Home Attualita La casa di Tonino attira giovani e stranieri

La casa di Tonino attira giovani e stranieri

Il primo giorno di primavera, a Santarcangelo, si è ricordato Tonino Guerra a sei anni dal suo “trasloco”.
È la mattina del 21 marzo del 2012, infatti,quando la famiglia comunica ai compaesani: “Il maestro ha traslocato da una camera all’altra, e nella casa di Piazza Ganganelli è entrato il silenzio”.
Per ricordarlo, dopo un’intera settimana di appuntamenti, presso la sala del Lavatoio mercoledì 21 c’è stata la presentazione del libro di Rosita Copioli Per Tonino Guerra: da Nino Campana a Tarkovskij.
In realtà, l’artista – che nasceva il 16 marzo di 98 anni fa all’ombra del campanone – non è mai stato dimenticato nella sua città. Già l’anno successivo alla sua morte, per volere dell’Amministrazione e del figlio Andrea (noto compositore di musiche per il cinema), nasce a Santarcangelo il Museo permanente “Nel mondo di Tonino Guerra”, che si trova in via della Costa, lungo una delle strade più caratteristiche di quel centro storico che lui stesso tanto amava. La collezione delle sue opere è ospitata presso l’ex Monte di Pietà, uno degli edifici storici del paese, restaurato circa 12 anni fa.
Tra gli oltre 60 pezzi esposti, si possono ammirare le famose Lanterne di Tolstoj, originali sculture in ferro nate da un’idea di Tonino dopo un viaggio nella stazione di Astàpovo (Russia europea), luogo in cui morì lo scrittore russo. Numerose anche le opere pittoriche dell’artista: arazzi, acquerelli e affreschi sapientemente circondati da pezzi in ceramica e strumenti in materiali diversi.
Nel Museo è anche presente una ricca sezione multimediale che consente di rivedere ogni film sceneggiato dal Guerra e seguire interviste e documentari, dagli anni ’60 fino ai giorni nostri. Nel book-shop situato al piano terra sono in vendita tutti i libri pubblicati e numerose opere realizzate da artigiani ed artisti del territorio su disegni originali del maestro.
Ma la vera chicca di questo Museo è la possibilità di incontrare Tonino, attraverso la proiezione di un video dove lui stesso recita le sue poesie in dialetto e racconta di se’. Fermarsi a vedere ìViaggio luminoso di una vita è come fare un passo indietro nel tempo ed immergersi in quella magica atmosfera che i suoi racconti hanno il potere di creare, circondanti da ricordi che si mescolano con la fantasia, accarezzati dal suono dolce e accattivante della sua voce.
La giovane Martina Lorenzi, originaria di Pennabilli, ormai da quasi un anno ha sostituito Luigi Muccioli nella direzione del Museo. Ad accogliere i circa 15.000 turisti che annualmente visitano l’esposizione è aiutata da alcuni preziosi collaboratori volontari e da diversi stagisti delle scuole superiori della zona che – soprattutto nel periodo estivo – si fermano per 2/3 settimane e ricevono i visitatori, dando informazioni e seguendoli alla scoperta di questo luogo fantastico. La vita e le opere del grande artista sono conosciute nel nostro Paese ma anche all’estero, ed è per questo che tra i tanti ospiti molti sono stranieri: tedeschi, francesi ma soprattutto russi. È stata infatti la Russia, considerata da Tonino Guerra come seconda patria, che – intorno agli anni ’70 – gli ha fatto riscoprire il gusto per l’arte pittorica, aspetto della sua versatilità tralasciato in gioventù per altre passioni.
Visitatori speciali dell’esposizione permanente sono i bambini; tante scolaresche scelgono Santarcangelo come meta per le uscite primaverili e autunnali ed è ormai prassi che – durante la visita alla città alla ricerca di fontane e altri simboli che ricordano il Maestro – si fermino al Museo per letture e laboratori didattici molto particolari, seguiti nel percorso da validi professionisti appassionati e preparati.
Maestro elementare molto amato, Tonino oggi guarderebbe contento questi ragazzini; l’importanza di tornare bambini e guardare il mondo coi loro occhi era quello che lui desiderava.
In una delle sue frasi più celebri diceva cosi: “Da un momento all’altro dovrò pur dire a qualcuno che non sto cercando soltanto la mia infanzia, ma addirittura l’infanzia del mondo”.
E dopo di lui, sembra che qualcuno continui.

Roberta Tamburini