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Interrail: viaggiare per tornare a vivere

Lockdown, restrizioni, e poi zone rosse e arancioni rinforzate. È ormai da un anno che la pandemia di Covid-19 ha stravolto completamente il nostro stile di vita, forzandoci a riadattarlo completamente alle quattro mura delle nostre case. In questi momenti di chiusura e solitudine non si può che sperare e sognare tutto ciò che, prima della diffusione del coronavirus, abbiamo sempre dato per scontato e che non vediamo l’ora di sperimentare di nuovo: riabbracciare senza paura i propri cari, cenare tranquillamente al ristorante con gli amici, prendere un treno o un aereo con serenità e, finalmente, tornare a viaggiare.

Fare una valigia, partire e immergersi per qualche giorno in ambienti, paesaggi e tradizioni differenti è sicuramente una delle sensazioni a cui guardiamo con più nostalgia e che manca soprattutto a tutti i giovani che, proprio nel momento in cui avevano acquisito l’indipendenza e la responsabilità per intraprendere nuove esperienze anche da soli, si sono visti chiudere regioni, comuni e, addirittura, le porte di casa.

Viaggiare? Ai giovani ci pensa l’Europa

interrail bigliettiÈ proprio per loro che l’Unione Europea, attraverso l’iniziativa DiscoverEu, mette a disposizione ogni anno 30mila pass Interrail in maniera totalmente gratuita, con l’obiettivo di promuovere la scoperta dei Paesi membri, dei loro abitanti e delle loro culture.

Come? Coprendo completamente le spese dei viaggi in treno dei partecipanti. Dopo un anno di stop dovuto alla situazione pandemica, l’UE ha finalmente riproposto il programma per il marzo 2022, raddoppiando il numero di biglietti destinati ai ragazzi che abbiano compiuto 18 anni nel biennio 2020-2021. Già dal prossimo ottobre, saranno quindi selezionati 60mila neomaggiorenni che avranno l’opportunità, tra un anno esatto, di oltrepassare la linea gialla della stazione ferroviaria per dare il via a un’indimenticabile avventura attraverso i paesaggi europei.

Per ottenere il prezioso pass, normalmente in vendita a prezzi piuttosto elevati, basta candidarsi da soli o in un gruppo che conti al massimo 5 membri, rispondendo ad alcune domande riguardanti la storia e le iniziative proposte dall’Unione Europea e presentando il proprio itinerario di viaggio, che deve comprendere almeno due stati membri dell’UE e avere una durata di massimo 30 giorni.

E saranno proprio i giovani più entusiasti e motivati a essere selezionati per poter salire in carrozza e concretizzare i propri sogni in uno scenario idealmente libero dalla pandemia, che si avvicini alla tanto sospirata normalità di cui tutti attendiamo il ritorno.

Cosa ne pensano i giovani di Rimini?

Tuttavia, dopo più di un anno di distanziamento, sanificazioni e protezione individuale, torneremo come se niente fosse alle abitudini di viaggio precedenti al Covid-19 o si apriranno nuove prospettive che uniscano l’entusiasmo dell’avventura e a una rinnovata e amplificata sensibilità verso le norme di sicurezza personale?

Sinceramente non penso che, dopo una situazione che ha rivoluzionato ogni aspetto della quotidianità, si possa ritornare in breve tempo a viaggiare per il mondo con la completa libertà che fino all’anno scorso si dava per scontata. – ammette Giacomo, diciottenne rimineseForse, almeno nei primi mesi in cui si potrà riprendere a muoversi liberamente, sulla voglia di avventura spesso prevarrà quel senso di cautela che abbiamo sviluppato per difenderci dal Covid, portando i viaggiatori a programmare i dettagli delle proprie vacanze con maggior anticipo, piuttosto che lanciarsi in avventure last-minute”.

Secondo Marta, anche lei neomaggiorenne, controllo e attenzione saranno due parole chiave del nuovo concetto di viaggio: “Credo che in generale si tenderà ad avere più cura nella scelta degli alloggi e a preferire sistemazioni più costose rispetto a quelle che, nonostante i prezzi accattivanti, non offrono spazi abbastanza estesi e servizi di pulizia adeguati”.

Discorso che non vale solo per alberghi e strutture, ma anche per i mezzi di trasporto: “Senza dubbio, per diverso tempo dopo la fine della pandemia, ci si sposterà quando possibile in macchina, mezzo oggettivamente più sicuro rispetto ad autobus, treni e aerei, dove spero sia comunque garantita una cura più approfondita dell’igiene dei luoghi condivisi dai viaggiatori, aspetto che non può assolutamente essere trascurato come succedeva prima del Covid”.

L’entusiasmo è più forte della paura

Al di là delle modalità, i giovani non vedono l’ora di tornare a muoversi per scoprire luoghi sempre nuovi e allargare i propri orizzonti.

Viaggiare è ciò che mi è mancato di più durante questa pandemia. – ci rivela Elena, studentessa riminese di quinta superioreIl viaggio è un’occasione unica di arricchimento e di acquisizione di consapevolezza della collettività di cui siamo parte, che si può sperimentare a pieno nel momento in cui si vive un’esperienza in prima persona, che non ha nulla a che vedere con fotografie, filmati e racconti di altre persone. Allo stesso tempo, però, il senso di oppressione e chiusura che ha caratterizzato questo ultimo anno renderà ancora più speciale ogni avventura futura in uno scenario privo di problemi legati al coronavirus. Sono consapevole che questa pandemia ci abbia tolto tanto, ma ci ha anche insegnato ad apprezzare ogni piccola cosa e a non dare nulla per scontato, che rappresentano delle caratteristiche fondamentali per godersi al meglio ciò che il viaggio ha da offrire”.

Chiedendo ad Elena quale sarà il primo luogo che vuole assolutamente visitare appena potremo dirci liberi dalla pandemia mondiale, mi risponde non senza qualche difficoltà: “Nel corso delle svariate quarantene che ho vissuto, ho elaborato talmente tanti itinerari che è complicato sceglierne solo uno! Una buona opportunità per comprenderne alcuni potrebbe essere proprio il pass Interrail, che speravo di vincere in modo da utilizzarlo a giugno, in occasione del mio viaggio di maturità, ma varrà sicuramente la pena qualche mese in più di attesa per poter sperimentare ciò che in questo momento manca: quel senso di spensieratezza e di libertà che il viaggio trasmette, che non ha niente a che vedere con tamponi, quarantene, distanziamento e mascherine”.

Giulia Cucchetti