Il prodotto che non gela l’economia

    Le aziende, il territorio, l’esternalizzazione. L’importanza del marchio, del prodotto, del fare “impresa”. Il made in Rimini, la lotta alla crisi, quelli che rimangono stringendo i denti, quelli che se ne vanno stringendo, pure loro, i denti. O così dicono. Il tema del “vado via per” e “rimango per” nel settore economico e produttivo è una faccenda alquanto delicata che mette in campo diverse variabili.
    Il settore gastronomico in particolare è quello che sia a livello nazionale sia a livello locale ben si presta a fare il giro del mondo. Si parla di prodotti, ma anche di marchi e, come accade in alcuni contesti, di know how, invidiabili ed esportabili.
    È capitato questo alle imprese del gelato e alle gelaterie del riminese che, chi con il prodotto finito, chi con i semilavorati, chi con i punti vendita, è stato dapprima coccolato e in seguito si è collocato positivamente sul panorama del mercato globale.

    Le note positive
    Appena una settimana fa alla Fugar, azienda di Verucchio che opera nel settore della pasticceria e della gelateria dai primi anni ’70, è stato consegnato il premio “Made in Rimini” il riconoscimento istituito dalla Provincia, giunto quest’anno alla nona edizione, che negli intenti «va alle eccellenze imprenditoriali del territorio riminese».
    Tornando all’internazionalizzazione, invece, La Romana conta su 28 negozi dislocati tra Romagna, Marche, Torino e resto del mondo. Tre, infatti, i punti vendita a Madrid, tre a Pechino, uno a Tenerife e uno a Bucarest.

    Il caso
    Ma è l’azienda Mec3 che negli utlimi mesi ha tenuto banco nella faccenda “vado via per” e “rimango per”.
    Fondata nel 1984, Optima-Mec3 può, tranquillamente, essere definita tra le leader del settore degli ingredienti e dei semilavorati destinati alla produzione del gelato artigianale. Occupa 160 dipendenti cui si aggiungono 50 stagionali, per un fatturato che si stima a fine 2010 arriverà a toccare gli 80milioni di euro (erano 54 nel 2007).
    La questione è complessa anche perché si tratta di un’azienda molto grande, che produce fatturati a dir poco importanti, radicata nel territorio ma con un occhio verso l’esterno. Basti pensare che l’80% del suo giro d’affari arriva da un mercato straniero.
    È recentissimo, poi, l’accordo tra Optima, (marchio Mec3 per il gelato artigianale) e il colosso cinese dell’alimentare Bright Food per l’apertura di 160 gelaterie artigianali della catena Iceason nella sola Shanghai. Si tratta di un consolidamento visto che sono già state costruite 65 gelaterie che, si è calcolato, fruttano in media 2.000.000 yuan l’anno (225mila euro). L’azienda stima che nel primo anno si raggiungerà un fatturato di 15milioni di euro e che questo verrà raddoppiato nel 2012 quando tutte le strutture entreranno in funzione.
    Un bell’impegno per l’azienda di San Clemente che non fornirà solamente i prodotti ma presterà consulenze anche per l’allestimento, la collocazione delle macchine, la gestione dei negozi e la formazione dei gelatai grazie ad una scuola interna all’azienda. Si parla di un investimento di 8milioni di euro. Entrate nell’accordo anche le due gelaterie a marchio “Il Gelato di Bruno” inaugurate lo scorso settembre nel più grande centro commerciale di Singapore.

    La polemica con il Comune
    “L’Amministrazione non ci permette di ingrandire. Chiediamo da tempo un ampliamento dello stabilimento ma senza ottenere risposta. Se continua questa situazione ci troviamo costretti a esternalizzare la produzione. Cosa che ci dispiace molto visto che vorremmo aumentare il lavoro qui dove ci troviamo”.
    È questo il succo della denuncia che Giordano Emendatori patron dell’azienda di San Clemente porta avanti da tempo. Da una parte c’è lui con voglia, capitali e possibilità di crescita, dall’altra c’è quella che potrebbe essere definita: eccessiva burocratizzazione. Lo stesso Emendatori, a mezzo stampa ha fatto sapere che: “Attualmente dobbiamo commissionare a terzi la realizzazione di alcuni prodotti perché l’amministrazione locale non ci ha ancora concesso l’ampliamento dello stabilimento, necessario per introdurre linee produttive più performanti e assumere nuovi giovani. Sono tre anni che aspettiamo, e se entro dicembre la situazione non si sbloccherà, sarò costretto a delocalizzare”.
    “Non è di certo obiettivo dell’amministrazione – risponde Christian D’Andrea, sindaco di San Clemente (intervista sotto) – mettere i bastoni tra le ruote ad un’azienda come la Mec3 che negli ultimi anni ha prodotto posti di lavoro. Solo che un’amministrazione non è come un’azienda: i tempi sono diversi”.

    Angela De Rubeis