Nella puntata del programma «FuoriRoma» che tanto ha fatto discutere a Riccione, politicamente parlando, si è ignorato un elemento significativo: l’uso abbondante del drone per riprese dall’alto. Particolarmente suggestive – o inquietanti a seconda dei punti di vista – quelle del tracciato del TRC a fianco della ferrovia. Il drone, mentre voi perdete tempo a discettare di scie chimiche, si appresta probabilmente ad essere il nuovo strumento di controllo da parte del potere sulle nostre vite. I «Muse», uno dei più importanti gruppi rock attuali, hanno intitolato «Drones» il loro ultimo lavoro, dove già parlano di una nuova società stile grande fratello di Orwell dove la libertà altro non è che solo “un prestito gestito dalle macchine e dai droni”. Già pare si siano organizzati nuclei di guerriglia urbana: si dice, non si sa quanto a livello di leggenda metropolitana, che a una «Molo Street Parade» un drone in volo sul pubblico sia stato abbattuto da una contraerea della privacy armata di bottiglie di birra. Se il drone diventerà davvero o meno l’occhio che spierà le nostre vite dall’alto, lo vedremo nei prossimi anni. Anche perché, comunque, se non dall’alto cosa rimane da spiare delle nostre vite visto che sui social network spiattelliamo già per conto nostro tutto quello che facciamo rasoterra?
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini