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Le calciatrici che sfidarono il Duce

Il sogno calcistico bloccato dal regime. Tra narrazione, storia e comicità, il sogno di un gruppo di ragazze viene bruscamente interrotto dal regime fascista.
Ad entrare in scena sabato 2 marzo alle ore 21:15 al teatro Pazzini di Verucchio sono Federica Fabiani, Rossana Mola e Rita Pelusio, dirette da Laura Curino (©Roberto-Longoni) in Giovinette – le calciatrici che sfidarono il Duce, tratto dal romanzo di Federica Seneghini e Marco Giani. (Ingresso intero € 15; ridotto € 13; Ridotto per
under 25 e over 65, per informazioni e prenotazioni tel. 320 5769769).
È il 1932, decimo anno dell’era fascista. Sulla panchina di un parco di Milano, un gruppo di ragazze lancia un’idea, per gioco, quasi per sfida: giocare a calcio. Fondano il GFC (Gruppo Femminile Calcistico), la prima squadra di calcio femminile italiana che in breve raccoglie intorno a sé decine di atlete. Gli organi federali in principio assecondano l’iniziativa, consentendo loro di allenarsi, ma non di giocare in pubblico. Inoltre devono usare un pallone di gomma e non di cuoio, indossare la gonna e non i pantaloncini, passare la palla solo rasoterra e in porta dovevano far giocare dei ragazzini adolescenti. Tutto questo per preservare le loro “capacità riproduttive”.
Nonostante ciò, la loro avventura sportiva riesce caparbiamente a resistere per quasi un anno, quando, proprio alla vigilia della loro prima partita ufficiale, il regime le costringe a smettere di giocare. Di questo pugno di ragazze, che a loro modo sfidarono il Duce e la cultura del loro tempo, alcune si riciclarono in altri sport, altre uscirono dalla storia, altre ancora entrarono in una storia più grande, partecipando dieci anni dopo alla lotta partigiana.
La loro epopea è raccontata con ironia e leggerezza da un trio di
attrici che, mischiando comicità e narrazione, ci mostra come, pur a distanza di tanti anni e di tante battaglie, certi pregiudizi siano duri a morire e come la lotta per la libertà e i propri diritti passi anche attraverso lo sport.
Gabriele Vezzali