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Nello stile dell’accoglienza

Che nelle parrocchie i giovani siano oltre che un grande impegno, soprattutto una risorsa, è cosa certa. Con il loro entusiasmo e la capacità di mettersi sempre in gioco sono motore di tante iniziative. A Sant’Agostino, la parrocchia che copre la zona del centro storico, si vive un momento di particolare grazia. In questo momento i ragazzi e i giovani sono davvero numerosi, a partire dalle elementari fino ad arrivare agli universitari. Lo stile li contraddistingue e prima di tutto vengono la cura, l’accoglienza e l’umanità.
Il fulcro del percorso giovanile è la vita di comunità. I ragazzi hanno bisogno del contatto diretto, del dialogo e del semplice e sano stare insieme.
Ne abbiamo parlato con don Vittorio Metalli, dal 2014 parroco di Sant’Agostino.

Quando inizia il lavoro con i ragazzi?
“Tutto inizia alle elementari. Abbiamo un’ottima equipe di catechisti che guida i più piccoli. Poi ci sono educatori che s’impegnano nel passaggio alle medie: con questi ragazzi è decisivo fare aggregazione, non solamente incontri e catechesi. Alle superiori, da quest’anno, abbiamo un notevole numero, soprattutto grazie ai 20 e più ragazzi provenienti dalle medie. Il gruppo delle superiori è formato dai ragazzi del biennio e da quelli del triennio. Si spera di far crescere il gruppo degli universitari.”

Cosa li rende unici?
“Sono educatori di vita, per loro stessi e per le persone che hanno attorno. Questo vale in particolar modo per i giovani, che svolgono il servizio educativo. Non sono dei semplici operatori pastorali, sono dei veri e propri riferimenti umani. Il loro numero non è ancora elevato ma è in crescita.”

Quali associazioni sono presenti fra i giovani?
“Abbiamo l’Azione Cattolica ma non gli Scout. L’AC è comunque una proposta molto libera, non è richiesta l’adesione. Ad esempio, il gruppo educatori è variegato: non tutti sono aderenti. L’Azione Cattolica fa parte di noi: lo stile che ci caratterizza richiama quel tipo di esperienza e frequentemente partecipiamo a momenti organizzati, come il campo di settembre.”

Qual è il vostro punto base?
“La nostra casa è il cortile interno della chiesa di Sant’Agostino, dove abbiamo spazi per lo svago e ambienti per gli incontri. Visti i grandi numeri di ragazzi, spesso gli spazi ci mancano. E allora si pensava di usufruire del teatro di San Nicolò.”

Prospettive e progetti per l’anno che è alle porte?
“Avremo una missione: portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia, come ha chiesto di fare Papa Francesco in occasione dell’anno giubilare. È una tappa importante per il cammino della Chiesa e noi vogliamo incentrare il cammino su questa sfida. Cercheremo anche di indicare alcune piste di riflessione e di preghiera. A livello di esperienze, faremo una settimana di convivenza alla Casa di Sandra della parrocchia di San Girolamo. Insomma, con umiltà e impegno, cerchiamo di affrontare cristianamente tutto ciò che facciamo e viviamo.”

Tommaso Mazzuca