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La mosca non ci ha preso in… castagna

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La notizia è che i “frutti” in Alta Valmarecchia ci sono. Un raccolto non super come il 2015, ma nemmeno una magra come il 2013 e il 2014, anzi. “Le castagne ci sono, la situazione è decisamente migliorata – conferma Pietro Belloni, noto produttore di Talamello. – Il frutto è pronto ed è di buona qualità”. Talamello e tutto il Monte Pincio, Badia Mont’Ercole, Botticella, e altre “macchie” di Sant’Agata Feltria, Casteldelci e Uffogliano in alta Valmarecchia, e Montefiore in Valconca, sono le zone della provincia vocate al dolce frutto del riccio.
In Alta Valmarecchia il pericolo rappresentato dalla mosca cinese non ha attecchito. Il parassita dagli “occhi a mandorla”, il cinipide, ha invece colpito duro nel resto dell’Italia, tanto che Coldiretti prevede un raccolto inferiore ai 20 milioni di chili rispetto allo scorso anno. Una “magra” che costringerà l’Italia a un’importazione maggiore. Con conseguente appello perché le castagne che arriveranno dall’estero (Spagna, Portogallo e Albania, in particolare) non vengano spacciate per italiane.
La Valmarecchia graziata? In realtà, i produttori della zona si sono attrezzati per tempo, dopo aver lottato con il nemico per anni.
Nel 2014, ad esempio, le perdite arrivarono a toccare il 70%. Il “nemico” non è stato debellato totalmente, ma è tenuto a bada grazie ai numerosi “lanci” biologici del Servizio Fitosanitario della Regione. La Fiera delle Castagne di Talamello si è salvata anche se le vendite nel “balcone della Valmarecchia” (dove solitamente si sfornano 3 quintali di caldarroste) non sono state esaltanti.
Belloni e i colleghi talamellesi sono pronti ad accompagnare centinaia di bambini dalle scuole di Rimini e Riccione nei castagneti. “Le richieste durante la settimana sono tante. – ammette – E domenica con i privati ne sono state raccolte tantissime. Fino alla fine di ottobre aspettiamo tanti acquirenti per altri giri nei castagneti”.
Un problema, però, è rappresentato dalla viabilità. Via Monte Pincio, unica via d’accesso ai castagneti, fa “acqua” da tutte le parti, “onde come se fossimo in mare” le critiche dei produttori. Una situazione che ha fatto fare marcia indietro a diversi pullman di visitatori che – viste le condizioni pessime della strada – hanno disdetto la visita ai castagneti. “Prima della Fiera, l’Amministrazione è intervenuta, ma sistemando solo due curve: bisogna fare qualcosa”.
Oltre alla “mosca cinese” e alla viabilità “bucata”, i produttori devono guardarsi le spalle dai “predatori”, i privati che non guardano in faccia le recinzioni e la proprietà privata e “razziano” alberi e frutti. All’ingrosso la castagna viene venduta ad un prezzo oscillante tra 4 e 7 euro al kg. La varietà marroni è quella migliore e anche la più costosa.
Se Talamello sorride, Sant’Agata Feltria è perplessa. Qui il raccolto è meno favorevole. “Talamello è protetta dal monte Pincio, il quale favorisce un microclima adatto per lo sviluppo delle castagne. – è la disamina di Pierluigi Vicini – A Sant’Agata Feltria i boschi soffrono di più”. Ma non è colpa della mosca che “attacca perlopiù castagni selvatici e fa persino selezione”. Pier Luigi Vicini, titolare di un negozio del centro storico, cerca di consolarsi dalla scarsità del frutto del riccio con la birra e le patatine al tartufo. “Le aspettative erano decisamente migliori. – prosegue la disamina il sindaco Mino Cerbara – A settembre purtroppo si è verificato un blocco nella crescita e le dimensioni delle castagne non sono importanti”. Resta però la consolazione di aver in pratica debellato quel nemico che nelle scorse stagioni ha rischiato di minare i castagneti di tutta la vallata.

Paolo Guiducci