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Il Vescovo a Confindustria: “Il lavoro concorre al bene delle persone e del territorio”


La delegazione territoriale di Confindustria ha incontrato il Vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi, insieme al presidente della Provincia e sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e Roberta Frisoni, assessora con deleghe a Urbanistica e Pianificazione del Territorio, Edilizia Privata, Rigenerazione Urbana, Politiche per la mobilità, Trasporto Pubblico Locale, Demanio, PNRR. Per la delegazione erano presenti il presidente della delegazione Alessandro Pesaresi, il direttore dell’associazione Marco Chimenti, il coordinatore della sede riminese Gianluca Gabellini, e gli imprenditori.
Il confronto è stato molto importante: sono stati affrontati vari argomenti di attualità del territorio ed è stata posta l’attenzione sui principali temi di carattere economico, sociale e culturale.
Le parti hanno concordato sull’importanza di dovere operare insieme per affrontare l’emergenza sociale causata dal lungo periodo di crisi dovuto a eventi senza precedenti. È importante lavorare affinché siano garantiti il bene, la dignità e la felicità della persona, in modo da non lasciare indietro nessuno e agendo come comunità. Analizzando le priorità, è stata posta anche l’attenzione sulle azioni indirizzate alla transizione energetica, al potenziamento delle infrastrutture, della mobilità e della rete viaria, all’importanza di dare tutto il supporto necessario alle aziende del territorio, motore dell’economia, senza trascurare nessun settore e operando affinché non si perda l’occasione offerta dal PNRR. Senza dimenticare le azioni indirizzate alla formazione dei giovani, potenziando la collaborazione fra scuole, università e imprese, e alla valorizzazione della cultura, in modo da rendere Rimini sempre più inclusiva, attrattiva e competitiva.

In occasione dell’assemblea della delegazione territoriale di Rimini di Confindustria Romagna, che si è tenuta nella sede riminese dell’associazione, Enrico Aureli e Simone Badioli sono stati eletti consiglieri di delegazione unendosi al presidente Alessandro Pesaresi, ai vicepresidenti Andrea Albani e Laura Fincato e al consigliere Giacomo Fabbri. (nella foto).

“Ringrazio tutti per essere stato invitato a questo incontro di Confindustria. – ha detto il Vescovo Nicolò – La mia presenza debba collocarsi al fatto che dietro alle aziende e alle imprese ci sono persone: tecnici, operai, impiegati, dirigenti. Persone. Porgo alla attenzione di tutti tre sollecitazioni”.
La prima. “L’attenzione della Chiesa è rivolta alle persone, al loro benessere, alla bellezza della loro vita. Con gli imprenditori che offrono opportunità di lavoro e trattano con le persone, ma anche con gli amministratori, penso che ci possiamo ritrovare su terreno comune in ordine alla felicità delle persone, perché il lavoro riguarda in qualche modo la felicità persone. Il lavoro è una parte rilevante della vita perché si attende ad esso per molte ore e per molti giorni della vita. Lavorare significa essere utili, partecipare alla costruzione di un mondo, dare significato alla propria esistenza sociale, oltre che – giustamente –  guadagnare uno stipendio che ci permette di avere famiglia e realizzarci.
Anche dal punto di vista vocazionale poter lavorare è una concretizzazione della chiamata di Dio che vuole tutti gli uomini felici”.
La seconda attenzione che il Vescovo Anselmi ha sottoposto alla riflessione, riguardava la scuola.  “Per gli adolescenti la scuola è come il lavoro per gli adulti: una parte importante della vita. Purtroppo nella mentalità attuale la fatica scolastica riporta ad un’idea scolastica per la quale esistono scuole di serie A – i licei – e scuole di serie B – professionali e tecnici –. Questa distinzione purtroppo conduce all’idea che esistono lavori di serie A e serie A e ha come risultato l’idea che esistono persone serie di A e serie B. Questo è quanto di più antievangelico e menzognero che possa esistere. Non esistono lavori, scuole, persone di serie A e serie B. Vi chiedo aiuto perché tutti insieme dovremmo combattere questa mentalità che non ha nulla da spartire con il vangelo ma neppure con la realtà”.
La terza riflessione è relativa al tema della spiritualità del lavoro. “Occorre riscoprire insieme che lavorare è uno spazio di felicità. – ha proseguito il pastore della Chiesa riminese – Purtroppo è facile ascoltare discorsi di persone che anelano solo ad andare in ferie o in pensione. Aspirazioni giuste, perché l’uomo ha bisogno di riposo e di staccare, ma il lavoro resta comunque un aspetto importante della vita e dovremmo pensare la possibilità di fare qualcosa di bello anche nella ripetitività quotidiana del lavoro. Il lavoro non è una condanna ma uno spazio di realizzazione di sé. Se fosse condanna viene naturale la voglia di farlo più rapidamente possibile, non si è stimolati a farlo bene e questo rende insoddisfatto sia il datore di lavoro sia il lavoratore stesso.
Infine un messaggio agli imprenditori: “Sentite la Chiesa vostra alleata laddove il vostro essere imprenditori concorre al bene alle persone”.