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La scuola del gratuito non è un sogno

Una delle intenzioni dichiarate di questo Governo è quella di dedicare maggiore attenzione alla scuola. Ma bisogna prender atto della limitatezza delle risorse, per cui è già un risultato che le spese per l’Istruzione siano sfuggite alla caccia ai fondi scattata per togliere l’Imu dalla prima casa. Ma i tagli dei precedenti Governi avevano aggravato tutta una serie di problemi, per cui, ad esempio, se possiamo rallegrarci per il fatto che un certo numero di docenti di sostegno sia passato di ruolo, esistono ancora norme che ne limitano gli organici. Anche se si torna ad investire, i mezzi restano pochi: si promettono sussidi elettronici, ma si chiede ai genitori un contributo per la carta igienica.
Le carenze e le contraddizioni non dipendono solo dai soldi. Si vuole migliorare l’offerta formativa, ma siamo sicuri che la valutazione con le discusse prove Invalsi sia uno stimolo adeguato? La scuola poggia la sua autorevolezza sulle valutazioni, ma è sufficiente il rigore tanto caro al ministro Gelmini? Gli organi collegiali sono spesso carenti, ma su quale visione di scuola deve poggiare la loro riforma? Perché spesso gli insegnanti sono visti come un problema dalle famiglie e le famiglie come un problema dagli insegnanti?
A fronte di tutto questo c’è chi vorrebbe una scuola diversa e si dà da fare per realizzarla.
Fra questi anche la Comunità Papa Giovanni XXIII che da anni ha iniziato il progetto della “Scuola del Gratuito”. Consapevole che l’aspirazione a una scuola più attenta alla persona e svincolata da meccanismi del profitto, è comune ad altri nel panorama italiano ed anche internazionale, insieme al “Gruppo di ricerca per la scuola del gratuito”, ha organizzato un Convegno che si tiene a Valdragone (San Marino) il 5 e 6 ottobre 2013.

Lo scopo è quello di mettere a confronto esperienze ed esaminare gli strumenti che possono aiutare a realizzare una pedagogia che non abbia come mezzo la competizione e non dia per scontato il consumo (anche di sapere) come fine dell’Uomo, ma che sappia valorizzare la persona in tutte le sue dimensioni. Per la Comunità questo significa realizzare un sistema educativo che sia in coerenza con i valori che vive quotidianamente. “Attenzione, vogliamo educare “la gratuità”, non “alla gratuità”, avverte Giovanni Ramonda, responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII che aprirà i lavori “perché la gratuità è dentro di noi, va solo sviluppata”. Per questo motivo la Comunità ha iniziato l’esperienza della “Scuola del gratuito” di cui parlerà Ferdinando Ciani, del “Gruppo di ricerca sulla Scuola del gratuito”.

Non sono mancati, anche nel passato, esempi di scuole che hanno realizzato percorsi educativi svincolati dal profitto, come la Scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani. Ci sono oggi gli esempi di scuole che fanno a meno dei voti e non confondono il valore della persona con la sua capacità di incamerare nozioni. Vi sono esperienze dove modi e tempi dello studio sono decisi assieme e non vengono imposti modelli a cui uniformarsi. Irene Stella, relatrice al Convegno e autrice del libro “Liberi di imparare” sintetizza così lo spirito di queste scuole: “Il migliore adulto che un bambino può diventare è sé stesso”. Il fine è formare “una persona felice che segue la propria strada” dice ancora. Meta impegnativa, anche perché non semplice da definire. Ad aiutare in questo percorso ci sarà il professor Leonardo Becchetti (Università di Roma “Tor Vergata”), che parlerà di “Come educare ad una economia della felicità”. Se si dà per scontato che il denaro non dia la felicità, è lecito domandarsi che cosa ci renda felici. Una risposta è che la felicità, una volta assicurati i bisogni essenziali, non dipende dai beni posseduti, ma dalla capacità di stabilire relazioni positive con gli altri.

In questo senso il “Manifesto della Scuola del gratuito” ha in sé un paio di indicazioni importanti. Una è proprio l’affermazione programmatica di voler sviluppare la relazione fra gli alunni. Un’altra riguarda la collaborazione fra le componenti scolastiche che viene ritenuta essenziale e non marginale rispetto alla conduzione della Scuola. Collaborazione che è massima negli esempi di scuole riportati sopra, volute e gestite dai genitori. Il ruolo della Famiglia è al centro della relazione del prof. Riziero Zucchi, docente presso l’Università di Torino, sulla “pedagogia dei genitori” a partire dall’idea che nessuno conosce i figli meglio dei genitori. Infine una sottolineatura importante e caratteristica della Comunità Papa Giovanni XXIII: il ruolo degli ultimi, dei diversi come suscitatori di relazione. Idea che ha trovato nell’integrazione scolastica più di una conferma, come assicura Andrea Canevaro, docente dell’Università di Bologna, anche lui fra i relatori.

Riccardo Ghinelli