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Le ragioni della speranza

Nonostante i sorprendenti progressi della comunicazione, viviamo in un contesto culturale permeato ancora di diffusa ignoranza religiosa, ma anche di confusione e superstizione, di visioni vaghe e generiche intorno ai grandi misteri della fede cristiana. L’enorme diffusione e incidenza che ancora riscuotono eventi editoriali quali “Il codice da Vinci” e iniziative culturali analoghe lo testimoniano ampiamente. Ebbene, lo studio della teologia cristiana, nutrito dalla Parola di Dio e dalla santa Tradizione, posto in dialogo con le altre scienze umane e religiose, costituisce uno strumento imprescindibile di purificazione della fede e di apertura al mistero, di nutrimento spirituale ed esercizio della ragione, ma anche di lotta consapevole contro ogni forma di mistificazione e di idolatria.

In questa direzione opera già da anni con efficace coerenza e generoso impegno l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della nostra Diocesi, che si propone anzitutto come un ambito di concreto servizio alla Chiesa, di ricerca credente dell’intelligenza della fede, per approfondire, studiare e contemplare la bellezza della verità cristiana attraverso gli strumenti e i metodi propri delle scienze teologiche.

Il nostro Istituto, da due anni riconosciuto dalla Congregazione, per il buon livello qualitativo della sua attività e offerta formativa, costituisce per la nostra Chiesa diocesana una risorsa davvero preziosa, che esige da parte di tutti più attenzione e partecipazione, anzitutto per la sua insostituibile funzione ecclesiale di ricerca, di animazione e formazione, in particolare dei fedeli laici, nella prospettiva di una rinnovata azione evangelizzatrice e di un rinnovato incontro tra la fede e la cultura nel nostro tempo.

Non si tratta soltanto di accrescere e qualificare adeguatamente il servizio e l’azione pastorale della nostra Chiesa, ma anche di favorire un concreto innalzamento del livello di consapevolezza teologica e culturale da parte di tanti laici battezzati, diventando loro stessi protagonisti di cultura cristianamente ispirata, e teologicamente fondata, avendo come ambienti privilegiati la famiglia, la scuola, il lavoro, la società.

di mons. Francesco Lambiasi