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Il digitale farà… scuola?

Nell’era del 2.0 anche la scuola sente la necessità di aggiornarsi per non smarrire la bussola della modernità. Non solo sta “ristrutturando” le proprie aule con lavagne multimediali, wi-fi e computer, ma sta anche cercando di mutare il metodo di insegnamento stesso a partire dai libri di testo. Il Ministro della Pubblica istruzione, Francesco Profumo è stato coinvolto da tempo in un braccio di ferro con le case editrici per stilare il decreto legge che prevede il passaggio dai libri cartacei a quelli digitali in poco più di un anno. Le opinioni in merito sono contrastanti: come ogni rivoluzione allo stadio iniziale gli attriti non mancano.

Ma quali sono i veri vantaggi?
Innanzitutto la possibilità dello stare al passo coi tempi. In Europa la tecnologia è già da tempo al servizio delle scuole. Pensare ad una formazione che non sfrutti il potenziale di quel grande contenitore d’informazioni che è la Rete, sembra divenuto impensabile. Si tratterebbe quindi di accompagnare i “nativi digitali” alla costruzione del sapere, utilizzando il linguaggio a loro familiare dell’informatica. Poi c’è la questione del risparmio, anche se le cifre sembrano incerte. Il ministero chiede agli editori una diminuzione dei prezzi di libri misti (cartaceo più digitale) del 20% e del 30% per quelli esclusivamente digitali, mentre le case vorrebbero fermarsi al 5 per i primi e al 15 per i secondi. I ragazzi avrebbero poi la possibilità di scaricare direttamente da internet il materiale e consultarlo su pc o tablet, alleggerendo notevolmente gli zaini.

Ma quante famiglie possono permetterselo? Le scuole sono in grado di attrezzare gli studenti?
L’Istituto tecnico Valturio di Rimini partirà già dal prossimo anno sperimentando su una classe l’eliminazione totale dei libri cartacei. Il corso in questione si presta bene alla prova, trattando di sistemi informativi aziendali. La piattaforma di apprendimento sarà quella dell’e-learning, spostando la formazione dal tomo allo schermo. È chiaro però che un esperimento di questo tipo è economicamente sostenibile quando si tratta di una sola classe, ma quando in ballo c’è un’intera scuola i finanziamenti pubblici non sono sempre sufficienti. Si dovrà perciò fare ricorso alle famiglie per l’acquisto dei tablet ed è a questo punto che il risparmio ottenuto dalla diminuzione del costo dei libri può ridursi sensibilmente. L’utopia del dirigente, Anna Maria Villardi per il proprio istituto è quella di poter un giorno eliminare completamente i libri e permettere ai docenti e agli studenti di auto-produrre un materiale didattico ad hoc per la classe; di mettere i ragazzi nelle condizioni di poter ampliare la conoscenza ricercando fonti su internet. “Una scuola tecnica come la nostra non può rimanere scollegata dal mondo del lavoro, e una scelta di questo tipo le permetterebbe di avvicinarsi sempre di più al modo di operare delle aziende”, precisa Villardi. In molte scuole si utilizzano già da qualche anno i libri misti. All’Einstein ciò avviene soprattutto per le materie linguistiche. La scuola dispone già di connessione wi-fi, computer e lavagne interattive multimediali, ma ancora in pochissimi vengono a scuola con i tablet. “Queste tecnologie – spiega la vicepreside, Daniela Trausi – devono essere utilizzate in modo critico, e non solo perché i tempi lo impongono”.
E gli insegnanti? Il tema dell’aggiornamento del corpo docenti non è indifferente. La gran parte dei professori ha infatti già accumulato diversi anni di anzianità e la familiarità con questi mezzi non è all’ordine del giorno. Per questo occorrono finanziamenti anche per loro, per guidarli verso uno sfruttamento redditizio di questi strumenti. Per la professoressa Maddalena Patella, vicepreside della scuola media Marvelli, il passaggio verso un’adozione di libri esclusivamente digitali non sarà immediato per la scuola italiana, sempre più a corto di fondi. Il suo auspicio è quello di vedere cartaceo e digitale convivere nelle aule e a casa, per intessere insieme la piattaforma dell’insegnamento e dello studio. “Ciascun mezzo dovrebbe essere sfruttato per le sue caratteristiche e potenzialità. Ciò che offre l’e-book, è la lettura ipertestuale”, ovvero la possibilità del testo di rimandare ad altri capitoli, a esercizi o a link esterni; visionare formati multimediali (video, audio, immagini) presenti sul web. Mentre al cartaceo si relegherebbe il compito più tradizionale: presentare i fondamenti delle discipline, le regole e i concetti. Oltretutto, pensare di studiare ore ed ore esclusivamente su un monitor potrebbe risultare stancante. Probabilmente anche dannoso per la salute. Ad ogni modo, stiamo vivendo una fase di transizione, dove chi rimane legato al passato rischia di perdere i benefici delle innovazioni. E chi invoca la rivoluzione digitale rischia di perdere il controllo della didattica.

Mirco Paganelli