Per il quinto anno consecutivo il Comune riminese risulta tra gli enti che hanno fatto di più in ottica di digitalizzazione a livello nazionale. L’analisi nel contesto del PNRR
Nel mondo di oggi la digitalizzazione è fondamentale e imprescindibile. Non a caso, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che sulla carta dovrebbe rilanciare l’intero sistema-Paese dopo le crisi globali di questa epoca storica, la pone come Missione 1 nei propri obiettivi da perseguire. Con le dovute proporzioni, restringendo la prospettiva in contesto locale, va sottolineato che sul tema il Comune di Rimini si fa trovare pronto.
A certificarlo è l’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo realizzata da FPA per Deda Next, realtà impegnata ad accompagnare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e delle aziende di pubblico servizio: secondo la ricerca, giunta alla settima edizione e finalizzata proprio a verificare lo stato di avanzamento delle amministrazioni comunali italiane negli obiettivi di digitalizzazione individuati dal PNRR, il Comune riminese si conferma per il quinto anno consecutivo tra gli enti italiani a più alta maturità digitale. Un risultato da valutare sulla base dell’indice Ca.Re.
(Cambiamento Realizzato), uno strumento che misura i risultati raggiunti dalle amministrazioni comunali nel loro percorso di innovazione: ebbene, su un punteggio che va da 0 a 100, l’indice Ca.Re. per Rimini registra un valore di 68.
“ Il risultato è una classificazione dello stato di maturità digitale di 110 città monitorate rispetto ad alcune delle principali dimensioni della digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana.
– si legge nello studio – L’offerta di servizi online (indice Digital Public Services), l’integrazione con le principali piattaforme nazionali (Digital PA) e la maturità su dati e interoperabilità (indice Digital Data Gov)”. Nello specifico, il risultato di Rimini è frutto di quanto fatto su Digital Public Services (valore 80), Digital PA (79) e Digital Data Gov (44). “ Questo risultato è per noi un riconoscimento del lavoro fatto e uno stimolo a proseguire il processo di digitalizzazione delle città delineato dal PNRR, uno dei tasselli della nostra strategia per un Comune più vicino alle persone. – esprime soddisfazione Mattia Morolli (nella foto), assessore alla Transizione digitale del Comune di Rimini – In questa traiettoria, fra le ultime azioni realizzate, la messa online del nuovo portale del Comune di Rimini conforme alle nuove linee guida dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), oltre al progetto Digitale Facile che nei primi mesi di attivazione ha superato la soglia delle 3.200 persone facilitate e formate. Il Comune di Rimini è stato anche fra i primi in Italia ad aver introdotto il chatbot, l’assistente virtuale disponibile H24, che affianca e supporta il cittadino nella ricerca di informazioni relative a tutti i servizi.
Un percorso verso la semplificazione e l’accessibilità ai contenuti informativi e ai servizi rivolti ai cittadini,
che il Comune di Rimini ha iniziato da tempo e che lo vede impegnato in un vasto programma di progressiva digitalizzazione”.
Segno di una trasformazione
La situazione riminese va inserita in un contesto, quello del PNRR, che come detto ha nella digitalizzazione uno degli obiettivi principali e che, con la scadenza del 2026, vede avvicinarsi un momento cruciale.
“ Rimini è anche quest’anno tra i comuni più virtuosi e continua a lavorare per migliorare ulteriormente la propria maturità digitale. conferma la società Deda Next – I risultati 2025 mostrano che la digitalizzazione ha smesso di essere un insieme di interventi per diventare un processo sistemico di evoluzione amministrativa. Ora la vera sfida è rendere strutturale questa trasformazione, garantendo la sostenibilità tecnica, economica e organizzativa delle soluzioni adottate”. Passaggio importante, in tale contesto, l’adozione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), che consente di mettere in collegamento tutti i sistemi informativi degli enti pubblici.
“ Non solo una piattaforma, ma un nuovo modo di intendere il dato pubblico come risorsa condivisa, capace di abilitare servizi più efficienti, decisioni più informate e relazioni più trasparenti tra istituzioni e cittadini. – prosegue la società – Questa, unita all’interoperabilità intelligente dei dati, rappresenta la base per una pubblica amministrazione capace di evolversi nel tempo, non solo per adempiere, ma per anticipare i bisogni delle persone e della società tutta. Questa fase va accompagnata con responsabilità e visione: l’innovazione deve diventare cultura, parte integrante della gestione quotidiana della cosa pubblica e patrimonio duraturo per ogni ente, anche oltre la stagione straordinaria del PNRR”.

