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Museo, il Giudizio è tornato a casa. Sassu: un nuovo racconto per il Trecento Riminese

Domani e domenica sarà un week end speciale per Rimini. Verrà infatti aperta a pubblico la nuova sezione dedicata al Trecento del museo della città (intitolato a Luigi Tonini). Un evento speciale non solo perché restituisce ai visitatori un segmento fondamentale della storia dell’arte riminese, ma anche perché ciò avviene a 100 anni dalla creazione della Pinacoteca, al tempo allestita presso l’ex convento di San Francesco, poi sede dell’intero Museo fino ai tragici bombardamenti del 1943-44.
“Un momento molto importante per l’amministrazione e per tutta la città, un’operazione estremamente rilevante dal punto di vista dei contenuti che finalmente andiamo a vedere sotto una luce diversa”, ha sottolineato l’assessore alla cultura del comune di Rimini Michele Lari. Anche l’illuminazione su ognuno dei 170 pezzi esposti in ciascuna delle quattordici nuove sezioni tematiche (corredate da 4 stazioni multimediali a contenuto diversificato), tra sculture, dipinti, medaglie e ceramiche farà la differenza. La Pietà del Bellini, per esempio, “illuminata così prima di ora l’abbiamo vista solo in mostra alle Scuderie del Quirinale”, era il 2008, ha fatto fa notare con un pizzico di orgoglio il direttore del museo Giovanni Sassu, guidando la stampa alla scoperta del nuovo racconto espositivo.

“Dobbiamo fare in modo che il tessuto culturale e il tessuto sociale della nostra città sposino questo progetto, vengano coinvolti e siano i promotori essi stessi dell’operazione e dell’intervento. Nostro obiettivo era dare strutture più moderne e anche un pochino più innovative a questi luoghi”, ha precisato l’assessore in conclusione del suo intervento.

“E’ stata un’operazione lunga e faticosa”, ha ribadito il direttore Sassu. “Però è stata anche importante. Davvero. Noi siamo particolarmente orgogliosi  e felici di questo lavoro. Lo siamo veramente tanto”.

Gran parte del primo piano del museo offre quindi da oggi la possibilità di un viaggio nel tempo che inizia nel alto medio evo e finisce con il tramonto della dinastia dei Malatesta, offre un racconto coinvolgente della storia di Rimini e soprattutto i pezzi forti del museo, come il sarcofago del duca Martino e del figlio Agnello (III e VIII-IX secolo) già in Santa Colomba, o il Pluteo con croci del VI secolo, proveniente dalla chiesa dei Santi Andrea, Donato e Giustina, ricomposto per l’occasione dopo le distruzioni belliche. E ancora le preziose tavole dell’incantevole Trecento riminese di Giovanni, Giuliano e Pietro da Rimini, i capolavori del Quattrocento come le medaglie malatestiane di Matteo de’ Pasti, la straordinaria Pietà di Giovanni Bellini e la grande tavola di Ghirlandaio.

“Questo nuovo percorso permette di approfondire meglio quelli che sono stati gli anni d’oro della Rimini dell’Arte. Lo permette, potremmo dire, essenzialmente consentendo di guardarli come prima non si è riuscito a fare quindi attraverso quella che gli architetti amano chiamare riqualificazione percettiva: la possibilità di vedere meglio ciò che vedevamo anche prima, fondamentalmente: una nuova luce, un nuovo racconto, una nuova capacità. Speriamo di affascinare il pubblico e quindi una possibilità di far proprio un patrimonio che è straordinario e che è importantissimo e che questo percorso intende rilanciare”.

La vera grande sorpresa, almeno al momento, è non tanto nel ritorno del Giudizio universale nella sala del museo che da sempre porta il nome della grande opera del Trecento. La sorpresa è nel come sia tornata: scomposta, con i vari pezzi bene esposti ad altezza d’uomo, uno accanto all’altro. “Abbiamo pensato questo percorso anche con la diocesi che è proprietaria del bene naturalmente e con la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari, di Giulio Zavatta e di Giulio Pojana”. Il Giudizio è così “perché c’è bisogno di studiarlo tecnicamente, c’è bisogno di capire meglio questo capolavoro che è stato indagato tantissimo dal punto di vista iconografico. Oggi lo vogliamo indagare anche dal punto di vista tecnico, comprendere meglio i metodi con cui è stato realizzato, conservato, salvato dalla sua condizione originaria dentro Sant’Agostino dopo il terremoto, per poterlo custodire meglio e per poter magari pensare, questo è l’auspicio, a un intervento di restauro importante che possa consentire all’opera di affrontare il proprio futuro nel miglior modo possibile”.

All’anteprima per la stampa ha fatto capolino anche il sindaco Jamil Sadegholvaad. “Credo che nessuno potrebbe pensare di essere, anche perché non lo sarà ormai, onnisciente. Quindi come sindaco devo cercare di essere un buon allenatore di squadra, è quello che sto provando a fare. Per questo ringrazio Giovanni, a Serena, a Francesca, grazie davvero a tutte le donne e gli uomini di questa meravigliosa struttura che è il nostro museo. Abbiamo avviato un percorso di valorizzazione importante. Con Giovanni, appena arrivato, ci siamo messi al lavoro per raggiungere questo risultato. Come si diceva prima, le opere c’erano già. Oggi le possiamo apprezzare fino in fondo e abbiamo il nostro Giudizio che è ritornato a casa, il Trecento è tornato a casa. E’ ancora un work in progress, ma quando avremo completato l’intervento credo davvero che avremo regalato la città, all’Italia e al mondo qualcosa di straordinario. Grazie ovviamente anche alla Diocesi, alla Fondazione Carim. In questo percorso siamo sempre stati insieme e andremo ancora avanti”.

Sarà un weekend speciale per gli amanti dell’arte. Il 13 aprile dalle 18.30 alle 23 e domenica 14 aprile per tutta la giornata il Comune di Rimini invita la cittadinanza alle visite gratuite dedicate alle nuove sezioni del Museo della Città e, sabato, alle 21 e alle 22, alla Domus del Chirurgo. La prenotazione è obbligatoria attraverso il sito https://www.ticketlandia.com/m/musei-rimini, info tel. 0541 793851.