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Paranorman, chi è il diverso?

Norman, appassionato di vecchi film horror, riesce a parlare con i morti e per questo è emarginato dai compagni di scuola che lo considerano troppo strano (anche i genitori e la pestifera sorella maggiore non gradiscono il fatto che asserisca di parlare continuamente con la nonna defunta). Tranne il “ciccio” Neil, l’amico per la pelle che lo segue ovunque e non si preoccupa delle sue stranezze. Ma la capacità di Norman di interagire con l’aldilà risulterà utile quando la cittadina di Blythe Hollow dovrà fare i conti con la maledizione della strega messa al rogo secoli prima da padri pellegrini poco indulgenti.

ParaNorman è un travolgente film d’animazione in stop-motion (animazione a scatto singolo) dovuto alla verve creativa di Chris Butler, autore della sceneggiatura e regista (assistito da Sam Fell, già realizzatore di Giù per il tubo e Le avventure del topino Desperaux) che pesca a piene mani con gusto, ironia ed inventiva nelle coordinate dei “film di paura”, ma trattando la materia in modo intelligente e spassoso, dove i veri “mostri” si rivelano più gli abitanti del villaggio e i loro avi, piuttosto che gli spaventevoli zombies e la strega cattiva la cui sorte nasconde un commovente retroscena. A salvare il mondo poi sono ragazzini considerati “diversi” per le loro stranezze e caratteristiche (il visionario, il ciccione, il forzuto poco intelligente) e che il film dispone di un gustoso 3D che esalta il senso dimensionale dei pupazzi.
Così la fiaba tinta di sangue (di plastica…) non appare affatto spaventosa (anche se ai bambini più piccoli magari qualche tratto può risultare meno “confortante”) e le dinamiche “orrorifiche” per una volta mettono d’accordo figli e genitori. Qui il tutto si presenta giocoso ed edificante, mai stucchevole e con un bel ritmo.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani