuntamento con la commedia brillante il 7: Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia presentano Serial killer per signora di cui Douglas J. Cohen firma musiche e drammaturgia, ispirata a un racconto di William Goldman.
Ancora un capolavoro – giovedì 11 – che è un classico immortale, L’avaro, dove, nei panni del protagonista Arpagone, c’è l’attore Alessandro Benvenuti. La regia dello spettacolo è di Ugo Chiti. Dal Seicento di Molière si torna ancora più indietro nel tempo per incontrare Eschilo. Mercoledì 17, Paolo Graziosi e Daniela Poggi saranno i protagonisti di Agamennone, proposto in un adattamento di Fabrizio Sinisi, con la regia di Alessandro Machia.

Giulia Vannoni