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Meeting, il protagonista è servito

Adesso anche il Meeting si mette ad esaltare divi e veline, potenti del mondo, grandi fratelli e prime donne? Leggendo il titolo dell’edizione 2008 della kermesse riminese, qualche dubbio a riguardo è affiorato. Il titolo interroga, ed è uno dei motivi per cui Marco Bona Castellotti (il titolista per eccellenza) li conia. Ma il protagonismo non è successo, lo ha ribadito Emilia Guarnieri Smurro, il presidente del Meeting, illustrando a Roma la XXIX edizione in programma a Rimini dal 24 al 30 agosto sul tema: “O protagonisti o nessuno”.
“Protagonista”, parola molto utilizzata nella società contemporanea, in realtà è un’accezione positiva del concetto di persona. “O protagonisti o nessuno” vuole riflettere sul concetto di persona, smontando un falso mito: il protagonista non è l’uomo di successo, il vincente, colui che rincorre quel riconoscimento che sembra dargli l’illusione di “esserci” per davvero. Questa rincorsa all’essere socialmente riconoscibile, costringe a sottostare alla moda dominante. Dunque non c’è più omologato del divo, del vincente che “fa tutto quello che gli altri fanno, ma in maniera più clamorosa, vincendo sugli altri”. Il risultato, per Guarnieri, è che “questa posizione, che tende ad esaltare l’io, in realtà non è l’esaltazione dell’io: la celebrazione del protagonista come colui che ha successo celebra l’omologazione, il formalismo, la passività”. Il problema, ha osservato Guarnieri, “è che oggi non c’è più la capacità di lasciarsi sfidare dalla realtà, di guardare al positivo alle sfide”. La cultura dominante oggi non educa, perché non comunica un giudizio che dà senso alla vita. “Ma se la vita non appassiona più, non hai un giudizio sulla vita, diventi passivo, vivi di rimessa, non sarai più protagonista: è questa la provocazione del Meeting”.
La manifestazione riminese svolgerà il tema a 360 gradi, documentando con dibattiti, testimonianze, mostre e spettacoli, che il vero protagonista è l’uomo che scopre di avere un volto unico e irripetibile, un uomo religioso, capace di rapportarsi con la realtà tutta; un uomo irriducibile, un uomo che conosce perché ama.
L’apertura sarà affidata al presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco: domenica 24 agosto (ore 17) l’incontro dal titolo “La Chiesa, un popolo che fa storia”. La chiusura della settimana è come al solito dedicata al fondatore di CL, don Luigi Giussani, e al libro Uomini senza patria che raccoglie i dialoghi di don Gius con gli universitari negli anni Ottanta, con la partecipazione di Eugenia Roccella, sottosegretario di Stato al Lavoro, Salute e politiche sociali, e di Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere.
In mezzo ci sono “percorsi” del Meeting, come l’attenzione al “multiculturalismo”, la centralità della questione educativa e le esperienze in atto come la pace e lo sviluppo, le emergenze legate al mondo del lavoro – con le difficoltà dei giovani a trovare una prima occupazione e della famiglia ad arrivare alla “quarta settimana” – il rapporto tra giustizia e diritti umani, le novità della ricerca scientifica.
C’è la politica non politicante, al Meeting, definito “free zone del confronto politico-culturale” da un uomo di punta del centro sinistra Enrico Letta, che interverrà sul tema della “quarta settimana”.
Tra gli incontri, “Si può vivere così” con la partecipazione di Cleuza Ramos, responsabile del movimento “Trabalhadores Sem Terra” di San Paolo del Brasile. Mercoledì 27, il senatore Giulio Andreotti è tra gli invitati della tavola rotonda su “60 anni di Costituzione: le riforme costituzionali”. Novità, il ciclo “Un caffè con…”: incontri un insegnante, un artigiano, un chirurgo, un imprenditore. Uomini qualunque ma protagonisti: affrontano la vita nella certezza di avere un volto unico e irrepetibile.

Paolo Guiducci