Home Attualita La Cina è vicina. Ma non da turista

La Cina è vicina. Ma non da turista

Il ciclone borse asiatiche ha spazzato via qualche certezza sulla potenza economica senza freni della Cina? Nella Grande Muraglia si cresce meno vertiginosamente che in passato, ma l’andamento è tutt’altro che lento. L’Europa, al confronto, sembra una lumaca. “Quello cinese resta un grande mercato, ricco di risorse, che può regalare grandi soddisfazioni economiche all’Italia” ha ostentato sicurezza al Meeting il presidente di Federlegno-Arredo, Roberto Snaidero. La sua associazione ha coinvolto nell’allestimento in Fiera anche Scm, con la quale sperano di proseguire il rapporto in occasione del Salone del Mobile previsto a Shangai nel 2016.
“La Cina ama non solo il grande passato del BelPaese ma soprattutto l’Italian Life Style” rilancia Francesco Rutelli, nelle vesti di Presidente del Forum delle Città della Via della Seta.
In questo quadro, il turismo cinese può diventare una nuova frontiera per Rimini e la Riviera? Esperto di marketing, il riminese Giancarlo Dall’Ara si occupa di Cina e turismo da una quindicina di anni (il suo primo manuale di marketing verso il mercato cinese è del 2005).
Curatore del recente Il mercato turistico cinese (Franco Angeli) e del blog Turismo cinese, dal suo buen ritiro di Sant’Agata Feltria ha dato vita ad una rete nazionale per portare l’Italia turistica in Cina: Italy China Friendly. Il network, del quale fanno parte alberghi, musei, agenzie di viaggio, è partner di Chinese Friendly International: può offrire ai turisti cinesi l’Italia all’interno di una proposta europea.

Il futuro dagli occhi a mandorla è dietro l’angolo oppure è fantascienza?
“Rimini è per così dire già presente in Cina, soprattutto grazie al passaparola e ai Social. Nella pagina Facebook China Friendly, ho pubblicato diverse immagini di Rimini che circolano online in Cina (il ponte di Tiberio, piazza Tre Martiri, il Tempio Malatestiano…), tutte scattate da turisti cinesi.
In ogni caso credo che sinora l’Italia e le regioni italiane, abbiano fatto davvero poco per promuoversi in Cina. Ha pesato molto l’idea sbagliata che il mercato cinese sia solo quello dei gruppi che spendono poco e la poca voglia di rimettersi in discussione”.

Rimini e la Riviera possono sperare di attrare turisti cinesi?
“Rimini, se volesse, avrebbe qualche ottima carta da giocare, a cominciare dalla sua storia, compreso il ruolo che ha avuto nella storia del turismo italiano. Non nego però che ci sia ancora molto da fare, soprattutto a livello culturale e di competenze”.

Quanti sono i nuovi turisti cinesi?
“Degli 80 milioni di cinesi andati all’estero nel 2012 (erano 10 milioni nel 2000), si presume che in Italia ne siano arrivati sì e no 800 mila (280 mila i visti diretti). In Europa sono previsti quest’anno circa 9 milioni di arrivi, in Italia circa 2 milioni, grazie anche all’Expo. Quest’anno i viaggi (non viaggiatori) all’estero dalla Cina dovrebbero toccare quota 140 milioni”.

Quali sono le condizioni minime per attirare i turisti cinesi?
“Risolvere l’infinito problema dei visti e una promozione non episodica e non generica. E, ancora, attivare un marketing relazionale, mettere in piedi azioni coordinate e strategiche, prodotti nuovi e mirati, qualità del paesaggio, gastronomia, benessere, lusso, wedding, moda, golf tour, passeggiate nella natura e nei borghi, e a certe condizioni, anche mare. Ma soprattutto shopping, che in Cina è lo sport nazionale, «mai a mani vuote!».
I cinesi si aspettano hotel moderni a quattro stelle, ma anche a tre stelle e a certe condizioni possono andar bene anche le strutture ricettive più piccole, gli alberghi diffusi, le case o le ville sul mare.
Apprezzano molto l’uso gratuito di internet, i bollitori in camera, i canali tv cinesi, camere per fumatori, dolce e salato nella piccola colazione. Ma non si aspettano che siamo cinesi!”.

Quale fascino possono mettere in campo Rimini e la riviera romagnola?
“L’accoglienza, la nostra cultura fatta di attenzioni. L’aeroporto, una segnaletica adeguata, il ritiro bagagli meno lento. I materiali in lingua, le informazioni e i luoghi per lo shopping distribuiti negli Iat.
Una particolare attenzione all’arrivo negli hotel, hall grandi o «friendly», servizi cortesia in camera. La Cina è il «paese dell’etichetta» e ci sono alcune piccole regole da rispettare, come rivolgersi al più alto in grado e offrire e ricevere oggetti con entrambe le mani”.

Paolo Guiducci