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Masterche?

All’alberghiero di Rimini le iscrizioni sono in crescita sull’onda di Masterchef, reality culinario di gran successo. La notizia, pubblicata qualche giorno fa da un quotidiano locale, mi par degna di qualche riflessione. Non la solita, scontata considerazione sulla tv che tutto determina. Non è detto che funzioni così per tutti i reality: per esempio non ricordo, ai tempi della Fattoria, un infervoramento di massa nella gioventù italiana per le nobili attività agresti. Ma conta anche il periodo storico: il 2009, anno della Fattoria, è già un’epoca fa. Se ancora i genitori speravano che i loro figli facessero gli ingegneri o gli avvocati, oggi sperano, invece, che non vogliano farlo perché l’università costa. E sono felici anche di mestieri in precedenza poco quotati, come appunto il cuoco (o chef, c’est plus chic). Che poi nel giro di pochi anni anche nel riminese abbiano chiuso centinaia di alberghi e ristoranti, ce lo teniamo per noi per non demoralizzare gli aspiranti Gordon Ramsay, che sarebbe l’insopportabile supercuoco protagonista dei reality culinari. Sempre meglio comunque un giovane che spende le sue energie per una professione che, mal che vada, in attesa di un impiego può essere utile a casa, di un giovane in attesa di un vero impiego che, con metodi a volte fastidiosi, entra nelle case con la presunzione di spiegarci come spendere per l’energia.