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Natale, dalle Ande ai Carpazi

Un Natale multietnico è in corso a Rimini. Dai primi di dicembre è aperta la mostra dei presepi dal mondo che coinvolge una trentina di comunità di immigrati. Ma oltre alle iniziative comuni, le comunità straniere residenti in Riviera festeggiano il Natale ciascuna secondo le proprie tradizioni. Fanno festa in questi giorni gli immigrati di fede cattolica, ma anche gli ortodossi.

La novena latino-americana
Rientrato da circa un anno dal Venezuela, don Aldo Fonti, ora responsabile dell’Ufficio missionario diocesano, a partire da metà dicembre ha organizzato una novena in stile latino-americano.
“In Venezuela, come negli altri paesi della zona – racconta il parroco di Viserba Mare – oltre al presepe, una tradizione molto sentita è la novena. Ovunque, anche per le strade, nel periodo natalizio si odono suoni di tamburo, di ’quattro’ e maracas, strumenti tipici di questo periodo.
Per nove sere, spostandoci nel territorio della parrocchia, abbiamo fatto anche noi la novena; un progetto partito da una famiglia colombiana che piano piano ha coinvolto, nell’animazione di questi momenti di preghiera, gli adulti e i bambini dei diversi gruppi parrocchiali. I protagonisti sono stai loro: i latino-americani. Ogni sera si è svolto un momento di preghiera e di canti; la festa si concluderà con il presepe vivente la sera della Vigilia, in parrocchia”
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La Chocolatada peruviana
I latino-americani ancora in festa; questa volta a partire dalla comunità peruviana, nello specifico dall’hermandad ‘Nuestro Señor de Los Milagros’ che il 19 dicembre ha organizzato la ‘chocolatada’. Tradizione tipica peruviana, è una festa natalizia di solidarietà con i più poveri, specialmente bambini e anziani. In Perù è organizzata, qualche giorno prima di Natale, nelle scuole, dalle istituzioni e dalle associazioni. Una giornata di festa nella quale si condividono cioccolata, panettone, e dolci vari e babbo Natale porta in dono vestiti e alimenti agli indigenti.
“In questo momento si parla della nascita di Gesù e si spiega ai partecipanti il significato del Natale”, racconta Rosaria, cuoca alla Caritas e componente della fraternità. “A Rimini viviamo questa festa da quattro anni, seguendo la tradizione peruviana. È un pomeriggio di gioia per tutti i bambini latino-amercani, da zero a 10 anni, organizzata presso la Caritas diocesana. Quest’anno hanno partecipato una cinquantina di persone. Abbiamo preparato anche una lotteria, per gli adulti, con premi natalizi”.

Le colinde della comunità romena
Fanno festa in questi giorni gli immigrati romeni di rito greco-cattolico (ortodossi uniti con Roma). Sullo stile delle ’colinde’, intonate la sera della Vigilia – per le strade delle città – nella maggior parte dei paesi dell’est Europa, la comunità romena si incontra per intonare un canto natalizio, presso la Caritas. La festa prosegue il 25 dicembre con il pranzo comunitario e il 26 con le celebrazioni per il secondo giorno di Natale. I festeggiamenti si concludono il 27 dicembre (per loro S. Stefano) con la S. Messa alle ore 20.00.

La comunità albanese
La comunità albanese a Rimini si riunisce il 26 dicembre. Dopo un breve ritiro in parrocchia con la meditazione della Parola di Dio, don Giuseppe celebra la S. Messa a Miramare, per concludere con un momento conviviale con dolci, spumante e panettone. Come festeggeranno il Natale i nostri fratelli al di là dell’Adriatico? A causa della lunga dominazione turca e della dittatura comunista, non sono presenti, in particolare nella zona di Kuçova e Berat (sede della missione diocesana) forti tradizioni cattoliche, ma don Giovanni Vaccarini, come ogni anno, festeggerà il Natale insieme ai fratelli del paese delle Aquile.

A Kuçova e Berat,nella missione diocesana
“Ci stiamo preparando al Natale già da tempo, sia con momenti comuni di riflessione, preghiera e confessioni con l’Amministrazione Apostolica (come abbiamo fatto a fine novembre con i catecumeni ad Elbasan) sia qualche giorno fa con i giovani battezzati a Lushnje, con i quali abbiamo ripercorso il cammino della storia della Salvezza per arrivare a Gesù”, racconta don Giovanni. “Abbiamo fatto un ritiro tra noi missionari, e nelle varie realtà della missione, stiamo preparando momenti di festa: con i disabili del Centro Shen Asti e di Uznova, con i ragazzi delle suore, con quelli del Centro Shpresa, con i giovani di Kuçova (scout e doposcuola). È qui che vivremo la notte di Natale alla quale prenderanno parte anche persone che non partecipano alla comunità, ma desiderano vivere il Natale insieme a noi.
Il 25 celebriamo la S. Messa a Berat ed il pomeriggio ad Uznova. In tutte le famiglie sosteniamo l’iniziativa dei presepi, un’occasione di preghiera, di fede e anche di una nostra visita”
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Come sono i rapporti con gli ortodossi? chiedo a don Giovanni. “Sempre bello è il momento di scambio degli auguri con la realtà civile e con il Metropolita ortodosso, con cui manteniamo un rapporto sempre molto cordiale. Soprattutto a Berat è fortemente sentita la festa dell’Epifania con il gesto bellissimo del lancio della croce nel fiume da parte del Metropolita, dopo la funzione, che sottolinea in modo speciale il Battesimo di Gesù, festa a cui partecipa intensamente anche la nostra comunità cattolica”.

La festa della comunità ucraina secondo il calendario giuliano
Dall’Albania rientriamo in Italia: anche a Rimini, in questi giorni, fanno festa gli immigrati ortodossi. A differenza dei fratelli di rito greco-cattolico, l’Ucraina non ha accettato l’introduzione del calendario gregoriano del 1582, pertanto anche a Rimini il Natale viene celebrato il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano.
Come ogni anno la comunità ucraina – a Rimini principalmente composta da donne – celebra la S. Messa nella Chiesa Madonna della Scala, di fronte alla Caritas.
I riti del Natale ucraino si basano sulle tradizioni cristiane e su quelle pre-cristiane, perché la società ucraina, fondamentalmente agraria, aveva sviluppato una cultura pagana. Quest’ultima e le tradizioni ad essa associate erano profondamente radicate nel popolo per consentire alla Chiesa di sradicarle completamente. La religione cristiana, introdotta in Ucraina nel 988 d.C., quindi, ha accettato molte feste già presenti, includendo nel Natale le feste pagane del Solstizio d’Inverno e la festa della fertilità. Il Natale ucraino è profondamente legato al folklore popolare e fortemente simbolico.

La Messa dei popoli
L’appuntamento più atteso sarà quello che, ormai da 15 anni, si svolge il giorno dell’Epifania in Duomo. Come ogni anno, tutte le comunità straniere – insieme ai cittadini riminesi – parteciperanno alla Messa dei popoli, celebrata dal vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi.

Letizia Rossi