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Non solo turismo dell’anima

Turismo religioso. Due termini che a prima vista si contraddicono ma che nella realtà “viaggiano” sulla stessa lunghezza d’onda.
Quello del viaggio mosso dalla preghiera e dalla spiritualità è un settore in crescita sia in Italia, paese che ospita tremila santuari, circa la metà di quelli presenti in Europa, e il 70 per cento del patrimonio artistico e culturale sparso per il continente (due terzi di proprietà della Chiesa cattolica), che all’estero. Un settore che conta 330 milioni di pellegrini in giro per il mondo nel 2008, di cui 35 milioni italiani.
Sono solo alcuni dei dati diffusi in occasione del ventesimo anniversario dell’agenzia di viaggi e pellegrinaggi Ariminum, tra le poche strutture turistiche operanti a livello diocesano in tutta Italia, che nell’ultimo decennio ha organizzato i viaggi di 44mila persone, di cui 24mila oltre confine. “L’agenzia – spiega il suo fondatore, don Benito Montemaggi – è nata grazie all’idea, nei primi anni Ottanta, dell’allora vescovo riminese mons. Giovanni Locatelli, che pensò bene di rispondere ad una richiesta crescente”, sia da parte dei fedeli delle parrocchie riminesi, che sulle orme del “papa pellegrino” Giovanni Paolo II, cominciavano a scoprire i sentieri internazionali della fede e del sacro, sia dei gruppi italiani ed esteri che volevano venire in visita ai tanti santuari presenti nella diocesi di Rimini.

Offerte e attese
Contestualmente alle iniziative promosse già allora dalla Cei per l’accoglienza e l’assistenza religiosa dei turisti (dai vangeli in lingua straniera fino agli orari delle messe distribuiti nelle varie strutture ricettive), nel 1989 le attività coordinate dal centro pastorale diocesano sono state assorbite da un’agenzia vera e propria, in grado di organizzare i soggiorni di un numero crescente di viaggiatori in cerca di spiritualità in un contesto in cui, prosegue don Montemaggi, “ancora dopo vent’anni i tour operator non sempre organizzano pacchetti su misura”.
Problema sottolineato anche dalla professoressa Fiorella Dallari, docente della Scuola Superiore di Scienze Turistiche dell’Università di Bologna, Polo di Rimini, che ha coordinato la ricerca sugli scenari e le statistiche del turismo spirituale, commissionata da Ariminum.
La docente insiste sulla professionalità degli operatori che devono sempre più “saper coniugare l’offerta con le attese spirituali degli individui”. Una offerta, commenta confrontando alcune delle principali mete italiane “non sempre adeguata alle necessità di spiritualità, preghiera e confessione proprie di questo settore”.

In riviera per pregare
Oltre ad essere, come sottolinea la direttrice Nunzia Celli, “l’unico operatore riminese che fa partire i pellegrini dall’aeroporto di Rimini con una quindicina di voli verso le principali mete religiose internazionali” Ariminum si occupa anche di trovare una sistemazione ai gruppi parrocchiali che in estate (55,5%), ma anche nel periodo natalizio (27,8%), cercano una casa per ferie e incontri spirituali. Perché “anche a Rimini si viene per pregare e reflettere – sottolinea don Montemaggi – lo dimostrano non solo le 800mila presenze registrate in riviera per il Meeting di CL ma anche le 400mila che ogni anno vengono accolte, oltre che negli alberghi, anche nelle diciotto strutture (per un totale di ottocento posti letto) che la diocesi riminese nel suo complesso mette a disposizione per centri e campi estivi, e che ormai non sono più sufficienti a colmare la forte richiesta”. Nel 65% dei casi si affittano locali in autogestione, mentre la permanenza del soggiorno che abbina mare e formazione è per lo più di una settimana (50%) nonostante anche in questo settore le presenze si stiano concentrando sempre di più tra il venerdì e la domenica (22,2%).

L’identikit del pellegrino
Se in riviera arrivano prevalentemente gruppi di giovani fedeli, l’identikit del pellegrino riminese tracciato da Ariminum ha per lo più tra i cinquanta e i sessant’anni, è pensionato, tende a viaggiare con la parrocchia (58%) ed è prevalentemente donna (75%). In pellegrinaggio si va nel 58% dei casi una sola volta all’anno, spinti da motivi di fede (71%) o da interessi culturali (22%). Tra le mete di maggiore interesse figurano la Terra Santa, “per vedere – hanno risposto i fedeli – i luoghi dove Cristo ha vissuto” e Lourdes “per la forte spiritualità”. Tra le proposte che vorrebbero ricevere i pellegrini interpellati, prevalgono i viaggi verso luoghi e santuari mariani e Santiago de Compostela, Terra Santa e Turchia.
In attesa di spegnere, sabato 5 settembre, alla presenza del vescovo Francesco, le prime venti candeline, Ariminum sta già selezionando le prossime mete: dal Bangladesh in collaborazione con l’associazione Papa Giovanni XXIII al Venezuela dove i pellegrini saranno guidati da don Aldo Fonti, missionario per venticinque anni in America latina.
Sempre con una priorità: “superare il concetto del turismo mordi e fuggi a caccia di monumenti – conclude Nunzia Celli – e soddisfare l’anima, nella preghiera così come nel contatto con le popolazioni e culture locali”.

Alessandra Leardini