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Le icone di Cacciari

Icone. Pensare per immagini è il titolo di una collana singolare e innovativa pubblicata da il Mulino. Autori di diversa formazione interrogano alcune grandi icone della nostra storia culturale, da Mantegna, a Kiefer, a Pollock, che continuano a rispecchiare questioni fondamentali per il nostro tempo.

Una sequenza di incontri ravvicinati e rischiosi con icone irrinunciabili della nostra civiltà.

Il primo dei volumi, opera di Massimo Cacciari, Generare Dio, spiega anche il senso generale della collana attraverso la trattazione di come la figura della Vergine con il suo bambino abbia svolto un ruolo straordinario in Occidente.

Icone. Pensare per immagini è anche il titolo dell’incontro pubblico nell’aula magna del polo riminese dell’Università di Bologna (via Angherà 22), protagonista lo stesso Cacciari, emerito di Filosofia nell’Università Vita e salute – San Raffaele di Milano. Organizzato dalla Fondazione Igino Rigetti di Rimini in collaborazione con UNIRIMINI e l’Istituto superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini, l’incontro sulle icone fondamentali della nostra civiltà è in programma mercoledì 5 dicembre alle ore 17 (ingresso libero).

L’immagine di un rapporto

La figura della Vergine col suo bambino ha svolto un ruolo straordinario nella civiltà europea.

A dire di Cacciari, attraverso questa immagine che ha assunto nel tempo forme diversissime ed è stata chiamata con nomi talvolta contrastanti, l’Europa ha pensato il proprio rapporto con il divino, la relazione di Dio con la storia umana e la stessa essenza di Dio.

Perché Dio è generato da una donna?

Poiché Dio è stato generato da una donna, pensare questa donna costituisce una via necessaria per cogliere questa essenza. E le grandi icone, come la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna, non sono illustrazioni di idee già in sé definite: rappresentano invece tracce del nostro procedere verso il problema che la sua presenza incarna ed evoca.
Regole, caso o…

Il secondo volume della serie,

Regole e caso, dello psicologo Paolo Legrenzi, sposta la riflessione su necessità e caos, certezza e incertezza prendendo le mosse dai quadri di Jakson Pollock. Di fronte ad essi si vorrebbe capire se siano solo un groviglio di casualità e incertezza o se vi sia una direzione e un progetto. Domanda che ogni uomo si pone. Secondo Legrenzi, i dipinti di Pollock ci aiutano a intendere l’eterna dialettica tra ordine e caso; un gioco nel quale ad una intenzione, in partenza razionale, si sovrappone sempre il caos delle molte possibilità degli eventi.

Di luce in luce

E così la poetessa Patrizia Valduga, nel saggio Di luce in luce, osserva nella Cena di Emmaus del Caravaggio (il quadro è esposto nella pinacoteca di Brera) che tutti i convitati guardano Gesù che ha gli occhi chiusi. Un non-sguardo che spinge l’autrice a riflettere sul potere dello sguardo e successivamente su due sguardi: quello della ragione e quello del sentimento, spesso tra loro in conflitto, adottati dalla mente umana per conoscere il mondo.

Nella creazione artistica entrambi gli sguardi trovano un equilibrio inatteso e straordinario. Altri volumi della collana, alcuni appena pubblicati, animati dalla stessa intenzionalità, sono opera di Sergio Givone, Angela Velvese, Federico Vercellone, Gustavo Zagrebelski e Maurizio Ghelardi.