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Noi siamo Amazzonia

Nel periodo di Pasqua, durante una Messa all’aperto in una notte stellata, iniziata al buio con l’unica luce del cero pasquale, condividevo con la Comunidade São Sebastião il dono di celebrare in una cattedrale maggiore di quella di Parigi: “La nostra cattedrale è il Creato e brucia!”. Sono stato inviato qui, nella regione di Bom Jesus do Araguaia (appartenente alla Prelatura di São Félix do Araguaia in Mato Grosso nella regione amazzonica brasiliana).

Si sta celebrando il Sinodo Panamazzonico, che invita a “camminare insieme” nel rispetto della “casa comune” sollevando grandi questioni: come prendere coscienza del compito epocale che la creazione impone a ogni essere umano? Qual è la situazione attuale, letta dal punto di vista del Vangelo e della Chiesa? Perché è importante per le comunità cristiane quest’area tanto sensibile? Chi è l’Amazzonia?

Nós somos Amazônia“: così abbiamo riflettuto all’inizio dell’anno pastorale. “Noi siamo Amazzonia”: ci è chiesto di crescere personalmente, comunitariamente e socialmente in questa consapevolezza, aiutati dalla vita di fede e dai legami con le persone incontrate. Il “noi” si trasforma e cresce, legato a questo territorio strategicamente decisivo per le sorti del pianeta, messo alla prova oggi – e da molto tempo – dai grandi incendi in Brasile e in Bolivia. Andando sul fiume che “battezza” la regione e nei suoi affluenti, si percepiscono le meraviglie e le ferite del Creato: i popoli ribeirinhos faticano, da un lato, perché i fiumi – antiche arterie di comunicazione alle cui rive si erano stanziati – sono sostituite dalle strade, dall’altro, perché l’industria estrattiva e l’agrobusiness spesso si sentono padroni sopra le leggi.

Oggi tali terre respirano grazie alla presenza dei popoli originari, sentinelle di questo grande tesoro che ci spinge a guardare all’origine e al Creatore. Di fronte alle politiche “integrative” che tentano di omologare gli indios ai “cittadini”, si presentano grandi sfide: quali diritti per questi popoli?

Nós somos Sínodo”: i vescovi sono stati tutti convocati a Roma, non solo una rappresentanza – potando la comprensione dei fenomeni del pre-Sinodo (fase in cui sono state ascoltate 87mila persone, fra cui 172 etnie indigene). Il senso del Sinodo è pertanto radicato nella solidarietà intima fra fede e creazione (nell’ottica della Laudato Si’), cui è legato l’invito alla conversione pastorale e sinodale della Chiesa. Il dolore del Creato è il dolore di molte donne e uomini di questo nostro mondo che ci è affidato.

Damiano Raspo
sacerdote fidei donum in Amazzonia