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Mou guarda alla finale di Budapest “Non andremo in vacanza”

Mou guarda alla finale di Budapest “Non andremo in vacanza”
Mou guarda alla finale di Budapest “Non andremo in vacanza”

ROMA (ITALPRESS) – “Tirana è storia, è lì e resta nella memoria. Questa finale invece dobbiamo ancora giocarla e vogliamo farlo, peccato non sia già domani ma mercoledì arriva veloce”. Dopo aver guidato la Roma un anno fa alla conquista della Conference, Josè Mourinho sogna il bis: appuntamento a Budapest il 31 maggio contro il Siviglia, in palio c’è l’Europa League. “E’ una squadra che vince sempre l’Europa League, che viene dalla Champions, forte, non dobbiamo nasconderlo – sottolinea nel media day dedicato all’evento – ma abbiamo le nostre qualità, anche i nostri problemi che cerchiamo sempre di nascondere. Andiamo là e dopo vediamo, Budapest è bella, lo stadio di Budapest è bello ma non andremo lì in vacanza”. Il futuro dello Special One continua a tenere banco ma “il mio unico focus è sulla finale e niente più. Non voglio sapere niente, nè di Champions, nè di classifica. Abbiamo fatto 14 partite, perso giocatori su giocatori, fatto giocare calciatori in ruoli che non erano i loro, abbiamo fatto giocare un ragazzo come Bove titolare nelle due semifinali, adesso siamo arrivati in finale e vogliamo giocarla”. Ma una cosa è certa: Mourinho ha sposato in toto la causa giallorossa e come successo altrove, la piazza è con lui. “La gente non è stupida, sa che do tutto. Non è questione di vincere o non vincere trofei, a Roma i tifosi percepiscono che lavoro e lotto per loro. Con la Roma saremo per sempre legati. “Cosa è cambiato rispetto alla mia prima finale europea di 21 anni fa? Sono un allenatore migliore, una persona migliore ma è lo stesso Dna. Quando si perdono motivazioni bisogna smettere e fermarsi ma non è il caso mio perchè le motivazioni crescono con il tempo”. Mou fa anche il punto sull’infermeria: “Pellegrini è recuperabile ma a Firenze non lo rischieremo, Spinazzola è in dubbio ma spero di recuperarlo per la finale. Dybala ci sarà? Penso di no, ma ho la speranza che possa andare in panchina e aiutarci come ha fatto col Feyenoord, dove ha segnato il gol che ha portato la gara ai supplementari. Se riuscisse ad andare in panchina e darmi 15-20 minuti sarei contento”. Poi, confrontando questa Roma alle altre squadre allenate in passato, ammette: “Non è la rosa più forte con cui ho lavorato ma a livello umano è fra le top della mia carriera”.
Su Mourinho contano molto i giocatori. “Ha grande esperienza di queste partite e trasmette la sua energia alla squadra. Questo può fare la differenza”, sottolinea Nemanja Matic. E Stephan El Shaarawy concorda: “è un vincente, ha una mentalità vincente e cerca di trasmetterla in ogni partita, specie in quelle più delicate. E’ in grado di tirarci fuori qualcosa in più e questo ha fatto la differenza nella sua carriera”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).