Home Attualita Montefiore, così la comunità ha rinnovato il campetto parrocchiale

Montefiore, così la comunità ha rinnovato il campetto parrocchiale

Un anno fa di questi tempi i pensieri erano tristi: i tornei estivi a rischio perché il manto del campetto parrocchiale era troppo rovinato per accogliere in sicurezza. Belle iniziative portate avanti in modo gratuito, preziose per un piccolo paese si sarebbero spente. Questo posto è nel cuore di tanti perché in quel fazzoletto di terra siamo cresciuti, ci siamo divertiti, abbiamo fatto tante esperienze e oggi ancora è un posto caro ai ragazzi e ai bambini che hanno uno spazio libero e gratuito per giocare.

Che fare? Come mantenere un bene comune e continuare a renderlo fruibile? Ristrutturare un impianto sportivo richiede molti soldi… una cifra esagerata per una piccola comunità.

Un piccolo gruppo ha iniziato a sognare… insieme ai ragazzi ha immaginato una strada possibile… idee per reperire fondi, idee per risparmiare sui lavori, domande per capire come fare, tanti confronti con chi era più esperto, preventivi. Era una follia! Una partita con tutte le carte a sfavore…

Nelle piccole comunità che non hanno risorse una sola è la ricchezza “le persone”, fare squadra, mettere insieme i cinque pani e due pesci e crederci!

E così, armati solo di buona volontà, sono iniziati servizi negli eventi del paese, attività adatte ai ragazzi, piccoli guadagni ma che regalavano speranza. Tante serate, domeniche intere a vendere bibite e a fare hot dog. Alle attività dei ragazzi si sono uniti gli adulti, i bambini, i nonni. Ogni attività di autofinanziamento è riuscita con tanti contributi.

A Natale la cifra era abbastanza per pensare che quell’idea non sarebbe stata più così folle… altri ci credevano e avrebbero aiutato. La campagna “Acquista 1mq di campo”, per sensibilizzare a prendersi cura di un bene comune, ha dato ulteriore coraggio.

Era il momento di ordinare il manto erboso, l’intervento principale ed essenziale del progetto. La paura era tanta, nel cassetto solo metà dei soldi… ma il Signore ama gli audaci e la fede la si misura con la fiducia, non nelle proprie forze ma nella forza di quel pane spezzato e condiviso.

Si organizza una tombola e sorprendente è la partecipazione! Poi la festa del Patrono con il pranzo comunitario, occasioni di festa, preziose per sentirci comunità al di là delle diversità.

Ad aprile chiama a sorpresa la ditta per fare i lavori con un mese di anticipo, agitazione alle stelle! C’era da fare tanto lavoro in economia per risparmiare… impossibile finire in tempo!

Si comincia a smantellare…  giorni di lavoro intenso e molto faticoso. Alcuni artigiani si rendono disponibili con mezzi e lavoro un aiuto davvero essenziale.

La settimana prima di Pasqua, mentre si raccoglievano offerte con uova di cioccolato sul sagrato del Santuario di Bonora, arriva tutto il materiale e la squadra per la posa del manto. In tre giorni in questo fazzoletto di terra brilla un manto nuovo! Dopo mesi di lavoro sembrava impossibile! I ragazzi subito pronti per la prima partitella, soddisfatti e contenti.

Ad ogni passo di questo cammino ci sono state fatiche, a volte piccole a volte grandi, un cammino salato… salato come il sudore… salato come le lacrime a volte di sconforto a volte di gioia.

Domenica scorsa 25 giugno abbiamo festeggiato; una festa aperta tutti per ringraziare una comunità intera in tutte le sue espressioni che ha creduto in questo progetto. Abbiamo avuto la gioia della visita e della benedizione dal nostro Vescovo Nicolò e delle sue parole che abbiamo sentito molto vere. Per costruire insieme è necessario morire un po’ per lasciare spazio alle idee degli altri, per lasciare spazio ai talenti di ciascuno, per non prevaricare, in un clima dove nessuno è leader ma tutti lo sono.

Grazie a Don Sanzio che ha avuto fiducia in questo progetto esortandoci con questa frase “le cose sono possibili a chi ci crede!”

Il grazie maggiore va ai giovani perché hanno detto “ci sto”, “mi interessa”, perché sono stati protagonisti di un’avventura che ricorderemo per sempre. C’è ancora tanto lavoro da fare, avanti tutta!