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Non è Gomorra, ma un assaggio

Sala parrocchiale di San Gaudenzo: si vive per il decimo anno una serata “nel segno” di Falcone, Borsellino, e ora don Pino Puglisi. La promuove la parrocchia, prima realtà culturale e sociale a Rimini a mettere a tema il problema mafia.
Organizza l’incontro il Gruppo di servizio “Nuove Frontiere”: un nome, un programma di lavoro. Ospite illustre e competente Daniele Paci (nella foto), riminese, “uno di noi” dunque, pubblico ministero nel tribunale di Palermo.
La serata è aperta dalla proiezione dell’inchiesta televisiva Rimini Gomorra edito da Rai News 24. Un filmato duro, con un titolo …durissimo.

Davvero Rimini è Gomorra? Questa è stata la prima domanda che ha animato la serata, e che ha visto intervenire tanta gente: parrocchiani, gente di fuori, persone impegnate nella lotta alla criminalità organizzata, giudici, avvocati.
Visto il filmato, il pensiero di tutti, sollecitato anche dal dott. Eugenio Cetro che modera la discussione, corre subito al nostro vescovo Francesco , che appena due sere prima, nell’omelia all’Arco d’Augusto, al termine della processione del Corpus Domini, aveva denunciato “ con voce chiara e forte varie forme di violenza presenti nella nostra città”: “ La prima è la mafia. Infiltrazioni malavitose sono ormai documentate. Il nostro territorio risulta un terreno molto appetibile e di facile accesso. In esso non è impossibile né difficile trovare complicità e connivenze. Ma il nostro tessuto morale e culturale in ambito civile ed ecclesiale è ancora sano. Il pavimento etico della casa è solido… è tuttavia nostro impegno vigilare e reagire ad ogni ’crepa’ che ne mina la stabilità”. Proseguiva il Vescovo: “anche il gioco d’azzardo è violenza perché crea dipendenza e schiavitù… Il gioco è la tassa dei poveri, la tassa più iniqua!”. “Un terzo fenomeno di degrado umano che nessuna ordinanza sembra riuscire più ad arginare, in nome di un garantismo che lascia sconcertati, è la violenza della prostituzione.

Il primo a prendere la parola è il Prefetto di Rimini, dott. Claudio Palomba. Afferma di essere d’accordo con il Vescovo: Rimini non è Gomorra. È un titolo di richiamo. Sì, il contenuto del filmato è ben documentato: le infiltrazioni mafiose ci sono; ma sono, per ora, infiltrazioni, che non nascono qui; e le istituzioni locali ne sono esenti. L’ambiente è “occupato” dalla mafia quando c’è il coinvolgimento o la connivenza delle istituzioni locali.

È poi la volta del primo intervento di Daniele Paci. Il titolo del filmato è eccessivo e fuorviante; i fatti, invece, documentati nel filmato, sono oggettivi. Paci valuta molto positivamente l’intervento del vescovo, che autorevolmente denuncia la mafia come problema. Paci fa la storia dei tentativi di infiltrazione della mafia a Rimini, già dal 1991, resi evidenti da passaggi di proprietà in odore di riciclaggio, dalla presenza di latitanti nel territorio, da operazioni di polizia riguardanti persone coinvolte in delitti di mafia, da casi di recupero crediti con forme di violenza. Quel cartello criminale venne sconfitto: 120 arrestati in un giorno! Ma l’attenzione deve essere sempre forte. Paci è d’accordo col Prefetto: per controllare il territorio dobbiamo avere il controllo delle amministrazioni locali. La mafia non è solo estorsione, o spaccio; è il controllo del territorio, è il rapporto con la politica e con gli enti locali. È vero che a Rimini il pavimento morale è solido, come dice il Vescovo. Rimini non è Gomorra; non è Corleone. È giusto dirlo, per non sbagliare strategia.

La discussione è stata animatissima. Ad un certo punto è emerso il rapporto fra mafia, investimenti di denaro sporco, prestiti usurari e… evasione fiscale. L’evasore fiscale è vittima e complice del mafioso, perché per la sua condizione di evasore è costretto a chiedere prestiti fuori del circuito legale a chi ha denaro (cioè alla mafia) divenendone vittima e ponendosi nella condizione di non potere denunciare, ma di subire, tacere, farsi complice.
Chi scrive ha richiamato l’affermazione etica che “l’evasione fiscale è furto”, ai danni del bene comune. Furto che nasce da quella idolatria del denaro che è alla base del fenomeno mafioso: “Per parlare di questo problema a Rimini siamo stati tacciati di moralismo. Siamo qui per prendere coscienza, e per fare sul serio.”

Anche la denuncia del Vescovo sul gioco d’azzardo è stata ripresa, con una presentazione analitica del fenomeno (è la terza industria italiana, 80 miliardi l’anno di fatturato!) da parte dell’esperta e operatrice sociale dott.ssa Emma Pegli. Il ricorso al gioco non è ludico, è ricerca di denaro, anche per compensare o far fronte a difficoltà economiche. È davvero la “tassa dei poveri”.

La terza denuncia del Vescovo, quella sulla prostituzione, ha avuto eco nella serata, ma un’eco amara. Se ne è fatta portavoce il Giudice Rossella Talia: dopo aver richiamato che nei confronti di usura ed estorsioni “le denunce bisogna farle; ma c’è paura; eppure da noi non è un atto eroico denunciare l’usura: il rischio è poco. La nostra società è sana, ma ha poco coraggio”, ha riconosciuto: “Quanto alla prostituzione, non abbiamo strumenti giuridici validi.
Daniele Paci ha concluso i suoi interventi rilevando che il nostro territorio è area appetibile per mafia e criminalità organizzata: per la vicinanza con la Repubblica di San Marino, per le turbe di turisti, per i grandi flussi di denaro. E’ vero che Rimini non è Reggio Emilia, dove la mafia ha preso un pezzo di città. Non dobbiamo perdere il controllo del territorio e delle istituzioni; dobbiamo impedire che le bollicine di mafia si mettano insieme e finiscano per occupare il territorio. Dobbiamo avere il coraggio in tanti di fare il nostro dovere; ci vogliono denunce.

È stata una serata importante per tutti, e forse ancora più per noi cristiani. Come testimonia l’antico Discorso a Diogneto, il cristiano non è diverso dagli altri, non si isola su un monte… ma il suo comportamento è diverso, addirittura paradossale. Il denaro non può essere il nostro dio. La parola “profezia”, per chi si dice cristiano, è una parola seria, impegnativa. Non annacquiamo il Vangelo!

Aldo Amati