Home Storia e Storie Più che di Tiberio, il ponte è d’Augusto

Più che di Tiberio, il ponte è d’Augusto

Un numero speciale per un evento speciale. La rivista culturale Ariminum pubblica nel suo ultimo numero (marzo, aprile 2014) una serie di articoli dedicati al Ponte di Tiberio per celebrarne i primi 2mila anni di storia. Citiamo solo alcuni degli approfondimenti contenuti sul bimestrale edito dal Rotary Club di Rimini: Un nuovo sguardo alla nostra immagine storica , Le pietre raccontano , Un tesoro d’arte e di storia , Simboli e significati, e tanti altri. Ma è propio sul capitolo dei simboli e dei significati che ci vogliamo soffermare, dando un piccolo assaggio del più approfondito lavoro pubblicato su Ariminum . A dedicarsi a questo aspetto del Ponte è Pier Luigi Foschi che racconta, pezzetto dopo pezzetto, i significati “religiosi” impressi nei “sassi”.

Scrive: «Fuori della leggenda rimane il profondo significato politico e religioso che il nostro ponte assume oltre alla maestosità architettonica; il monumento è stato sicuramente voluto da Augusto, i lavori iniziarono nel 14 d.C. e, tenendo conto che l’imperatore morì nell’agosto di quell’anno, sarebbe forse più corretto chiamare il Monumento come Ponte di Augusto e non di Tiberio, anche se è stato quest’ultimo a “tagliare il nastro” dell’inaugurazione. Rimini è sempre stata una città molto cara ad Augusto: l’Arco trionfale porta la data del 27.a.C. anno della sua piena assunzione del potere imperiale. Augusto, molto attento alla comunicazione attraverso i simboli, raggiunta militarmente la pacificazione dell’Impero, abbandona le vesti del condottiero per assumere quelle di pontefice massimo nel 12 a.C. alla morte di Marco Emilio Lepido. A questo ruolo Augusto teneva particolarmente perché gli attribuiva la funzione di “ponte” tra la terra ed il cielo, tra gli uomini e le divinità. Dopo la costruzione dell’Arco, quale altro monumento avrebbe potuto rappresentarlo in questa carica, se non il ponte che collega non solo le due rive del Marecchia, ma anche la via Flaminia con la via Emilia da un lato e la via Popilia dall’altro, divenendo così anche il collegamento tra il territorio metropolitano dell’impero e la Cispadana».

Non solo un collegamento fisico tra due pezzi di impero ma un simbolo “religioso” che sfocia nel politico. Una costruzione importante, manifestante potere e significati che si leggono nei simboli che porta.
«I tempietti stilizzati che decorano le arcate ci introducono al significato religioso del Ponte, significato ancora più esplicitamente sciolto nelle decorazioni delle chiavi di volta delle arcate. Sul lato mare troviamo i simboli sacerdotali quali la brocchetta per le abluzioni di purificazione preparatorie alla cerimonia sacrificale; in un’altra arcata è rappresentata la patera per le offerte alle divinità. L’arcata centrale rappresenta una decorazione che richiama direttamente la figura di Augusto: la corona di quercia che l’imperatore esponeva sulla porta della propria abitazione».
Pier Luigi Foschi prosegue la sua descrizione soffermandosi sui simboli dell’arcata centrale e quelli impressi sul lato monte chiudendo con il dire che: «Quando attraversiamo il nostro Ponte, compiamo quasi un atto religioso ed un tributo ad Augusto».

Per tutti gli approfondimenti rimandiamo ad Ariminum.