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Il cristinesimo è una religione rivelata?

La verità su Dio, in quanto rivelata, non è negoziabile né soggettiva, ma è dono e può essere riconosciuta, studiata, approfondita

Caro Ponte, il nostro parroco ha detto che il cristianesimo è una religione rivelata. Cosa significa questo termine?
Corrado Giani

Risponde Paolo Morocutti, docente di Teologia e Psicologia generale – Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica.

Affermare che il cristianesimo è una religione rivelata significa sostenere che la verità su Dio, sull’uomo e sul senso dell’esistenza non è frutto di una scoperta o di una ricerca intellettuale, ma è comunicazione diretta di Dio all’umanità. Una religione è detta “rivelata” quando il suo contenuto fondamentale proviene non da una riflessione filosofica o da una tradizione culturale, ma da una rivelazione divina, cioè un’iniziativa di Dio che si fa conoscere all’uomo.

Nel cristianesimo, questa rivelazione avviene in modo progressivo e raggiunge il suo culmine in Gesù Cristo, che è considerato la Rivelazione definitiva di Dio. Affermare che il cristianesimo è una religione rivelata comporta diverse conseguenze. La prima conseguenza riguarda la fede concepita non come un sistema creato dall’uomo, ma come una risposta alla chiamata di Dio. L’iniziativa è di Dio, non dell’uomo. La Bibbia è considerata testimonianza scritta della Rivelazione, ispirata da Dio e donata agli uomini. La Tradizione viva della Chiesa è anch’essa portatrice di questa Rivelazione, trasmessa e interpretata nel tempo. Gesù che è la Rivelazione piena e definitiva di Dio non solo comunica la verità, ma è egli stesso la Verità (Gv 14,6).

Conoscere Gesù significa conoscere Dio. La fede, dunque, non è solo accettazione intellettuale, ma un atto di fiducia e obbedienza a Dio che si rivela. È una risposta personale e libera alla sua chiamata. La teologia, interpretando la Scrittura, afferma che la Rivelazione è compiuta una volta per tutte in Cristo e non ci saranno mai più nuove rivelazioni. Eventuali rivelazioni private (apparizioni, visioni, ecc.) non aggiungono nulla alla Rivelazione definitiva che rimane una e unica. Affermare che il cristianesimo è una religione rivelata significa riconoscere che la sua origine è totalmente divina, che il suo contenuto è donato da Dio e che la sua verità è centrata su Gesù Cristo, rivelazione piena di Dio. Nel cristianesimo, l’umanità non arriva a Dio solo attraverso la filosofia, l’introspezione, l’ascesi o l’osservazione del mondo naturale (come accade, ad esempio, nelle religioni ancestrali o nella filosofia greca), ma perché Dio stesso sceglie di farsi conoscere. La Rivelazione è quindi storica: non è un’illuminazione mistica riservata a pochi, ma avviene in un tempo, in un luogo, attraverso persone concrete. La Bibbia racconta questa storia, che inizia con Abramo e si compie con Cristo. Occorre sottolineare che la Rivelazione non è consegnata agli uomini tutta in una volta, ma cresce nella storia: · Dio si fa conoscere ad Abramo come l’unico vero Dio.

· Si rivela a Mosè come il Dio liberatore.

· I profeti annunciano una salvezza futura e universale.

· Infine, Gesù Cristo è Dio che entra nella storia umana in modo definitivo.

Questo significa che il cristianesimo riconosce e include l’Antico Testamento (e quindi le radici ebraiche della fede) e riconosce che la Rivelazione è unitaria, ha un filo conduttore: Dio che cerca l’uomo. Il cristiano non “sceglie una religione” come un’opinione. Egli risponde a una Parola che lo ha raggiunto, a una persona viva che si rivela e lo interroga. La verità su Dio, in quanto rivelata, non è negoziabile né soggettiva, ma è dono e può essere riconosciuta, studiata, approfondita. Se Dio si è davvero rivelato, allora questa buona notizia deve essere annunciata a tutti. Da qui deriva l’universalismo del messaggio cristiano e poiché tutti gli uomini sono destinatari della salvezza in Cristo tutti devono poter conoscere questo messaggio di speranza. Affermare che il cristianesimo è una religione rivelata significa credere fermamente che Dio ha parlato e agito nella storia, non solo attraverso simboli o miti, ma realmente e concretamente.

La fede in ciò che è rivelato è la risposta personale a un Dio che chiama e non semplice costruzione intellettuale o emotiva.