Home Cultura Il digitale fa comunità?

Il digitale fa comunità?

Pizze e proiettori addio. Il digitale vi manda in pensione. È la rivoluzione del mondo della celluloide: dal 1 gennaio, le pellicole in uscita nelle sale cinematografiche saranno visibili solo su supporto digitale. Per molti si tratta di un cambio epocale, di un punto di non ritorno. In realtà, l’arrivo del digitale non significa automaticamente che nei cinema non attrezzati lo schermo sarà sempre e soltanto buio, ma si dovrà però attendere la seconda programmazione. Detto altrimenti: la pellicola dovrà prima uscire in formato dvd, e poi le sale non digitalizzate potranno farne richiesta alla casa produttrice per la proiezione. Chi non si adegua rischia comunque di perdere un treno. Pensiamo ai film d’animazione, spesso campioni d’incasso al botteghino: quanti bambini accetteranno di vedere il loro cartoon preferito solo mesi dopo la prima uscita?
La rivoluzione digitale al cinema chiama in causa, tra le tante, anche le Sale della Comunità. Quei luoghi parrocchiali, cioè, deputati al cinema ma anche alle presentazioni, agli incontri, al teatro, di cineforum, ai laboratori. Le Sale capaci di fare cinema a Rimini purtroppo si contano sulle dita di una mano. E il loro rapporto col digitale è molto differente.
La Nuova Sala Africa di Riccione il prossimo 25 febbraio festeggerà i due anni dalla ripresa dell’attività, dopo anni di oscurità. La rivoluzione digitale rischia però di darle un duro colpo. Costa cara. “Per adeguare i sistemi di proiezione alle nuove metodologie, che si tratti di parabola e software per leggere i film o di un vero e proprio server adatto all’uso, si parte da 50mila euro in su. Non siamo in grado di arrivare a tanto” ammette don Franco Mastrolonardo. Nonostante le difficoltà economiche, però, i riccionesi della Sala Africa non hanno alcuna intenzione di abdicare alle “care” regole del mercato. “Punteremo su pellicole d’essai e di qualità, sui cineforum, sulle rassegne, sulle partite di calcio, sulle commedie. Siamo convinti – è deciso don Franco – di proseguire”. E con prezzi di ingresso sempre popolari, mai superiori ai 5 euro.
Chi ha preso la rivoluzione per il bavero è stato invece il Cinema Teatro Tiberio (nella foto il parroco don Mario Antolini attorniato da alcuni volontari). Attivo dai primi anni ’50, è una sala della comunità (circa 200 posti) della parrocchia di San Giuliano Borgo gestita però da volontari che la animano e ne rendono possibile la gestione. I volontari si sono poi riuniti nell’associazione Notorius Rimini Cineclub (affiliata alle Acli) che opera nel campo della cultura cinematografica, svolgendo anche attività autonoma dal Tiberio. Il Cinema Teatro è sempre stato un punto di riferimento per la città ma nel 2008 ha operato un vero e proprio salto di qualità. Grazie all’autofinanziamento e a contributi a fondo perduto del FUS, è partita la prima digitalizzazione della sala. “L’acquisizione del nuovo proiettore in alta definizione (1,3k) e l’adesione al circuito Microcinema ha avviato una nuova, entusiasmante stagione, spalancando l’offerta a nuovi contenuti alternativi” spiega il responsabile Stefano Tonini. Alzi la mano chi pensava all’opera lirica e al balletto come possibili strade da percorrere al cinema. Il Tiberio, la prima sala che in provincia di Rimini ha scommesso su queste proposte culturali, non solo l’ha fatto ma ha anche vinto la scommessa: per la lirica spesso sono necessarie anche due o tre proiezioni per accontentare tutti i melomani. Più di recente, poi, anche i concerti sinfonici, quelli rock e il grande teatro inglese stanno riscuotendo interesse. Un vero e proprio caso è rappresentato invece dalle visite alle più prestigiose mostre d’arte sul grande schermo: l’ultima proiezione, in lingua inglese e con sottotitoli italiani, ha fatto registrare il tutto esaurito. “L’ampliamento dell’offerta ha determinato un allargamento del bacino d’utenza – prosegue Tonini – , soprattutto l’acquisizione di nuove fasce di clienti, finora sconosciuti”. Il settore arte, ad esempio. Se i cavalli di battaglia restano Junior Cinema (la rassegna domenica per la famiglia), Opera e Balletto con gli eventi in diretta satellitare dai principali teatri satellitari, e il cineclub Notorius al giovedì. Con costi operativi ridotti al minimo, il risultato del Tiberio è in attivo e permette addirittura di offrire un contributo annuale alla parrocchia e di investire continuamente sulla struttura. L’ultima sfida è costata diverse migliaia di euro. È il caso del Sony Digital Cinema 4k: “abbiamo smantellato l’impianto analogico anticipando il salto nell’era digitale già da settembre e soprattutto puntando sulla migliore tecnologia disponibile sul mercato”.
Chi punta sulla rivoluzione digitale è anche il Cinema Teatro Moderno di Savignano, di proprietà della parrocchia di S. Lucia. I lavori sono in dirittura d’arrivo. A metà dicembre entrerà in fuzione il digitale. Tutta la struttura è stata messa a norma (antiincendi e sicurezza). Buio in sala, parta la sfida.

Paolo Guiducci