Home Attualita Il Gran Giallo 2020 è un Sussurro

Il Gran Giallo 2020 è un Sussurro

47 premio GranGiallo Cattolica
47 premio GranGiallo Cattolica

Una storia d’atmosfera che parte dallo studio di vecchie ossa. Una ricerca che porterà il protagonista a riprendere fiato quando tutti i fili verranno al pettine, spezzando l’apnea del lettore trascinato nelle atmosfere cupe di un villaggio fantasma che si rianima con i contorni oscuri di un delitto del passato.
È la sintesi del racconto Il sussurro delle ossa di Lia Tomasich, fresco vincitore del XLVII Premio Gran Giallo Città di Cattolica.
La giuria composta da Barbara BaraldiGiancarlo De CataldoMaurizio de GiovanniFranco ForteCarlo LucarelliValerio Massimo ManfrediSimonetta Salvetti e Ilaria Tuti lo ha premiato all’unanimità. “Per aver saputo costruire una storia d’atmosfera che si sviluppa intorno alla crescita di un personaggio di spessore, – si legge nella motivazione – la cui anima corrusca e controversa si espande e illumina durante la discesa negli inferi di un’indagine complessa, apparentemente impossibile”.
Romana, classe 1959, Lia Tomasich (nella foto) è traduttrice di professione. Ha pubblicato vari racconti ed ottenuto diversi riconoscimenti e non è la prima volta che partecipa al concorso cattolichino.
Quest’anno lo ha fatto in compagnia di altri 133 concorrenti, un numero in continua crescita che prosegue il trend positivo degli ultimi anni.
Questo folto gruppo di aspiranti giallisti “approdato” al Gran Giallo di Cattolica è arrivato da 18 regioni italiane (Lazio, Emilia Romagna e Lombardia, le più rappresentate) e che si divide tra i mestieri più disparati: tra di loro ci sono infatti medici, operai e biologi, impiegati e insegnanti. Ad unirli tutti, la passione per la detection e il noir. Questo amore coinvolge almeno tre generazioni: l’autore più giovane ha 15 anni, il più esperto 83. Ma sono le penne di quelli nati tra gli anni 70 e gli anni 80 le più prolifiche. Scrivono tutti per passione, pochi per lavoro, vivono in Italia, ma il racconto di qualcuno era conservato in un cassetto all’estero: per la precisione in Francia, Portogallo e Germania.
Sul podio del Gran Giallo 2020 sono saliti anche altri 3 racconti. Al secondo posto Skinny di Valentino Eugeni, un informatico irrazionale che sviluppa videogiochi. Terzi ex-aequo Desdemona di Michele Scoppetta e Pia nella bolla di Massimo Tivoli.
Scoppetta, nato nel 1983 a Sarno è un lettore onnivoro, autore di racconti brevi in diverse antologie, è stato anche in passato un finalista del Premio; Tivoli è un professore universitario aquilano con la passione per la narrativa e la corsa.
A selezionare i lavori del Gran Giallo ci ha pensato una pregiuria di addetti al settore formata da Luigi Boccia, Claudio Bovino, Catia Corradi, Simona Godano, Marco Ischia, Antonella Mecenero, Samuele Nava, Giulio Palmieri, Cristina Rossettini, Salvatore Stefanelli e Andrea Valeri.

Durante la cerimonia, svoltasi venerdì 31 luglio in piazza 1° Maggio (nella foto un momento della serata), sono stati proclamati anche altri due premi.

La cerimonia

Il Premio Alberto Tedeschi, riconoscimento per il miglior romanzo giallo italiano inedito istituito nel 1980 e dedicato alla memoria di Alberto Tedeschi, storico direttore de Il Giallo Mondadori, traduttore e figura fondamentale della letteratura gialla e di genere italiana, è stato vinto da Il senso delle parole rotte di Massimiliano Giri.
Assegnato anche il Premio Alan D. Altieri, nato nel 2018 per omaggiare lo scrittore e sceneggiatore prematuramente scomparso: il riconoscimento è andato a Franco Luparia che, con lo psudonimo Jason Hunter, ha vinto il Premio con il romanzo Agente Roachford. Caccia all’ incubo.
(c.z.)