Home Attualita Più grandi, più belle Così cambiano le spiagge riminesi

Più grandi, più belle Così cambiano le spiagge riminesi

L’unione fa la forza, anche in riva al mare. Un accorpamento tira l’altro sul litorale riminese, complici le incertezze che da tempo si protraggono tra gli ombrelloni (vedi Bolkestein), la necessità di abbattere i costi e i prezzi offrendo però nuovi servizi ed attrezzature. I patti siglati sulla sabbia diventano allora sempre più d’attualità da Bellaria a Cattolica.
Rimini fa la parte del leone con quello che, di fatto, con 6.500 lettini e 2.500 ombrelloni è lo stabilimento più grande dell’intera Riviera. “Le Spiagge”, inaugurato pochi giorni fa, accorpa lungo mezzo chilometro di battigia ben tredici bagni, dal 47 al 62, ma con qualche “pezzo” rimasto fuori: per i bagni 51, 52 e 56 vale ancora il motto “chi fa da sé fa per tre”. “Ci dispiace moltissimo, abbiamo tentato in tutti i modi di coinvolgerli, speriamo che, presto o tardi, si uniscano a noi, così come altri bagni” sottolinea Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini di Rimini sud e titolare del bagno 62. Già, perché non solo gli accorpamenti sulla sabbia sono un orientamento sempre più comune tra i bagnini (“Le Spiagge” ne riunisce ben quindici), ma diventano una vera necessità. “Ci sono voluti quasi quattro anni per completare accordi, relazioni, tempistiche – prosegue Vanni -. L’idea è nata, innanzitutto, per aver modo di organizzarci meglio in previsione dei prossimi investimenti da fare qualora le spiagge andassero all’asta così come vorrebbe la direttiva europea Bolkestein”. Una legge quadro nazionale non è stata ancora fatta, ma è un punto su cui lavorare. Al tempo stesso, aggiunge Vanni, “decidere con una sola testa anziché tredici, e un ’unica regia, in previsione di questi investimenti, sarà più vantaggioso”. L’unione, poi, abbatte i costi: dagli acquisti in comitiva dei beni e delle attrezzature alla gestione di una sola contabilità, fino alle spese per il personale, “che possiamo far girare tra di noi a seconda del bisogno”. Se cambia poco o nulla nei rapporti con la pubblica amministrazione (non ci sono agevolazioni da parte del Comune, per chi decide di accorpare), cambia invece tantissimo a livello di servizi. “I prezzi non siamo riusciti ad abbassarli, non possiamo permettercelo (il listino prezzi è unico in tutte tredici le spiagge) ma in cambio, pur mantenendo ciascun bagnino la gestione diretta del suo stabilimento, riusciamo ad offrire gratis molti più servizi, ammortizzando le spese. Il “gigante” conta oggi 25 campi da beach (tra tennis, soccer e volley), 7 postazioni di noleggio natanti, 5 campi da bocce, 3 palestre attrezzate, 2 aree benessere con vasche idromassaggio, più animazione, corsi d’acquagym, balli di gruppo, tornei sportivi”.
Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, applaude: “I progetti di evoluzione dello stabilimento balneare classico dimostrano come in città vi sia una categoria di imprenditori che innova, che non sta a piangersi addosso ma rilancia e scommette sul futuro ricominciando dall’unione delle forze e degli intenti”.

Gli altri casi. Quello de “Le Spiagge”, pur con numeri record, non è il primo accorpamento sotto il sole riminese. Nel febbraio 2013 a Torre Pedrera le ruspe iniziarono a demolire il cemento dei bagni 68 e 69 per dar vita (grazie all’investimento di 350mila euro da parte degli operatori, Valentino Cima e Luca Casadei) alla prima spiaggia dell’era masterplan e in regola con il piano dell’arenile, inaugurata alla presenza dello stesso Gnassi. Anche qui, come spiega Cima, l’ottica è di “ottimizzare e razionalizzare i servizi: vasche idromassaggio, percorsi wellness, un’area fitness e wi-fi”. Oltretutto, questo stabilimento è su suolo privato, non su demanio, quindi l’impresa è al riparo dalla ghigliottina Bolkestein.
A Rimini sud (Rivazzurra), la prima alleanza è stata siglata dal 121 al 128 (escluso il 123), mentre a Marina Centro, dopo il caso del Turquoise (ma con più vicissitudini gestionali) è di pochi giorni fa la fusione tra le zone 5, 6 e 7 con “Primespiagge”, oltre 600 ombrelloni in totale. “Lavoravamo già in sinergia con il bagno 5 per la gestione in comune del Bar Kiwi, tra i bagni 5 e 6 ” afferma Gaspare Iaci, dei bagni 6 e 7. “Ora abbiamo unito forze e servizi perché solo insieme, più grandi, sarà per noi più facile mantenere la concessione in caso di aste”. La realizzazione di piscine e palestre sull’arenile, è già in agenda per il 2016.
Infine, un altro progetto di fusione è già arrivato agli uffici del Comune di Rimini: quello tra gli stabilimenti 15 e 18, per ora solo sulla carta.

Alessandra Leardini