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Memento Domus Pascoli

“Memento Domus Pascoli. Storia e cronaca di una fondazione sammaurese”. È tutto nel sul titolo l’intento, l’obiettivo e il contenuto di un volume curato da Miro Gori e Piero Maroni per redigere cronaca e storia della Fondazione Domus Pascoli.
Questa ri-costruzione della Domus pascoliana viene qui affidata agli atti di un convegno (tenutosi il 10 gennaio dello scorso anno nelle stanze della casa del poeta) che ebbe l’obiettivo, attraverso l’apporto del lavoro di molti relatori, di ricostruire le vicende di uno dei punti cardine della società sammaurese, la Fondazione Domus Pascoli.
Il volume raccoglie gli interventi del convegno: del sindaco Gianfranco Miro Gori, dell’assessore regionale Anna Maria Dapporto, del Presidente della Provincia Massimo Bilbi e del Presidente dell’Asp Ettore Stacchini. Segue poi la relazione di Piero Maroni, vicepresidente dell’Accademia Pascoliana, che traccia il lungo percorso storico dell’ente (“Domus Pascoli: una storia di uomini e di opere”). Il volume si chiude con tre comunicazioni su altrettanti specifici temi: il sogno pascoliano del Giardino d’infanzia (ne scrive Luca Giuliano), il progettista Giuseppe Maioli (Rosita Boschetti), il ruolo della casa protetta (Daniela Rossetti).

Un senso di colpa da sanare
Piero Moroni che del volume ha scritto il saggio Domus Pascoli: una storia di uomini e di opere descrive il clima nel quale è nata la casa e alcune delle tappe storiche, fondamentali, nella vicenda che l’ha interessata. Si legge: «Questa è la storia di uomini che realizzarono opere in nome di una passione talmente grande che finì per tramutarsi nell’ideale di una vita: Giovanni Pascoli. (…) Certamente l’amore verso Pascoli era profondo e smisurato e ciò non faceva che accrescere ed alimentare un forte senso di colpa in quegli uomini che avevano vissuto il tempo in cui il poeta era in vita, che l’avevano conosciuto personalmente e di cui , qualcuno, poteva vantare la sua amicizia. Un senso di colpa che, in quanto sammauresi, si sentivano addosso per non aver condiviso fino in fondo i tanti drammi della famiglia Pascoli, a iniziare dall’efferato omicidio del padre Ruggiero quando l’omertà e la paura indussero la gente a tacere, così che il delitto rimase impunito. Bisogna però dire, a loro discolpa e col senno del poi, che a quei tempi il paese, fortemente caratterizzato in senso agricolo, viveva nella quasi totale indigenza e pochi erano gli uomini con una certa cultura. Mentre i Pascoli erano visti come i ricchi, i potenti, e soprattutto Ruggeri, nella sua veste di Amministratore della tenuta Torre, era temuto e riverto, ma di un altro ceto sociale e di un mondo che a San Mauro aveva pochissimi affiliati. Conseguentemente anche i lutti e le difficoltà che ne seguirono furono affrontati in una quasi totale solitudine della famiglia e con scarsa partecipazione dalla comunità locale tranne qualche rara eccezione».
Questo il contesto. Questo il contesto nel quale si sviluppò quel senso i colpa nei confronti del poeta che, poi, i sammauresi avrebbero in vario modo colmato. Ma è anche il contesto nel quale si sviluppa una “chiusura” nei confronti dei sammauresi stessi.
Sempre nello stesso saggio si racconta, a tal proposito, di un avvenimento che mostra questa dicotomia. Moroni riporta un testo a firma di Ugo Gori che racconta di un vaggio nel 1940 a Castelvecchio di Barga, in visita alla tomba del Pascoli. Si legge: «C’interessammo di provvedere al pullman perché molti cittadini vollero prendere parte alla gita. E in un bel mattino di viaggio c’incamminammo alla volta di Barga. (…) In primo ci presentammo all’ingresso dell’asilo posto aa destra della casa, di lì a poco ci venne ad aprire la suora addetta all’istruzione, la quale ci chiese il luogo di provenienza. “Noi siamo del paese del Pascoli”. Sentendo questa risposta la suora divenne bianca in viso accogliendoci con una certa freddezza».
Ma era il 1940, le cose sono cambiate. In mezzo c’è passata tanta storia. Un bel pezzo di una bella storia.

Angela De Rubeis

Nella foto: 1933. Casa Pascoli, lavori di ricostruzione e restauro (foto G. Maioli)