Home Vita della chiesa Piccola, ma più viva che mai

Piccola, ma più viva che mai

Tra le tante comunità che ripartono dopo l’estate ne esiste una molto piccola, ma che si pone al cuore della vita della Chiesa diocesana. È la comunità del seminario, fatta di tre preti, dodici seminaristi e un diacono che si sta preparando all’ordinazione sacerdotale.
Abbiamo chiesto a don Andrea Turchini, rettore del Seminario “don Oreste Benzi” di fotografare la situazione di questa comunità e di raccontarci come inizia il nuovo anno.

Quanti sono i seminaristi della nostra Diocesi in questo anno?
“La situazione numerica di partenza del nuovo anno è esattamente la stessa della fine dello scorso anno. Nessuno ha abbandonato il cammino e nessuno ha iniziato un nuovo percorso nella nostra comunità. Ovviamente questo è solamente il dato numerico perché in realtà tutti i seminaristi che hanno vissuto questo tempo estivo sono molto cresciuti”.

Perché l’estate non è un tempo di vacanza?
“Da sempre si dice che il seminario non va mai in vacanza perché il seminario non è un corso scolastico, ma un percorso di vita che coinvolge totalmente la persona, quindi anche il suo tempo estivo. Noi valorizziamo molto questo tempo per esperienze di formazione che durante l’anno non sono fattibili”.

Ce ne racconti alcune?
“Alcune esperienze vengono fatte insieme come comunità. Quest’estate per esempio abbiamo vissuto un viaggio/pellegrinaggio in Romania accompagnati da p. Cristian Coste, un sacerdote rumeno greco-cattolico presente nella nostra diocesi da qualche anno (nella foto seminaristi e volontari davanti alla Caritas di Oradea in Romania) . È stata l’occasione per conoscere meglio questa nazione e comprendere un po’ di più la complessità sociale, culturale e religiosa dei rumeni che incontriamo qui a Rimini.
Altre esperienze vengono vissute personalmente: chi è andato a Lourdes per un servizio con i pellegrini, chi ha collaborato con i preti dell’ospedale di Rimini, chi ha animato il centro estivo in parrocchia, … tre seminaristi hanno condiviso insieme a me un viaggio in Senegal per conoscere meglio la realtà ecclesiale e missionaria di questo angolo di mondo. Ognuna di queste attività viene pensata e verificata insieme perché sia un’esperienza formativa”.

Con l’inizio della scuola avete iniziato anche voi l’anno del seminario?
“Veramente noi abbiamo iniziato un po’ prima. Ci siamo ritrovati insieme il 4 settembre per iniziare la vita comune e vivere insieme alcuni incontri con altre comunità. Abbiamo poi trascorso due giorni interi insieme al vescovo per affrontare in modo approfondito il tema del celibato sacerdotale. Stare in seminario non è solo scuola, ma è soprattutto vita comune”.

Sappiamo che solo un gruppo del nostri seminaristi rimane a Rimini…
“Si, la nostra comunità diocesana durante l’anno è divisa in diverse situazioni formative. I primi tre anni si vivono a Rimini per attuare un discernimento approfondito sulla vocazione, per conoscere meglio la Chiesa diocesana che vogliono servire, per acquisire i fondamenti della vita spirituale, dello studio teologico e della vita comunitaria. Dopo i primi tre anni c’è un rito di passaggio che si chiama “Candidatura” durante il quale il seminarista si presenta davanti al vescovo e alla Diocesi per dichiarare che ha concluso il tempo di discernimento sulla sua vocazione e che si offre come candidato al ministero sacerdotale. Dopo questo rito i seminaristi della nostra diocesi passano a Bologna presso il Seminario Regionale, che raccoglie tutti i seminaristi delle diocesi della Romagna e di Bologna per continuare la loro formazione in vista del presbiterato”.

Ma se uno entra in seminario “da grande” deve fare tutto questo percorso?
“È difficile oggi comprendere cosa significhi essere grandi. Noi usiamo un criterio oggettivo. Chi inizia il seminario dopo i trentacinque anni viene accolto per i primi tre anni in seminario a Rimini, poi, dopo la candidatura, continua il suo percorso formativo presso una comunità sacerdotale in una zona pastorale della nostra Diocesi, per cominciare ad assumere qualche responsabilità in seno alla comunità e confrontarsi direttamente con la vita dei preti della nostra Diocesi. Attualmente due seminaristi stanno facendo questo tipo di percorso”.

Che cosa è necessario per entrare in seminario?
“Il Signore sceglie persone molto diverse ed ognuno è portatore di doni personali. Direi che alcune cose non possono mancare: prima di tutto il desiderio di vivere per il Signore e di conoscerlo sempre di più attraverso la preghiera e lo studio; una buona capacità di relazionarsi con le persone in modo libero ed equilibrato; una disponibilità e una generosità che risultino il carattere prevalente della persona; un amore sincero alla Chiesa e la disponibilità a mettersi in gioco per essa”. (r.e.)