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La Regione: basta passeggiate e pedalate

Nuove misure restrittive. Niente passeggiate, neanche da soli. Divieto di pedalare in bicicletta. Fuori con gli animali, ma solo se necessario e vicino a casa. Lo ha stabilito la Regione Emilia Romagna con una propria ordinanza emanata nella tarda serata di ieri.
Il presidente Stefano Bonaccini ha così esteso a tutta l’Emilia Romagna i provvedimenti che i sindaci della Provincia di Rimini avevano preso in ordine sparso.
Vietate le attività fisiche all’aria aperta, anche le passeggiate da soli. Vietate la bicicletta. Si possono portare a spasso gli animali ma solo per bisogni fisiologici e nei pressi di casa.
Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative a tutti i livelli. Il “Giro Nonni”, il servizio di Caritas dedicato agli anziani a cui va recapitato il cibo a casa, “raddoppia”. Grazie a due mezzi in più, messi a disposizione gratuitamente dal Comune di Rimini alla Caritas Diocesana, aumentano le consegne di pasti a domicilio del “Giro nonni”. 60 gli anziani attualmente serviti grazie al raddoppio dei turni quotidiani del “Giro nonni”, che passa dai 3 precedenti agli attuali 6.
L’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad lancia invece un appello ai proprietari di immobili: “Rivedere al ribasso i contratti di affitti per le piccole imprese: serve una presa di responsabilità collettiva per accelerare la ripresa”. Le agevolazioni della no-tax area: contributi per chi rivede il canone almeno del 20%.Sono giorni, settimane, di grande incertezza, contraddistinti da un costante richiamo al senso di responsabilità individuale e collettivo per uscire nei tempi più rapidi possibili da questa tempesta che sta travolgendo e allo stesso tempo immobilizzando l’intero Paese e le nostre città. – spiega l’assessore – Una situazione d’emergenza straordinaria e imprevista che ha avuto però come effetto quello di risvegliare il senso di appartenenza ad una comunità, di solidarietà e di vicinanza, seppur solo ideale, che consente anche di accantonare gli interessi individuali. Un clima che sarà necessario preservare anche quando la tempesta sarà passata e sarà l’ora di rimboccarsi le maniche per ricostruire. Anche domani sarà ancora necessario che ognuno, come avviene oggi, faccia la sua parte. Istituzioni e cittadini. Mi rivolgo in questo caso ai tanti proprietari di immobili dati in affitto ad uso commerciale o produttivo: negozi, bar, ristoranti, alberghi. – prosegue Sadegholvaad – L’invito accorato è quello di valutare misure di alleggerimento dei canoni di affitto, rinunciando magari ad una parte di entrate ma garantendo al proprio locatario condizioni più favorevoli per riprendere in mano la propria attività. Si tratterebbe di un sacrificio nell’immediato, con effetti sul lungo periodo: situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo richiedono il massimo sforzo da parte di tutti e ci danno anche l’opportunità di cambiare prospettiva”.
Anche il Comune mette in campo le sue risorse: già mesi fa è stato messo a punto un pacchetto di interventi a sostegno delle imprese, la no-tax area, che – proprio nell’ottica di stimolare una rinegoziazione al ribasso dei canoni di affitto – prevede agevolazioni per i proprietari degli immobili. Nello specifico chi possiede immobili a destinazione commerciale o produttiva può ottenere un contributo economico sulla base dell’IMU versata (che può raggiungere anche il 100%) a fronte di una riduzione del canone di affitto alle imprese non inferiore al 20%. “Oggi dobbiamo restare in casa, ma in un futuro speriamo vicinissimo dovremo essere in grado tutti di metterci in gioco e di fare rete per tornare a correre”.
Anche gli industriali, considerata la situazione riminese e soprattutto l’alta incidenza del contagio nella zona Rimini sud, scendono nuovamente in campo. Proponendo un “decalogo”.
La Delegazione di Rimini di Confindustria Romagna, ad integrazione di tutto quanto previsto dalle norme fino ad ora emanate ed applicate dalle aziende, propone infatti un ulteriore Codice di Autoregolamentazione, con l’obiettivo sempre di privilegiare la salute delle persone.
1. Chi può chiudere per una o due settimane senza forti danni per la continuità aziendale lo faccia.
2. Ridurre ulteriormente la settimana lavorativa e/o gli orari di lavoro.
3. Portare il più possibile i lavoratori in Home e Smart Working.
4. Ridurre la presenza ad una singola persona per ufficio che possa aiutare fisicamente chi lavora da casa.
5. Dove non fosse possibile e negli impianti produttivi ortiamo la distanza tra le persone a ben oltre quella suggerita di 1,5 m ma a 2,5 metri o meglio ancora 3 metri.
6. Scaglionare gli orari di ingresso per impedire afflussi di personale in contemporanea.
7. Chiudere spogliatoi e luoghi di aggregazione all’interno e all’esterno.
8. Sanificare gli ambienti di lavoro.
9. Fornire dove è possibile mascherine a tutti i dipendenti (e Confindustria può aiutare).
10. Obbligo di mascherine in tutti i corridoi.
11. Evitare riunioni con presenza fisica sia interna sia esterna, usare telefoni e videocall.
12. Evitare gli spostamenti tra sedi e tra fornitori il più possibile.
13. Chiudere l’accesso agli esterni alle aziende.
14. Monitorare e comunicare in continuità con l’associazione di appartenenza e con le autorità.
15. Sospendere l’utilizzo di lavoratori provenienti dai Comuni di Pesaro e di Urbino e dalla Repubblica di San Marino e limitare l’utilizzo dei lavoratori che devono fare trasferimenti interprovinciali.