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Missione vacanza

La Chiesa riminese, il cui territorio è direttamente legato al turismo, ed è naturalmente, e dunque divinamente, vocato all’accoglienza, sente fortemente il tempo estivo come un’occasione speciale di incontro e di missione. Per questo si fa vicina al lavoro di quanti sono coinvolti nel settore, oltre che agli stessi turisti. L’Ufficio di Pastorale del Turismo lavora dunque su tre fronti: gli operatori turistici, le parrocchie di mare e gli operatori pastorali delle zone dell’entroterra. Accompagnati dallo slogan “Tutto quello che fate nel segreto d’inverno, urlatelo dai tetti d’estate”, la proposta è di portare in riva al mare le tante belle esperienze di evangelizzazione in atto nei mesi invernali nell’entroterra. “Per accogliere i milioni di persone sulla Riviera come persone cui è bello offrire la buona notizia che Dio ama l’uomo e ha inviato Cristo Gesù per salvarlo” sottolinea il direttore dell’Ufficio, don Daniele Missiroli.

La vacanza è spesso vissuta dai turisti come un tempo “vuoto”, dove l’importante è staccare con la ruotine, mentre per i riminesi impegnati nella stagione è solo una possibilità di lavoro.
Come conciliare questo atteggiamento con una proposta pastorale?
“La vacanza è un tempo straordinario per ritemprare lo spirito e il corpo. E tante volte diventa l’occasione per chi è normalmente preso dalla routine e dalla frenesia della vita quotidiana, di riaccendere il desiderio di gustare uno spazio per l’anima, di riconciliarsi con Dio, di ritrovare quello spazio spirituale che gli manca.
Chi è impegnato in un’attività ricettiva, invece, ha l’opportunità di incontrare tantissime persone, tantissimi potenziali uditori della parola; è importante perciò che come Chiesa facciamo sentire questa potenzialità e questa responsabilità ai tanti cristiani lavorativamente impegnati nel turismo. La nostra Chiesa intera ha durante i mesi estivi una straordinaria possibilità di annuncio del vangelo, una platea immensa di visitatori che invita gli evangelizzatori ad un super lavoro missionario. Per questo è indispensabile anche promuovere tutte quelle attività nelle parrocchie di mare rivolte principalmente ai turisti, per un incontro vero e bello con Gesù anche durante la permanenza sulla riviera”.

Le iniziative, per la verità, non mancano. Forse non sono tanto sistematizzate ma certamente sono frutto di grande creatività.
“Agli incontri con gli operatori del turismo per suscitare una maggiore sensibilità missionaria, si accompagna la promozione di iniziative in riviera: dalle messe all’alba che si vanno diffondendo dal litorale nord a quello sud, alle lodi in spiaggia, dall’adorazione eucaristica in barca tipica di Cattolica agli incontri del lunedì di Viserba e tante altre opportunità. Senza dimenticare la evangelizzazione di spiaggia, ormai diventata una tradizione a Riccione, con diversi riminesi che si sono incamminati su questo percorso. E sono previste anche interessanti novità”.

Ce le illustri, don Daniele.
“È nato un gruppo diocesano di preghiera di Taizè che potrebbe proporre questa modalità almeno una volta al mese nei centri di mare, in chiesa o sulla spiaggia, e anche in occasione della Notte Rosa. Per la sua natura comunicativa, va sfruttato il teatro, ad esempio spettacoli come “Sulla strada con Maria”, del gruppo “Impronte di Teatro” di San Mauro, già in cartellone a Riccione: l’esperienza di fede di Maria raccontata da Lei stessa. In occasione del torneo giovanile della Junior Valmarecchia, il 31 maggio celebreremo la messa al tramonto al mare per circa 500 ragazzini”.

Alberghi, hotel, camping e B&B garantiscono una ricettività straordinaria. Rimini, però, può offrire anche alcune strutture di accoglienza comunitarie. Come può interagire la Chiesa riminese con esse?
“Esistono realtà strutturate come l’Hotel Royal di Cattolica e la Stella Maris di Bellariva, legate alla Comunità papa Giovanni XXIII, o le case di istituti religiosi come quelle delle suore di don Masi a Miramare, o del beato Fusco a Misano Adriatico. Si tratta di opzioni importanti.
Per questo anche la Pastorale del Turismo incoraggia esperienze del genere. C’è allo studio, anzi è una proposta già in cantiere, di gestire un hotel attraverso la costituzione di una cooperativa, fatta di giovani, tutta tesa all’evangelizzazione. Vivere l’accoglienza in hotel con lo stesso impegno educativo e di servizio di altre forme di pastorale. E con la stessa cura amorevole nei confronti degli ospiti che madre Teresa nutriva nei confronti dei poveri in India, prendendosi cura di loro, per Gesù”.

Paolo Guiducci