Home Attualita Paolo Cevoli, la storia “a sinistra” con Michelangelo

Paolo Cevoli, la storia “a sinistra” con Michelangelo

Lo abbiamo visto nei panni del cuoco della evangelica Ultima Cena. Poi in quelli, altrettanto esilaranti, del sosia di Mussolini in una Riccione già sconquassata dal secondo conflitto mondiale. La guerra (quella “Grande” del 15-18) ha rappresentato lo sfondo del film Soldato semplice, nel quale interpretava il maestro elementare romagnolo Gino Montanari, ateo, anti-interventista e donnaiolo, che diventa amico di Aniello Pasquale, un ragazzo aperto e curioso con i principi morali, imparati dal parroco di Capri e dalla madre molto religiosa, sono semplici: Dio, Patria e Famiglia.
Ora Paolo Cevoli rinnova la sua fortunata collaborazione artistica con Daniele Sala nel nuovo monologo comico-storico dal titolo “Perché non parli”. Questa volta l’attore romagnolo interpreta Vincenzo “Cencio” Donati, il garzone, distratto e pasticcione, di Michelangelo Buonarroti che a causa della sua balbuzie non riesce mai a esprimersi correttamente. Per questo motivo il sommo scultore fiorentino si rivolge a lui con la famosa frase: “Perché non parli, bischero tartaglione!”. “Cencio” ha anche un altro “difetto”: è mancino e usa la “manina del diavolo” anche per farsi il segno della croce. Per correggere questo “difetto” i frati gli hanno legato la mano sinistra dietro alla schiena, e qui è nata la balbuzie del garzone. La vita di Cencio sarà legata fino alla fine con quella di Michelangelo. Anche quando, nella Cappella Sistina, alzando gli occhi verso la volta affrescata, vede Adamo che allunga la mano verso Dio: “Ma A-da-da-mo è ma-ma-mancino! Vigliacca boia!”.
L’attore e comico riccionese porta in scena questo spettacolo giovedì 3 dicembre, alle ore 21, presso il Teatro Novelli di Rimini. Con ironia e leggerezza (ma senza banalità), Cevoli compie un altro viaggio nella storia, affrontando personaggi ed epoche famose attraverso gli occhi – e la vita – di persone semplici. Il cui sguardo sulla vita è sempre sincero e – tra una battuta e l’altra – regala allo spettatore più di un interrogativo sull’esistenza.