Home Cultura Il Cristo ligneo a San Marino: è di Michelangelo?

Il Cristo ligneo a San Marino: è di Michelangelo?

Storici dell’arte e appassionati saranno felici. Come pure i patiti di mistero. L’incredibile ritrovamento del crocifisso attribuito a Michelangelo Buonarroti nel caveau di una banca di San Marino, soddisfa entrambi i palati.
Si tratta di una scultura lignea di circa 40 cm, scolpita da un giovane Michelangelo all’età di 20 anni circa, custodito in una scatola di legno rivestita di velluto cremisi. Un capolavoro conteso che è riapparso sul Titano a oltre 6 anni dalla sua “scomparsa”, subito messo sotto sequestro dalle autorità per eseguire ulteriori studi e comprendere meglio la provenienza del crocifisso ligneo.
La controversa opera, che gli studiosi attribuiscono a Michelangelo, rinviene nel 1979 in Libano. Il Patriarca Greco-Melchita-Cattolico di Beirut la affida al Conte Giacomo Maria Ugolini, ambasciatore di San Marino in Egitto, per farla restaurare in Italia. Lo attestano le carte: il Crocefisso viene consegnato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze il 5 novembre del 1979 e restituito all’ambasciatore Ugolini il 6 febbraio del 1980. Invece di far ritorno in Libano resta in Italia per essere studiato da esperti del settore. Quando Ugolini muore (è il 2006), del crocifisso non si sa più nulla. C’è chi lo vorrebbe sparito in America, invece Angelo Boccardelli, braccio destro dell’ambasciatore ed erede nella continuazione delle attività della Fondazione con sede a Domagnano, dopo la morte di Ugolini avvia una serie di attività per approfondire la conoscenza intorno al Crocefisso. Secondo colpo di scena: Boccardelli viene poi arrestato per mandato della stessa Procura Distrettuale Antimafia e la Fondazione viene chiusa perché a Monte Porzio Catone l’albergo della sede romana della Fondazione era in realtà di proprietà di Cosimo Di Virgilio, coinvolto negli affari della ‘ndrangheta di Gioia Tauro, associato alla “ndrina dei Molè”.
Entra in scena Giorgio Hugo Balestrieri, amico ex ufficiale della Marina Militare dell’ambasciatore Ugolini. Per salvare il capolavoro lo mette al sicuro nel caveau dell’Euro Commercial Bank di Domagnano. Fino a mercoledì. Quando da New York dove vive, Balestrieri ha dato la procura all’avvocato Francesco Ciabattoni di Ascoli per aprire la cassetta di sicurezza e riportare il capolavoro alla luce.
Terzo colpo di scena: la Gendarmeria di San Marino sequestra la cassetta di sicurezza e il suo contenuto. Fossero autentiche quelle opere, si tratterebbe di un patrimonio di inestimabile valore. Ci sono disegni a matita dei capitelli della cappella Sistina; schizzi, con dei Putti, che potrebbero essere di Raffaello Sanzio; versioni antichissime del Corano e di testi sacri della religione ebraica. E opere di arte moderna (Klimt e Matisse?). “Dobbiamo verificare la provenienza — spiega Rita Vannucci, Commissario di Legge di San Marino — e definire se il Crocifisso è davvero di Michelangelo. Disporremo perizie per fare chiarezza su una vicenda complessa ed intricata”. Un giallo nel giallo: il Crocefisso di Ugolini è “gemello” di quello acquistato dall’ex Ministro Sandro Bondi per 3 milioni e 200 mila euro da un antiquario torinese.
Da New York, Balestrieri (ex loggia P2,presidente del Rotary Club della Grande Mela) si sfoga. “Non intendo interferire, né essere «usato» per interferire nelle «politiche» dei beni culturali dell’Italia. – replica piccato ad alcune insinuazioni – Il Cristo salvato dai Nazisti e dalla Ndrangheta non sarà mai messo in vendita. La scultura deve essere messa in sicurezza nella Repubblica di San Marino, la più antica del mondo. E deve restare a disposizione di studiosi e non di mercanti d’arte”.
Intanto è stato reso noto dall’avvocato Francesco Ciabattoni il nome dell’esperto al quale è affidato il compito di studiare il Crocifisso ligneo. Si tratta di padre Heinrich Pfeiffer, docente di Arte Sacra all’Università Gregoriana di Roma. Un’autorità in merito che dovrà far luce sul “tesoro”.

Tommaso Cevoli