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Il tasto giusto

Il Nostro tempo di Torino, il Cammino di Siracusa, il Ponte di Rimini, L’Amico del popolo di Belluno… sono state 187 le testate dei settimanali cattolici nominate, una per una, nella trasmissione di Radio Rai dedicata all’informazione locale. Un lunghissimo elenco a testimonianza della ricchezza di vita e cultura e della diversità dei territori, di cui è composta l’Italia. Una editoria di prossimità, locale e non profit che occorre salvaguardare, coinvolta nella stretta dei finanziamenti per colpe non sue, essendo ben misero, ma fondamentale, il contributo pubblico che riceve.
Tanto più nell’attuale contingenza data dalla crisi economica, dal calo della pubblicità, dall’insolvenza di molti creditori, alcuni per difficoltà reale, altri perché frutto della categoria dei furbini.
Domenica si è celebrata in Diocesi la giornata di diffusione de il Ponte. I risultati sono positivi e già arrivano copiosi i primi rinnovi di abbonamento. Qualche lettore ci ha scritto lamentandosi del parroco che se n’è dimenticato. La cosa è comprensibile anche perché non essendoci direttive precise, alcuni hanno preferito sottolineare l’urgenza dell’aiuto alle popolazioni delle Filippine così duramente colpite. Altri invece, perché ritengono i media tradizionali (giornali, radio, tv) ormai sorpassati e non più degni di impegno primario. A costoro occorrerebbe ricordare che la storia insegna che nessun nuovo media ha cancellato i precedenti, semplicemente li ha modificati nel loro linguaggio e nella fruizione. L’avvento della radio doveva cancellare i giornali, e così non è stato; quello della tv le radio, ma non è accaduto. Internet è una rivoluzione (come del resto le altre che l’hanno preceduta), ma non segnerà la fine di nessuno strumento, se non la sua trasformazione e definizione. Del resto il cambiamento, pur essendo veloce, riguarda ancora solo una netta minoranza di persone, per lo più giovanissime, storicamente poco interessate alla lettura dei giornali. La stessa cosa accade per la tv che ha ancora numeri sovrastanti rispetto all’uso della “rete”. Del resto i media tradizionali non restano con le mani in mano attendendo la scure pronosticata dalle cassandre, ma sono il vero traino del cambiamento. È ciò che avviene anche nei nostri media diocesani, dalla tv alla radio al giornale. Sono loro che hanno “inventato” il più importante sito di informazione locale – newsrimini.it – e che sono già in rete con il loro “abito tradizionale”. Un passo ulteriore lo sta sperimentando proprio il Ponte, che esce in questo numero con un’app multimediale gratuita leggibile su android e apple (vedi il sito www.ilponte.com). Attendiamo da chi ama e usa questi linguaggi un primo parere.

Giovanni Tonelli