Home Attualita Per non affondare le darsene vanno in… Rete

Per non affondare le darsene vanno in… Rete

Sotto i colpi della famigerata tassa di sosta sulle imbarcazioni da diporto, pensata dal governo Monti, in un anno il settore ha rischiato di affondare. Quella “sosta” non è mai stata effettivamente introdotta ed ora si è trasformata in tassa di possesso, ma i danni ingentissimi sono già finiti in acqua. Il calo delle immatricolazioni delle barche, è arrivato perfino al 90% con una perdita di fatturato di 1,2 miliardi e il fatturato del settore diportistico è passato da 1 miliardo e 100milioni del 2008 ai 444 milioni del 2012. La cantieristica non ha fatto meglio, cadendo dai 3,8 miliardi ai 2 miliardi del 2012. In attesa di un decreto del Governo, in grado di portare l’IVA dal 22 al 10% per equiparare le darsene ai villaggi turistici, l’unione fa la forza. È nata infatti la prima Rete d’Impresa tra le Marine turistiche dell’Emilia Romagna (con una piccola escursione nelle Marche grazie al porto di Gabicce mare). Marinara (Ravenna), Rimini, Cattolica, Portoverde-Misano Adriatico e Cesenatico hanno deciso di fare sistema per promuoversi e riportare sulle coste i turisti diportisti, emigrati in porti meno tartassanti rispetto a quelli italiani: Francia, Slovenia, Croazia o Grecia. Partner di questa alleanza marinara, la Regione Emilia-Romagna e la maggiore organizzazione di approdi turistici d’Europa, la MDL itd di Southtampton (legata da un rapporto di franchising al Porto di Marinara), con oltre 10.000 posti barca gestiti attraverso 70 marine.
L’offerta con Ravenna capofila – ovvero il porto più grande dell’Adriatico – è forte di 2.600 posti barca, dà lavoro a più di 8.000 addetti ed è frutto di oltre 250 milioni di euro di investimenti. “La formula Rete d’Impresa è imprescindibile se vogliamo rivolgerci al mercato internazionale” avverte l’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci.
Ogni imbarcazione ormeggiata genera un’occupazione media di circa 2.3 addetti; i diportisti mediamente spendono circa 5mila euro l’anno per l’affitto dell’ormeggio e circa 6mila per il rimessaggio e manutenzione della propria barca, mentre al di fuori della darsena spendono circa 90 euro al giorno. Un segmento dal potenziale notevole: per attrarlo, il sistema punta oltre al mare, sulle eccellenze come enogastronomia, arte e cultura, la Motorvalley, l’Appennino e il benessere termale.
Tra le azioni previste dalla Rete, un sito internet in lingua, promozione sui social network e spazi redazionali sulle principali riviste nautiche, oltre alla presenza alle principali fiere internazionali di settore, Londra e Düsseldorf in testa.

Paolo Guiducci