La crisi aguzza l’ingegno… ma allarga anche lo stomaco. Un prodotto che in tempi di “vacche grasse” poteva essere snobbato al momento della spesa, come una lattina di pomodori pelati danneggiata, una confezione di latte rovinata, frutta e verdura non tanto belle a vedersi e alimenti freschi prossimi alla scadenza, può essere rivalutato se venduto a prezzi molto più bassi. All’estero, in Inghilterra – solo per fare un esempio – da tempo si vendono cibi che presentano l’etichetta “da consumare preferibilmente entro…” (l’importante è che ci sia l’avverbio preferibilmente) anche dopo la data riportata. Risultato: un po’ per la crisi, un po’ per i prezzi ottimi, la vendita è schizzata alle stelle costringendo i rivenditori che commercializzano anche su internet (scrive il Financial Times) a chiudere per qualche giorno i propri siti, intasati dall’enorme quantità di ordini ricevuti.
Anche in alcune città italiane si sta sviluppando un’attenzione verso questa nuova moda. A Torino la Cgil ha sollecitato già nel 2009 la nascita di veri e propri spacci last minute dove acquistare a un costo molto basso, o addirittura simbolico, i cibi in scadenza che altrimenti verrebbero ritirati dagli scaffali. Nel Riminese, anche se di punti vendita specializzati in questa direzione ancora non si vede l’ombra, da un po’ di tempo a questa parte alcuni ipermercati e supermercati si sono inventati scomparti appositi che se per quantità di prodotti restano marginali, a livello di promozione non passano di certo in secondo piano. Anzi. Capofila nella lotta allo spreco è Coop Adriatica. Sia nell’Ipercoop “Malatesta” di Rimini che al supermercato Coop “Perla Verde” di Riccione ai prodotti prossimi alla data di scadenza viene dedicato un angolo apposito. “Non si tratta di ampi quantitativi, al massimo di uno o due banchi: il principale scopo resta quello di sconfiggere lo spreco a monte, cioè razionalizzando gli assortimenti” fanno sapere da Coop Adriatica pur non negando il successo di questi prodotti uan volta venduti a prezzo superscontato. Al Conad Margherita di via Marecchiese, lo sconto può arrivare anche al 70%. “L’Ausl dà delle normative precise – premettono dalla direzione – . Prendiamo uno yogurt che può rimanere in vendita fino al giorno precedente la scadenza: può succedere che due o tre giorni prima si faccia un taglio prezzo anche del 70%. In questo caso lo mettiamo in un apposito angolo con l’indicazione che si tratta di prodotto a breve scadenza”. Il risultato? “Questi articoli vanno via subito”. La stessa cosa succede al Conad Ape di via Euterpe dove nell’ultimo anno per effetto della crisi economica si è registrato un aumento del 10% della vendita dei prodotti in offerta. Anche qui, fanno sapere, “se un prodotto è ancora vendibile secondo le normative igienico-sanitarie, a ridosso della scadenza si applicano sconti anche del 60-70%. Pur di risparmiare la gente li compra”. Se il potere d’acquisto del consumatore cala, anche il pane o la brioche si adeguano. È il caso del Panificio Cappuccio, sempre a Rimini, dove vengono confezionati dei sacchetti con le brioches che avanzano dal giorno prima, anche in questo caso superscontati. E superapprezzati.
Alessandra Leardini