Pirati, fantastico Tricolore

    Nella finale scudettata contro Bologna, Rimini ribalta tutti i pronostici. Sudore, terra rossa che si insinua negli occhi, concentrazione, determinazione, giocate da Major League, cinismo, infortuni, cabala negativa (tre finali consecutive perse) e le innumerevoli cassandre… tutto rispedite al mittente. Dopo solo tre gare, il diamante per i Pirati, sembra già tingersi dei colori bianco, verde e rosso: Bologna cade due volte in casa (1-2 e 3-7) e nel Covo i bucanieri piazzano il terzo sigillo (3-0). Gli emiliani sono alle corde e Rimini affonda il gancio del ko: al primo match-point, infatti, conquista la quarta vittoria (7-0) che gli vale il titolo italiano. Ai Pirati basta un acuto per schienare i bolognesi e far partire la festa per il Tricolore numero 12 della loro storia. Rimini torna così a festeggiare un titolo a distanza di 9 anni dall’ultimo, datato 2006, e lo fa da dominatore chiudendo la serie in sole 4 partite con un perfetto cappotto, un fatto che non accadeva dal lontano 2000, quando furono sempre i Pirati di Mike Romano a fregiarsi di questa impresa, ma contro il Nettuno. La formazione neroarancio ha asfaltato quella bolognese sotto tutti i punti di vista: il monte di lancio ha ottenuto una media Pgl complessiva fantastica di 0.75 (solo 4 punti subiti!) con il pitcher dominicano Alexis Candelario eletto Mvp della finale mentre l’attacco ha avuto una media battuta di .277, con Spinelli (.364 più 4 pbc), Babini (.250 più 3 pbc) e Di Fabio (.308) grandi protagonisti. Ma non dimentichiamoci di chi questo Scudetto l’ha fortemente inseguito e voluto, il “pres” Zangheri (classe 1932): cioè tutta la storia del Rimini batte e corri.

    La cavalcata del “dodicesimo”. Ma riviviamola questa splendida cavalcata. Il campionato inizia l’ultimo fine settimana di marzo, con i Pirati nel Covo a rifilare un cappotto al Nettuno1, ma poi subendolo nel turno successivo contro Padova. La conseguente strigliata di Munoz serve a rifilare due sconfitte in successione a San Marino e Nettuno2. La serie con Bologna si chiude in parità, mentre la doppietta sul Parma e il pareggio con Godo permettono ai filibustieri del “Pepi” di chiudere il girone di andata in zona play off. Il girone di ritorno si apre con una serie di pareggi contro Nettuno1, Padova e San Marino; a metà giugno i bucanieri volano a Rotterdam per l’European Cup: dopo le vittorie su Heidenheim, Kntu e Templers, arrivano le sconfitte di fronte a Brno e Neptunus, che sanciscono l’eliminazione dei neroarancio dalla manifestazione. A questo punto la stagione si può salvare solo vincendo lo Scudetto, e alla ripresa del campionato arriva una tonificante doppietta col Nettuno2, seguita però da due sconfitte contro Bologna, mentre le due vittorie successive contro Parma proiettano definitivamente i Pirati ai play off. Contro San Marino la serie finisce 1-2, ma la successiva tripletta contro Padova risolleva classifica e morale. Poi arrivano le due sconfitte (1-2) nelle serie con Bologna e Padova. Ci si gioca tutto con la T&A: Candelario, Escalona, Corradini e Richetti, e un box finalmente cinico, riescono a rifilare ai Titani tre sconfitte e agganciano così la quarta finale consecutiva. Come nell’anno precedente l’avversario da battere è Bologna.

    Munoz, una “Pepita” trovata (quasi) per caso. Negli ultimi mesi del 2014 l’accordo tra Gilberto Gerali, per anni manager del Parma e poi della Nazionale, e la dirigenza riminese sembrava cosa fatta. Poi invece, dopo un certo traccheggio tra le parti, “Gibo” si riaccasò a Parma, che liberò così Orlando Munoz, da due anni alla guida degli emiliani. Il “pres” Zangheri, licenziato Catanoso, con i tempi stringenti ma anche ben impressionato dal gioco molto aggressivo propugnato dal venezuelano sul diamante ducale, colse l’occasione al balzo, prendendo al volo “Pepi” per portarlo al timone del Galeone. Classe 1971, Orlando “Pepita” Munoz ha giocato negli States dal 1989 al 1995 con l’organizzazione degli allora California Angels, arrivando a collezionare 67 presenze in Triplo A. In Italia dal 1997, ha giocato 10 stagioni con la casacca del Modena (raggiungendo la finale scudetto nel 2003, persa contro Bologna) e 5 con quella del Parma (con la quale ha vinto il tricolore nel 2010). Ha chiuso la carriera come giocatore nel 2011 con la formidabile media battuta vita di .355 e 997 (!) valide in 753 presenze. “Pepi” è poi entrato nello staff tecnico parmense come hitting coach nel 2012 per poi diventarne il manager l’anno successivo. Fino alla chiamata di Rimini.