La tecnologia si siede sui banchi

    Paolo è un bambino diversamente abile che per le sue problematiche di salute non può essere presente tra i banchi di scuola. Ma ogni giorno segue le lezioni ed è costantemente in contatto con insegnanti e compagni. Impossibile? No. È una delle possibilità offerte dall’azione cl@ssi 2.0, un nuovo progetto del ministero dell’Istruzione. Quella di Paolo è l’unica classe in provincia di Rimini ad avere vinto il bando per questo progetto.
    “Abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa – spiega il dirigente scolastico delle Bertola, Giuseppina Martinini grazie alla presenza di un terreno fertile, cioè la disponibilità degli insegnanti che fin da subito hanno accettato possibilità, prospettive ed impegni legati all’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito scolastico”.
    Il progetto, attivato nell’anno 2009-2010, ha coinvolto 156 classi in tutta Italia.
    “Avevamo presente la situazione di un bambino che avrebbe avuto bisogno di un insegnamento a distanza, ma collegato con la classe. L’adesione al bando è nata proprio per questo”.
    L’insegnamento segue i programmi ministeriali della scuola media. I ragazzi, però, utilizzano la lavagna interattiva, l’Adsl, la telecamera, imparando anche ad esprimersi con gli altri attraverso questi strumenti. Quasi tutti i giorni, per circa tre ore al giorno, docenti ed alunni sono collegati con Paolo che, da casa, segue le lezioni facendo esperienza della vita di classe.

    Gli strumenti utilizzati
    Quali sono gli strumenti utilizzati?
    “La lavagna interattiva multimediale touch screen è collegata ad internet e permette in qualsiasi momento durante la lezione di consultare un’enciclopedia, guardare un quadro o ascoltare un dialogo in lingua, senza aprire il libro. Abbiamo acquistato un computer ogni due alunni e gli e-book, uno per ogni alunno, utilizzato a scuola, ma anche a casa. Abbiamo acquistato anche delle macchine fotografiche digitali per lavorare sulle immagini. Grazie alla lavagna interattiva tutte le lezioni possono essere registrate, salvate, riviste e modificate. Gli alunni hanno la possibilità, tramite una chiavetta usb, di portare a casa la lezione. Abbiamo comprato anche un microscopio tecnologico che permette a tutti gli alunni di vedere la stessa immagine”.
    Qual è l’impatto di queste novità su alunni e insegnanti?
    “Possiamo dire che i programmi degli insegnanti, per gli allievi che ormai nascono con il mouse in mano, diventano sicuramente più interessanti. Grazie all’utilizzo di questi strumenti la scuola si avvicina al loro contesto quotidiano che è anche quello di saper utilizzare un telefonino senza leggerne le istruzioni. Noi non puntiamo a far si che i ragazzi imparino ad usare degli strumenti, ma che imparino ad utilizzarli per studiare, per apprendere, per approfondire. Allo stesso tempo è una prova anche per gli insegnanti che riflettono sull’uso di questi mezzi, aggiustano il tiro, per migliorare l’insegnamento”.
    Strumenti che hanno permesso ai ragazzi di conoscere Paolo.
    “Paolo può venire a scuola solo quando il tempo è bello e non è troppo freddo – racconta un suo compagno – grazie a questi strumenti lo sentiamo vicino. A Natale, con la lavagna interattiva, abbiamo creato un biglietto di auguri con le nostre firme e lo abbiamo spedito tramite Skipe e lui ci ha risposto ringraziandoci”.
    E se qualcuno pensa che la tecnologia per gli insegnanti vecchio stampo sia difficile da percepire, si sbaglia di grosso.
    “Per noi insegnanti non è stato difficile adeguarci ai tempi – spiega una prof. d’inglese – anzi, in un certo senso queste nuove tecnologie ci hanno favorito nel lavoro. La lavagna e il computer che sono in classe ci permettono di non dover girare per la scuola con il registratore, con la tv o con il video proiettore, per vedere un filmato o ascoltare i dialoghi in lingua. Anche fare gli esercizi diventa più semplice perché il testo può essere fotografato, riportato sulla lavagna e quindi completato durante l’interrogazione”.
    Significativo quindi anche l’aspetto educativo.
    “Penso che la scommessa del progetto sia l’acquisizione da parte degli alunni della consapevolezza che questi strumenti si possono usare a scuola, per sé stessi, ma ancor più per un compagno gravemente disabile. L’esperienza che la classe sta facendo è un’opportunità per i ragazzi di vedere che in certe situazioni, anche molto difficili, abbiamo strumenti utili che non servono solo per salutare gli amici o vedere i parenti lontani. Questo li porta ad accettare in maniera diversa anche la disabilità che, in tal caso grazie alla scuola, entra maggiormente in contatto con la loro vita. I ragazzi, a turno durante l’anno, vanno a casa di Paolo, e assistono alla lezione che avviene in classe, da casa sua insieme a lui”.
    Da una classe 2.0. a una scuola 2.0?
    “Questa classe è quella che utilizza più strumenti che, comunque, sono a disposizione di altri ragazzi e di diversi insegnanti. Quello che si fa nella classe diviene quindi patrimonio della scuola. Mi auguro, durante l’anno, di riuscire ad acquistare una lavagna interattiva – attualmente utilizzata in sette corsi – per ogni corso così da offrire a tutti le stesse opportunità che sono disposizione nella propria aula. Vogliamo che il passaggio dalla modalità di insegnamento tradizionale a quella realizzata con le nuove tecnologie avvenga in maniera graduale e che i ragazzi imparino ad utilizzare le cose che servono, senza abusarne. Noi aspiriamo, nella gradualità che ci contraddistingue, di passare da una classe a una scuola 2.0”.
    Siete un caso isolato in provincia di Rimini?
    “No. Prima dell’avvio del progetto classi 2.0 ogni scuola media poteva richiedere le lavagne al Ministero e – per quello che mi risulta – tutte le scuole medie di Rimini ne hanno avute, in rapporto al numero delle classi e dei consigli di classe che si erano dichiarati disponibili ad utilizzarle”.

    Letizia Rossi