La grande sofferenza dei giovani riminesi, sia tra chi tenta di aprire un’attività sia tra chi cerca invano lavoro, il cedimento delle imprese iper tassate e il crollo del turismo straniero. Per la provincia di Rimini è ancora un bilancio di lacrime e sangue quello tracciato il 6 giugno al Palas di Rimini dal presidente della Camera di Commercio di Rimini. Quella per la Giornata nazionale dell’Economia è stata l’ultima uscita pubblica per Manlio Maggioli, prima di lasciare il timone a Fabrizio Moretti (l’attuale presidente di CNA, sul quale le categorie hanno trovato l’accordo). E anche questa volta Maggioli non ha potuto fornire numeri positivi. Il quadro è sempre più allarmante e le previsioni per una prossima ripresa, probabilmente nel 2015, sono molto ma molto caute.
Lavoro. Da gennaio ad aprile la Cassa Integrazione Guadagni è cresciuta del 30,4% rispetto al 1° quadrimestre 2013: solo quella in deroga segna un +52,5%.
Brutte notizie anche per le persone che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente, diminuite in un anno del 18,8%. In calo anche le assunzioni, -15,5%. Regna sovrana la precarietà: il contratto a tempo determinato, con il 60,9% sul totale, costituisce la tipologia più diffusa (+4% sul 1° trimestre 2013), mentre scende ancora il peso del lavoro a tempo indeterminato, al 7,6% contro l’8,4% del 2013.
Giovani. Soffre l’imprenditoria giovanile sotto i 30 anni: -0,6% su marzo 2013 e addirittura -17,7% negli ultimi cinque anni. Il tasso di disoccupazione, che sale all’11,5% (contro il 9,8% del 2012) peggiora proprio tra i giovani: in provincia raggiunge il 25% nella fascia di età 15-29 anni e il 30% nella fascia 15-24.
Sistema bancario. Ancora in calo gli impieghi alle imprese, secondo i dati della Banca d’Italia del 1° trimestre 2014: -2,2% su marzo 2013, con la variazione peggiore nel settore edile (-21,9%). Allarmante anche il dato sulle sofferenze bancarie che in provincia di Rimini, al 31/12/13, ammontano a 1.365 milioni di euro (erano 927 milioni al 31/12/12), con un incremento del 47,2%. L’intervento dei Confidi è stato sempre più importante per le imprese: nel 2013 ne hanno fatto ricorso il 23,9% delle imprese riminesi (+21,3%).
Export. È l’unica positiva anche se l’aumento registrato dalle imprese della provincia di Rimini è di appena lo 0,3% con un import praticamente invariato. Il saldo della bilancia commerciale è però ampiamente positivo: +1.189.721.827 euro.
La moria delle imprese. Diminuiscono le imprese attive in provincia nel 1° quadrimestre del 2014: sono 34.923, contro le 35.633 dello stesso periodo del 2013, con un calo del 2%. Le cessazioni,1.622 (+13,7% rispetto allo stesso periodo 2013), hanno largamente superato le iscrizioni, arrivate a 1.153 (-13,7%), determinando un saldo molto negativo (-469 imprese in quattro mesi). Il principale colpevole di questa moria è la tassazione. “Di troppe tasse si muore” ha sottolineato il presidente della Fondazione dei Dottori commercialisti Giuseppe Savioli, introducendo i numeri chiaro-scuri dei bilanci delle società di capitale riminesi. “Il peso fiscale arriva a incidere fino al 107% sugli utili, ciò vuol dire che i guadagni non bastano neppure per pagare le tasse”.
Turismo. Per la prima volta si nota una forte diminuzione degli stranieri che avevano contribuito a tenere alta l’asticella nella crisi del mercato italiano: -6% di arrivi da gennaio ad aprile 2014 contro il +2,1% registrato tra gli italiani, per un bilancio finale, per gli arrivi totali, del +0,2%. Calano del 3,1% le presenze complessive (-0,4% per le presenze italiane e -9% per quelle estere).
Alessandra Leardini