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L’estate è solo vacanza?

Rimini, piaggia di viserba, bagnini e lettini ©Riccardo Gallini_GRPhoto
Rimini, piaggia di viserba, bagnini e lettini ©Riccardo Gallini_GRPhoto

Maggio 2019. Manca solamente un mese al termine della scuola e ragazzi e adulti iniziano già a programmare le esperienze che arricchiranno la nuova estate. Vacanze e campeggi sono sicuramente le iniziative più gettonate, ma non solo. Tantissimi ragazzi, studenti delle superiori, sono alla ricerca di un lavoro da svolgere durante i mesi estivi. A Rimini le possibilità per un impiego stagionale sono numerose: il bagnino di salvataggio, l’ animatore, il cameriere o il commesso sono solo alcune delle idee. I ragazzi più agevolati nella ricerca sono quelli che frequentano una scuola professionale e hanno raggiunto la maggiore età, tuttavia, grazie anche all’ aiuto di agenzie, siti internet o al “passaparola” fra amici, la maggior parte dei giovani riesce a trovare un lavoro che corrisponda alle aspettative.

Rimini, 05/09/08: spiaggia di viserba, bagnini e lettini
©Riccardo Gallini_GRPhoto

Ma perché lavorare d’estate? Rispondono cinque ragazzi di 17 anni riminesi, per scoprire quali sono le loro motivazioni principali.

“Durante l’estate si ha molto tempo libero”, dice Mattia, “trovare un lavoro è un modo per guadagnare dei soldi ed iniziare ad essere un po’ indipendenti rispetto ai genitori. Può essere anche un’ idea per staccare dalla solita routine invernale e sperimentare qualcosa di nuovo”.

Curiosità e desiderio di indipendenza sono dunque gli stimoli principali, incentivati anche da un gran desiderio di mettersi in gioco e di non sprecare il proprio tempo libero. Lorenzo ha iniziato a lavorare la scorsa estate come bagnino: “I miei nonni svolgono questa professione e io sono cresciuto ogni estate a contatto con questo mestiere, imparandolo a poco a poco. Mi piace molto, soprattutto perché è un lavoro che mi permette di stare all’aria aperta e di conoscere nuove persone, provenienti da diversi luoghi. Ogni giorno posso ascoltare racconti incredibili di turisti, che aiutano ad allargare il mio punto di vista e i miei orizzonti. Mi sono confrontato con le diverse storie e, grazie a quest’esperienza, sono cresciuto e cambiato”.

Numerosi, poi, sono i ragazzi che lavorano per dare una mano ai genitori nella loro attività. Come Giulia, che ha scelto di fare la cameriera nel ristorante gestito dalla madre: “Ho aiutato i miei genitori in un ristorante e mi sono trovata bene. Non avevo mai svolto un’esperienza di questo genere prima d’ora, e ho capito quanto è difficile imparare un nuovo mestiere. In particolare, il cameriere deve essere sempre attivo e prendersi cura dei clienti. Bisogna essere pazienti e saper lavorare all’interno di un gruppo, essere in sintonia con i colleghi e rimanere concentrati in ogni momento”.

Lavorare d’estate durante il periodo delle superiori regala nuovi stimoli e aiuta il percorso di crescita. Celeste ha lavorato la scorsa estate come animatrice e a giugno ha intenzione di ricominciare: “Ho iniziato a fare questo lavoro tramite l’ agenzia ‘Trottola’. Sono sempre stata molto timida e quest’esperienza mi ha reso più sicura di me stessa e spinta ad essere estroversa con persone che non conoscevo. Ho migliorato le mie capacità organizzative e la pazienza, dovendomi rapportare ogni giorno con bambini di età diverse”. Solo cose positive? “Certamente ci sono stati anche dei lati negativi: lavorando sia di mattina sia di pomeriggio in uno stabilimento lontano da casa, mi sono persa la gran parte delle esperienze con i miei amici, spesso mi sono sentita esclusa e ho avuto la preoccupazione di aver sprecato un’estate. Avendo come unico momento libero la sera, uscivo continuamente e sono arrivata a fine estate molto meno riposata e pronta per la scuola di quanto si dovrebbe essere dopo le vacanze estive”.

Un consiglio per tutti i ragazzi che vogliono lavorare per la prima volta? Risponde Rebecca, velista agonista che, durante l’estate, oltre ad allenarsi insegna ad andare in barca a vela ai bambini che partecipano al centro estivo del Club Nautico di Rimini. “D’estate lavoro dalle 9 alle 18 dal lunedì al venerdì. È stancante, ma non mi annoio mai, perché questo lavoro ha a che fare con la mia più grande passione: la vela. Coinvolgere i bambini, che spesso vengono costretti ad iscriversi al centro estivo dai genitori, è una bellissima sfida. Il mio consiglio, quindi, è quello di trovare un lavoro che coincida con gli interessi personali e si addica al proprio carattere: mettete in gioco tutti voi stessi e rendete divertenti e piacevoli anche i momenti più difficili”.

Il punto di vista degli adulti

I ragazzi dimostrano di essere sempre pronti e curiosi di sperimentare una nuova esperienza, ma anche gli adulti sono dello stesso parere? Le parole di Paola Zanini, riminese, madre e insegnante di liceo.

Quanti ragazzi per classe svolgono un lavoro estivo? Da che cosa crede siano spinti?

“Circa il 50 per cento della classe svolge un lavoro estivo. Penso che siano stimolati da un desiderio di autonomia economica e, in alcuni casi, dalla necessità. Pochi lo fanno per tenersi impegnati o ingannare la noia”.

Cosa può imparare un ragazzo da un’esperienza lavorativa estiva?

“Può imparare ad affrontare la fatica, rispettare gli orari, relazionarsi con le persone, soprattutto i datori di lavoro, essere affidabile e gestire in autonomia il denaro. Affrontare una fatica molto diversa da quella della scuola”.

È d’accordo con le esperienze di lavoro che offre Rimini?

“A Rimini vi sono ampie possibilità per un impiego stagionale, ma molto spesso la paga non è adeguata al monte ore prestato”.

In qualità di madre, quali lavori preferirebbe peri suoi figli?

“Baby sitter o aiuto nei compiti, certamente non attività inerenti al turismo. Insomma, un’attività leggera che permetta di lasciare spazio alla lettura o ad altri interessi, magari trascurati a causa della scuola”.

Ha mai lavorato d’estate quando era studentessa?

“No, per me l’inverno è sempre stato molto impegnativo e, visto che non avevo particolari necessità economiche, durante le estati mi dedicavo ad interessi personali. Ringrazio i miei genitori di avermi passato il messaggio che il mio mestiere era quello di studiare, per costruire il mio futuro”.

Anna Gianfrini