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Memento condividi

Viviamo in una società plasmata sul “meme”.

Che non è l’espressione di un infante egocentrico ma un concetto che deriva dal greco “mimema”, ovvero imitazione, e consiste in un “elemento culturale che si propaga, per imitazione, da un individuo ad un altro; può assumere la forma di un’idea, un’immagine, un video, una persona, uno stile o un comportamento e si diffonde tramite le relazioni interpersonali o attraverso i mezzi di comunicazione di massa” (si ringrazia Wikipedia).

Ovviamente oggi il meme spopola nella sua forma digitale: veloce, di immediata comprensione alla luce di quegli otto secondi medi di attenzione che si dedicano a un contenuto, anche se il dato andrebbe aggiornato al ribasso. La campagna di promozione “Ciao Rimini Ciao” appena lanciata dal Comune di Rimini risponde alla filosofia del meme: prendere, diffondere, condividere. Sulla campagna in questi giorni ho sentito opinioni diverse ma comunque tutto molto soft rispetto al polverone per i “Saluti da Rimini” di Cattelan, all’epoca discusso e stradiscusso. Erano immagini provocatorie che avevano un primo impatto forte poi dietro anche altri particolari da cogliere, richiami da decifrare. Ma era il 2015, un’era geologica fa, ci stava: era ancora valida la strategia del “purché se ne parli”. Oggi siamo al “purché si condivida”. Armiamoci e cliccate.