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Le “sorelle di don Masi”

La Congregazione delle “Sorelle dell’Immacolata” nasce l’8 dicembre 1925 dal sacerdote don Domenico Masi, come risposta al progetto di Dio su di lui a Miramare di Rimini. La storia inizia con quattro giovani donne che accettano di consacrarsi al Signore “conducendo una vita povera, casta e obbediente, ritirata dal mondo, ma nello stesso tempo, impegnata nelle opere di misericordia”. Più tardi, il 25 febbraio1933, ciò che le Sorelle dell’Immacolata vivono, viene espresso in una regola, approvata da monsignor Vincenzo Scozzoli, Vescovo di Rimini “ad experimentum”. L’8 dicembre 1954 la Congregazione viene eretta in Istituto religioso di diritto diocesano ed è riconosciuta, il 24 febbraio 1960, di diritto pontificio.

La vita del fondatore
Don Domenico Masi nasce il 21 aprile 1880 al Monte dei Morolli, sito nel Comune di San Clemente e il giorno seguente riceve il battesimo nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea in Casale.
La sua infanzia è uguale a quella di tutti i bambini di quel periodo, privi molte volte del necessario, ma ricchi di volontà di correre, saltare e giocare.
Domenico, fin da piccolo, dimostra un’indole attiva che trova libero sfogo nei giochi con i compagni, nell’aiutare i familiari nei lavori dei campi, nella scuola che frequenta con passione, nella Parrocchia che considera come sua seconda casa. A undici anni Domenico lascia la sua casa e i suoi piccoli amici e, in perfetta letizia, entra nel Seminario di Rimini. Vi trascorre nove anni e il 22 giugno 1900 lo lascia temporaneamente per prestare il servizio di leva.
Il 17 giugno 1905 è ordinato sacerdote dal Vescovo di Rimini, Monsignor Vincenzo Scozzoli e il suo primo incarico è come cappellano a Santa Maria in Cerreto.
In quel periodo l’insegnamento scolastico, nelle zone rurali, era trascurato per la mancanza di scuole, ma anche per le esigenze concrete della popolazione che preferiva impegnare i figli nei lavori dei campi o nelle faccende di casa, piuttosto che permettere l’apprendimento della lettura e della scrittura. E così don Domenico convince anche i genitori più restii ad affidargli i figli e supplisce alla mancanza di aule con la sacrestia della chiesa, arredandola con mezzi di fortuna. Risolve così il fabbisogno scolastico a sue spese con la collaborazione di alcune ragazze.
Da Santa Maria in Cerreto è trasferito a Serravalle di San Marino dove continua, con crescente entusiasmo, la sua attività di cappellano. Qui don Domenico con un rudimentale congegno stampa due minuscoli giornalini: “Granellini d’oro” e “Pagliette d’oro”. Le due pubblicazioni, nella loro semplicità, diventano importanti strumenti per suggerire saggi insegnamenti e dare tanti consigli ispirati non solo dal Vangelo, ma da vari avvenimenti della vita quotidiana.
Nel 1911 ritroviamo don Domenico, come cappellano militare, nella guerra in Libia. Era il fratello, l’amico di tutti e, per ognuno, senza distinzione di grado e di condizione sociale, aveva una parola buona o un gesto generoso. Al ritorno dall’impresa libica riprende il suo apostolato, sempre come cappellano, nella parrocchia di Coriano. In questo paese svolge la sua missione sacerdotale che estende anche all’oratorio femminile diretto dalle suore dell’Istituto riminese delle Maestre Pie, nel quale le ragazze della zona trascorrevano il tempo libero in attività ricreative, nell’apprendimento di qualche utile lavoretto e nello studio.
Nel 1915 don Domenico è inviato nuovamente in zona di guerra nel corpo sanitario, con il grado di sergente. Ai soldati morenti e in particolare ai padri di famiglia in misere condizioni prometteva di interessarsi dei loro figli ed infatti, il 21 gennaio 1917, invia a Coriano la prima orfanella, Erminia di Giusto, affidandola all’Oratorio con viva preghiera alle suore di dare alla piccola ogni assistenza e conforto. È l’inizio dell’opera di don Domenico verso i bambini che sono rimasti soli al mondo.
Negli anni che seguirono la Prima Guerra Mondiale, tra enormi sofferenze e difficoltà, don Domenico Masi, sacerdote di Romagna, mette il suo “pallino per gli affari” a servizio della carità, occupandosi operosamente degli orfani e delle orfane di guerra, crea dal nulla imponenti strutture di accoglienza e fonda la congregazione delle Sorelle dell’Immacolata. È un segno tangibile della presenza ecclesiale nell’aiutare l’infanzia abbandonata e sofferente ad avere un futuro sereno. Don Domenico con cuore di padre raccoglie bambini e bambine per formare uomini e donne capaci di affrontare responsabilmente la vita, ed imprimere nel loro cuore l’amore di Dio, che è Padre Buono.
Agli inizi degli anni Venti don Domenico fa la spola da Coriano alla spiaggia di Miramare, non ancora luogo di villeggiatura, per portare le sue orfanelle per quotidiani “soggiorni terapeutici” e proprio in questa frazione, nel 1921, costruirà l’orfanotrofio e la chiesa.
Tra il 1926 e il 1945 realizza case di riposo, case religiose e altre opere assistenziali, che dovrà ricostruire dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per aiutare i giovani e gli operai apre una tipografia, una falegnameria e una fabbrica di mattonelle.
Nel febbraio del 1960 la Congregazione “Sorelle dell’Immacolata” ha il riconoscimento ufficiale dalla Santa Sede, divenendo così di “Diritto Pontificio”.
La particolare devozione di don Domenico verso la Madonna è sempre presente nella sua laboriosa attività e il 20 maggio 1962 inaugura la “Grotta” nell’ampio arenile di fianco all’Istituto di Miramare, a somiglianza di quella di Lourdes con la statua di Maria uguale a quella dell’Apparizione. È un segno concreto per invitare gli abitanti di Miramare e i “forestieri” alla preghiera.
Don Domenico torna alla casa del Padre il 1° aprile 1964.