Home Top News Palermo (Fortinet) “Allarme cybersecurity, in Italia poca attenzione”

Palermo (Fortinet) “Allarme cybersecurity, in Italia poca attenzione”

Palermo (Fortinet) “Allarme cybersecurity, in Italia poca attenzione”
Palermo (Fortinet) “Allarme cybersecurity, in Italia poca attenzione”

MILANO (ITALPRESS) – “C’è da notare un’accelerazione degli attacchi informatici evidente. Due dati: il 2022 è stato un anno nero, ma i soli primi sei mesi del 2023 testimoniano che il trend è ancora in peggioramento. L’anno scorso l’Italia è stata tra i paesi più attaccati a livello mondiale, con un +169% degli attacchi a fronte di una media mondiale del 21%, e si tratta di attacchi andati a segno e rilevati, quindi c’è anche una percentuale che ci sfugge. In Italia gli attacchi crescono 4 volte in più, siamo vicini al 40% in Italia contro l’11% a livello mondiale. E in Italia cresce l’importanza degli attacchi andati a segno, il 9.6% del totale”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Massimo Palermo, country manager Italia e Malta di Fortinet, azienda specializzata in soluzioni per la cybersecurity.
“Sicuramente ci sono tante ragioni, in particolare per il nostro tessuto economico-produttivo particolare con una predominanza della pubblica amministrazione e delle piccole e medie imprese – ha analizzato – Un recente rapporto evidenzia come nelle piccole e medie imprese, che valgono il 30% dell’occupazione in Italia e il 40% del pil, nel 70% dei casi non venga fatta formazione sulla cybersecurity, in moltissimi casi non si conosce cosa sia l’attacco di phishing, c’è pochissima protezione perchè pare ci sia poca consapevolezza e poca attenzione”. Secondo il rapporto Clusit 2023 sulla sicurezza in Italia, il numero di attacchi è cresciuto in cinque anni del +86% rispetto al 2018, così come la media mensile, da 124 a 230: “Purtroppo al crimine informatico piace un pò di tutto, parliamo di un qualcosa che non è più legata al super esperto tecnico con la felpa, ma sempre più a organizzazioni criminali che hanno messo su un modello industriale di business, ripetitivo e in grado di lavorare su vasta scala, con ingenti capacità tecniche e finanziarie – ha spiegato Palermo – Anch’io posso, per esempio, comprare dei tool di hacking sul dark web, è una sorta di pesca a strascico”.
E sui crimini informatici legati ai conflitti o alle tornate elettorali: “Con i recenti conflitti in Ucraina o Israele, la cyber war è sempre più preparatoria nonchè una modalità di guerra – ha sottolineato – C’è un impatto sulle infrastrutture critiche, non solo elettricità, gas e trasporti, ma anche nei confronti di un sistema elettorale ormai telematico ed elettronico: avremo 75 paesi all elezioni quest’anno, immaginate l’impatto di alterare o disabilitare questo sistema elettorale”. Infine, sull’utilizzo dell’intelligenza generativa nel settore della cybersicurezza: “Come tutte le tecnologie, può essere fatto un uso positivo o negativo – ha spiegato – Può essere d’aiuto, di fronte all’aumentare delle minacce in volume, aggressività e sofisticazione, è ovvio che anche la più brillante mente umana e le aziende con più risorse hanno bisogno di aumentare le capacità di elaborare milioni di dati, c’è sicuramente un aiuto che può arrivare nell’individuare anomalie e minacce prima che si manifestino. Può essere un aiuto per chi lavora nei security operation center. C’è una mancanza di personale qualificato in cybersicurezza – ha concluso – E’ evidente come possa essere un complemento alle capacità umane”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).